Per quanto ne possa capire (poco) io, dal mio punto di vista la (mancanza) di libertà di stampa viene di molto aggravata dall'impoverimento della qualità dei contenuti.
Ci sono testate online che vivono su argomenti fuffa, le tette di quella, il bikini hot che fa intravedere qualcosa dell'altra, ecc...
Personalmente evito come la peste di cliccare su qualsiasi link contenente le parole "sconvolge il web", "panico", "pazzesco", "una vergogna", e simili.
Tutte le testate (alcune senza ritegno) puntano a scrivere titoli click-bait, spesso anche le agenzie di stampa.
Che ci siano giornalisti legati ad una determinata linea editoriale schierata, ci sta, lo si sa e una volta "bastava" leggere tutte le campane per cercare di farsi un'idea.
Ora è sempre più difficile farlo, ogni argomento viene estremizzato, spesso le competenze di chi scrive scarseggiano (sugli argomenti tecnici che conosco c'è da mettersi le mani nei capelli), altre volte la malafede se non la falsa notizia è assunta a linea editoriale.
Di chi è la colpa?
Non lo so.
Degli haters? Dei giornalisti sottopagati? Della diffamazione? Degli editori? Dei finanziatori? Probabilmente di tutti, ma anche nostra che diamo spazio e visibilità e click a chi non lo merita
Io ne aggiungo un altro: Google.
Purtroppo, e lo dico con cognizione di causa, in molti ambiti (ad esempio nel mondo adv e dei contenuti) detta le regole. Detta le regole.
In altri ambiti stabilisce ciò che deve essere visibile nelle SERP, le modalità con cui devono essere scritti articoli e titoli.
La rincorsa al click è la più grande rinuncia alla libertà di stampa.
[Modificato da admin 27/07/2022 19:51]