Binelli al palasport quanti ricordi di A...
«Che sfide con Boni e Dalla Vecchia, Iuzzolino e Schoene... Una volta, a Bologna, presi per la cravatta Marcelletti»
Torna al PalaOlimpia dove ha ingaggiato «tante sfide con la grande Verona di un tempo, contro Sandro Boni e Roberto Dalla Vecchia, contro Iuzzolino e Russ Schoene». Gus Binelli, classe 1964, il primo giocatore italiano ad essere stato scelto dalla Nba, al secondo giro con il numero 40 («ho ancora il contratto con gli Atlanta Hawks al quale poi ho rinunciato perché allora, erano gli anni 1986-87, diventando professionista sarei potuto rientrare in Italia solo come straniero e non volli rischiare»), continua a stoppare (in B2 è il primo in classifica alla pari col nostro Marcolini) ed a calcare il parquet (35 minuti in campo anche sabato scorso) con ottimi risultati. E domani cercherà di portare la sua Bignami Anzola «alla vittoria in una partita molto difficile perché la Banca Popolare è proprio una buona squadra, che sta giocando bene, come ho visto nelle videocassette in questi giorni». E visto che in campo ci sarà anche Massimo Ruggeri, classe 1972, tutta una carriera nella massima serie alle spalle, il PalaOlimpia rivivrà qualcosa della magica atmosfera dei bei tempi andati.
Gus, cinque scudetti e cinque Coppe Italia (tutte con la Virtus Bologna) in bacheca e una marea di maglie azzurre, un’amicizia consolidata con Boni e Dalla Vecchia, con i quali fondò "L’Accademia del basket", ha «un’infinità di ricordi delle sfide con Verona, che è stata al vertice per tanti anni». «Ne ricordo una - fa presente - molto strana: finimmo cinque contro quattro o forse quattro contro tre e vincemmo noi al PalaOlimpia, anche in inferiorità numerica. Ma ricordo anche quando la Glaxo di Alberto Bucci ci buttò fuori dalla Coppa Italia, che poi Verona vinse a Bologna contro Milano, nella semifinale. Eppure, noi avevamo vinto di 9 punti in gara-1 a Verona. Tutte le partite di quel tempo furono emozionanti». E anche con qualche strascico polemico, come, ad esempio, quando Binelli prese per la cravatta Marcelletti. «Era un partita di play off, a Bologna - ricorda Binelli -. Avevamo ormai vinto e Brunamonti, che stava uscendo per il quinto fallo, andò a complimentarsi con Marcelletti, che gli rispose male. Io andai lì per dividerli, per calmare gli animi, ma Marcelletti mi insultò, mi girai e lo presi per la cravatta. L’ho quasi strozzato. Poi mi è dispiaciuto: uno sportivo non dovrebbe mai fare così».
Guardandosi alle spalle, Binelli non che dirsi «soddisfattissimo della carriera», ma guardando avanti constata che «a 43 anni la passione è ancora tanta». «Otto-nove anni fa - riferisce - volevo smettere, dopo un’esperienza negativa. Mi proposero, invece, di provare in B. Mi dicevano che era tutto un altro ambiente. Ho provato e sono ancora qua. L’estate scorsa, pur avendo altre proposte, sono sceso di categoria, vicino a casa. Fisicamente sto bene e mi diverto ancora». La sua Bignami nzola «è partita con l’obiettivo della salvezza». «Ed io - assicura Gus - penso solo a quella, anche se, dopo l’inserimento di Ruggeri, qualcosa in più possiamo fare. Siamo partiti un po’ così così, perdendo la prima più per colpa nostra che per i meriti dell’avversaria. Sappiamo che la partita di Verona sarà molto difficile. Conosco bene Claudio Nobile. Con lui ho giocato a Cento, nell’anno in cui ebbe la sfortuna di farsi male. Ma in videocassetta ho ben visto anche gli altri: sarà una partita moltop dura. Noi, è chiaro, veniamo per vincere. Poi sarà il campo, come sempre, a sancire il verdetto».
Renzo Puliero
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