Notizie di cronaca nera (per "appassionati" di diritto penale, criminologia o semplicemente interessati), no gossip e no pornografia del dolore

Bestiale... non hanno ancora aggiornato e siamo già alla quarta puntata...
Link a Facebook, se seguite la trasmissione e vi interessa mettete "Mi piace":

www.facebook.com/pages/AMORE-CRIMINALE/249866665026219

Non c'è un contatto per avvertirli dell'inconveniente?

Da quest'oggi avrete un terzo "seguace", sono proprio curioso.....

E io sono proprio curioso di sentire i tuoi commenti visto che quando segui i fatti di cronaca non puoi esimerti dall'insultare tutto e tutti. ^_^'

Chiedo scusa a Iuzzo: ho detto a metà dei miei amici online che "Amore Criminale" era oggi.

bravo

Sfotti?

Nella prima parte della puntata di Amore Criminale hanno parlato dell'omicidio avvenuto a Niscemi nel 2008, una ragazzina uccisa da tre minorenni. E' difficile analizzare il caso, entrano in scena troppi problemi riguardanti la violenza dei giovani.
La seconda parte è un caso dai risvolti psicologi abbastanza interessanti, ben espressi dallo psicologo consulente di parte civile.

Si sta chiudendo una vicenda su cui ha trattato "Amore Criminale" nella prima puntata.

Omicidio Teresa Buonocore: ergastolo al mandante Enrico Perillo.

Si è conclusa con una condanna all’ergastolo la prima ondata di processi per l’omicidio di Teresa Buonocore, la madre-coraggio uccisa il 20 settembre 2010 nel porto di Napoli dopo esser stata testimone chiave nel processo contro il pedofilo Enrico Perillo, poi condannato a 15 anni di carcere per aver violentato la figlia di 8 anni della donna.
Dopo la condanna a 21 e 18 anni inflitta ad Alberto Amendola e Giuseppe Avolio, gli esecutori materiali del delitto, ieri è stata la volta del mandante, Enrico Perillo. L’uomo, geometra di 58 anni, aveva scelto di essere giudicato con rito ordinario e i giudici della quarta sezione della Corte di Assise di Napoli hanno deciso di accogliere la richiesta dei pm e infliggere all’uomo il massimo della pena.
Perillo, che commissionò il delitto per vendicarsi della donna e della sua testimonianza, dovrà anche versare un risarcimento di 20 mila euro all’Ordine degli avvocati e alle altre parti civili, mentre per le due figlie della donna è stata fissata una provvisionale di 200 mila euro in totale.
Fondamentali per la condanna dell’imputato sono state le testimonianze fornite in sede di incidente probatorio dai due sicari, Giuseppe Avolio e Alberto Amendola, che hanno però deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’udienza del processo a Perillo.
Con questa condanna si è conclusa la prima ondata di processi. I tre responsabili sono stati condannati in primo grado. Restano ancora due gradi di giudizio, ma come al solito sarà necessario attendere che vengano depositate le motivazioni della sentenza per capire come si comporteranno le parti coinvolte.

Fonte: fan page ufficiale su FB

[IMG]http://i45.tinypic.com/nzlt1i.jpg[/IMG]

La madre-coraggio.

Frasi-choc su donne e gay: prete lascia la tonaca. "Sono indegno"

