Ho letto l'articolo con attenzione (anche se non sono un grande fan di Fanpage) e, da giornalista, devo dire che i limiti alla libertà di espressione non si celano solo nella commistione dei partiti politici col mondo dell'informazione, ma anche nelle piccole cose.
Faccio un esempio: la pena della reclusione prevista per la diffamazione, che per noi è medievale e va abrogata - infatti è stata oggetto di una sentenza di incostituzionalità da parte della Consulta -.
Poi ci sono le minacce e l'hating.
Io in particolare, rispolverando un cold case, sono stato vittima di una minaccia abbastanza pesante di un ragazzo che non avevo nemmeno nominato nell'articolo. Anche solo come admin di un forum sono stato aggredito da varie persone, non vi dico cos'è successo come giornalista.
Come migliorare le cose?
Partiamo dal presupposto che il lavoro di giornalista non esiste o, meglio, tutti possono farlo. Mi pare di ricordare che l'Ordine dei Giornalisti esista solo in Italia, in Portogallo e in Giappone. Chiunque può fare il blogger e dunque cimentarsi nell'informazione, inoltre il micro-blogging soprattutto su Twitter sta spopolando e quando c'è un evento di cronaca sai già che alcune notizie importanti potrebbero provenire da lì (farei una panoramica a parte su quel social e parlerei anche di fake, ma mi riservo di rispolverare la tematica per un altro momento).
Poi c'è l'aspetto del blasone e del rispetto.
Se sei un magistrato o un dottore sei Cristo, se sei un giornalista vieni considerato come il pizzicagnolo giù all'angolo, specie quando si tratta di temi importanti come il (il realtà sarebbe "la") Covid-19.
Io per il mio sito potrei registrare la testata associata in Tribunale anche domani e diventare automaticamente direttore... e poi? E poi sei comunque il pizzicagnolo giù all'angolo.
La gente non rispetterà mai i giornalisti perché a meno che non dedichino il loro tempo ad articoli molto tecnici sulla base della loro specializzazione - che il
quisque de populo non leggerà mai - e a meno di non essere protetti da un editore importante fanno un'attività che tutti possono fare.
Ciò che leggiamo su Leggo o Fanpage sono articoli che potremmo fare anche noi domani se mettessimo su una redazione e questo è per spiegare il perché non c'è rispetto nei confronti della categoria.
Per come la vedo io le strade sono due.
1) Il bollino di qualità. Al giornalista viene associato un bollino di qualità se per deontologia e probità per tot anni ha dimostrato di essere credibile. Chi ci dovrebbe ancora arrivare avrebbe un bollino a parte, chi sgarrerebbe rimarrebbe senza. Questa opzione rimane pericolosa, perché ci sarebbe il rischio di favorire i politicizzati e di lasciare per strada gli indipendenti ma, voglio dire, anche se guardiamo il mondo del calcio quanti giornalisti non tifano la Juventus, il Milan e l'Inter? E quanti articoli sul calcio sono veramente oggettivi? Nella politica come nel calcio la fanno da padroni le passioni e gli interessi personali. Una curiosità: su Twitch si pensa a una soluzione simile e ci sono enti costituiti da giudici e avvocati che si occupano si tutela degli streamer, per dirla tutta sono avanti a noi anni luce.
2) Rafforzamento della scriminante dell'esercizio di un diritto - in questo caso di cronaca -. Come si è fatto di tutto per parare il sedere ai medici che sbagliano con colpa si potrebbe facilmente proteggere una categoria fortemente a rischio.