(AGI) - Roma, 27 dic. - Don Piero Corsi lascia l'abito talare dopo le polemiche scatenate dal volantino choc appeso nella bacheca della parrocchia sul femminicidio. Lo comunica lo stesso sacerdote in una lettera aperta. "Con queste poche righe - si legge - dopo una notte insonne per il dolore e il rimorso per la giusta polemica causata dalla mia 'imprudente provocazione', nel rinnovare ancora piu' sentitamente le scuse non solo a tutte le donne colpite dal mio scritto ma anche a tutti coloro che si siano sentiti offesi dal mio operato o dalle mie parole, in primis il giornalista verso il quale, in un momento di ira, ho proferito quella ignobile parola, voglio comunicare che ho deciso di mettere da parte l'abito talare, del quale mi sento indegno, nella speranza che la riflessione e la penitenza mi consentano un giorno di riconquistare quella serenita' che ho oggi innegabilmente smarrito". Gia' ieri sera Don Corsi aveva offerto le sue scuse: "voleva essere un testo solo provocatorio, e voglio scusarmi con tutte le donne che si sono sentite offese", aveva dichiarato il prete, che era stato immediatamente convocato dal vescovo.
IL VOLANTINO-CHOC SUL FEMMINICIDIO 'COLPA' DELLE DONNE SUCCINTE
Parroco della chiesa di San Terenzio, don Corsi aveva affisso ieri in chiesa un volantino-choc in cui si affermava che le donne 'provocano' il femminicidio. Estratto dal sito radicale Pontifex.it, nel manifesto - dal titolo "Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica, quante volte provocano?" - si parlava delle donne di oggi che non cucinano, non stanno dietro i figli e si vestono con abiti succinti.
Un'iniziativa che aveva scatenato la reazione della presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli.
"Chiediamo alle massime autorita' civili e religiose che si attivino perche' venga immediatamente rimosso il manifesto affisso dal parroco - aveva tuonato - che riteniamo una gravissima offesa alla dignita' delle donne". Immediato anche l'intervento del vescovo, per il quale un crimine contro le donne non e' mai giustificabile. "Appena appresa la notizia dell'affissione della locandina contenente le affermazioni che conducono a dare un'errata lettura dei drammatici fatti di violenza sulle donne, ho subito dato disposizione che la stessa fosse prontamente rimossa. In nessun modo infatti puo' essere messo in diretta correlazione qualunque deprecabile fenomeno di violenza sulle donne con qualsivoglia altra motivazione, ne' tantomeno tentare di darne una inconsistente motivazione", aveva affermato il vescovo della diocesi della Spezia, Luigi Ernesto Palletti.
LA GAFFE COL CRONISTA, "SCUSI MA LEI E' FR...?"
Come se non bastasse, don Corsi era caduto in una nuova gaffe, tirando in ballo anche gli omosessuali e dando platealmente del 'frocio' a un giornalista della Rai. "Quando lei vede una donna nuda, quali sentimenti prova? Quali reazioni? Non so se e' un frocio anche lei o meno...cosa prova quando vede una donna nuda? Non e' violenza da parte di una donna mostrarsi in quel modo li'?", aveva affermato il prete. (AGI)


L'ignoranza è una brutta bestia.

Il ritorno di Pietro Maso: quel che resta del male
Il 17 aprile del 1991, a 19 anni, massacrò il padre e la madre insieme a tre complici. "L'ho fatto per i soldi", disse. E diventò famoso. Quasi il simbolo del diavolo. Il 15 aprile prossimo lascerà il carcere dove ha trascorso gli ultimi 22 anni
di CARLO VERDELLI
L'articolo è abbastanza lungo

---

lo aspetta già un libro, "Il male ero io", edito niente meno che da Mondadori, firmato da lui, anche se a comporlo e scriverlo è stata la giornalista di Mediaset Raffaella Regoli. Data prevista per il lancio: il 16 aprile, a cavallo tra il 15, fine della pena, e il 17, anniversario della mattanza.

Ma potrebbe non finire qui, il Maso parte seconda. Pare che Alfonso Signorini, direttore di "Chi", già lo volesse in un programma natalizio su Canale 5. Tema surreale della puntata: l'amore per i genitori, con Maso che avrebbe dovuto spiegare, al termine del suo travagliato percorso di conversione e pentimento, quanto siano importanti per la vita di un figlio.

Tutto saltato per un provvidenziale no del giudice. Pazienza, ci saranno altre occasioni. Perché, a suo modo, Pietro Maso è una star.

---

Secondo me Maso è uno dei pochi assassini che si è veramente ravveduto.
E lo dice uno amante della Scuola Positiva e ammiratore di Lombroso pur, ovviamente, non condividendo le sue teorie.
Naturalmente mi riservo di ritrattare nel caso comparisse in qualche trasmissione.
Da un certo punto, durante la sua incarcerazione, ha risposto a quasi ogni singola lettera di ammiratori invitando i ragazzi ad amare i genitori e dicendosi pentito del suo folle gesto.
Se non altro non ha rilasciato dichiarazioni stupide come quelle di Erika De Nardo che hanno denotato, fin da subito, l'incapacità di guarire dal disturbo narcisistico della personalità; Don Mazzi, proteggendola con le unghie e coi denti (tra l'altro curiosa come cosa) ha fatto il resto.
Stasera ci sarà la madre di Chiara Poggi a "Chi l'ha visto", però vi avverto subito che il tutto si limiterà a "Se qualcuno ha visto qualcosa".
A me piacerebbe sentire l'avvocato di parte civile che negli ultimi processi è stato abbastanza bravo.

comunque abbastanza inquietante l'episodio

---

Tenta una prima volta la strage di tutta la famiglia, sorelle comprese, con delle bombole a gas nella tavernetta. Qualcosa va storto e allora ci riprova con piani separati: lo sterzo manomesso della macchina del padre, la madre da eliminare mentre lui la porta da qualche parte in auto, col fido Carbognin seduto dietro con una bistecchiera (che però, all'ultimo, non ce la fa a usare). Fino alla notte del 17 aprile, quando Antonio e Rosa rientrano dalla parrocchia e trovano ad aspettarli tre ragazzi con delle maschere da carnevale con capelli posticci e loro figlio Pietro a volto scoperto. È il primo a picchiare: suo padre, in testa, con un tubo di ferro da 50 centimetri. E sarà ancora lui a dare il colpo di grazia alla madre, dopo 53 minuti di strazio e di orrore.

Cinquantatré minuti: il tempo medio che un italiano passa su Facebook al giorno, la durata dell'intera Sinfonia n.4 di Gustav Mahler. Nessuno dei carnefici è drogato né ubriaco. Alla fine dell'esecuzione, vanno in una discoteca, il Berfi's, ma non riescono a entrare perché è prenotata per una festa. Quando gli investigatori perquisiranno la stanza di Maso, troveranno decine di abiti firmati e 50 profumi diversi.

---

p.s. oh cazzo, mi ero dimenticato di Alberto Stasi.

Fra due giorni sapremo...

Spero proprio abbia disinnescato le manie omicide. Non è che il disturbo narcisistico della personalità porti per forta ad ammazzare le persone, si aggiungono sicuramente altri fattori.
La questione non è semplice.

SteveH, 03/04/2013 16:34:

---

L'articolo è abbastanza lungo

---

E' abbastanza lungo ma è un capolavoro. Uno dei migliori giornalisti italiani (a tutto tondo). Infatti è sconosciuto ai più.

SteveH, 16/04/2013 20:59:

---

Spero proprio abbia disinnescato le manie omicide. Non è che il disturbo narcisistico della personalità porti per forta ad ammazzare le persone, si aggiungono sicuramente altri fattori.
La questione non è semplice.

---

Assolutamente sì, anche perché chi ha conosciuto qualsiasi persona affetta dal disturbo narcisistico della personalità sa perfettamente di cosa si tratta: è una patologia mentale tremenda che distrugge persone e famiglie.
Io ho visto individui affetti dal disturbo narcisistico che avevano tutto (ma proprio tutto: famiglia, amore, amicizia, soldi, casa, macchina, cibi di tutti i tipi) e che sono arrivati ad autodistruggersi per imporre il loro ego agli altri.
Il narcisista non solo vuole controllare psicologicamente chi gli sta attorno (perfino gli estranei incontrati per caso), vuole anche essere adorato, se poi ci aggiungiamo delle tendenze inquietanti (per esempio un figlio drogato che "non viene ascoltato" come nel caso di Erika De Nardo) ecco che arriva l'omicidio.
Comunque la storia di Maso e dei suoi "amici" è di una pochezza assoluta, personalmente ho trovato molto più interessante dal punto di vista di criminogenesi il caso del mostro di Foligno, anche per come poi la figura del killer si è sviluppata dopo il primo delitto.
Vi faccio un esempio scemo per cui sono arrivato a delle conclusioni che, leggerete, sono simili a quelle di Iuzzo: due anni fa a Verona un ragazzo di 20 anni ha ucciso suo padre di 66 durante la finale di Champions League, nell'agosto del 2010 un agente della polizia penitenziaria l'ha salvato dal suicidio... si è più parlato di lui?
Non è un po' morboso parlare di Maso e di tutti questi casi no?
Ai posteriori l'ardua sentenza.

Comunque oggi se va come penso avremo qualcosa di cui parlare moooolto...

Un interessante articolo pubblicato proprio oggi:

www.stateofmind.it/2012/03/narcisismo-danni-fisiologici

A dire il vero dice poko-poko, ma è sempre curioso leggere questi pezzi.

Forse ho capito male, ma la Cassazione dovrebbe aver annullato la sentenza di assoluzione di secondo grado a Stasi.