Fidanzati uccisi: molti punti oscuri, ma emergono anche nuovi elementi
Pordenone: servono diciassette punti di contatto per riuscire a dare un volto all’assassino. Ricostruito l’ultimo giorno: la coppia ripresa sulla Suzuki prima di essere uccisa. La testimonianza: Teresa in attesa fuori della palestra era molto nervosa. Erano tutti e due il bersaglio del killer. Il mistero del pranzo saltato
di Ilaria Purassanta
PORDENONE. Dalle telecamere di Pordenone e Cordenons affiora, a poco a poco, la mappa degli spostamenti di Teresa Costanza e Trifone Ragone nel giorno dell’omicidio. Spunta un video, diffuso alla stampa, che immortala la Suzuki Alto bianca proprio in quel fatidico martedì 17 marzo.
Ulteriori tasselli che potrebbero avvicinare gli inquirenti all’assassino, insieme alla comparazione dei profili genetici e delle impronte digitali rinvenute sia nell’appartamento che nell’automobile. Ma quali risultati concreti potrebbero emergere dai vari filoni di indagine? Abbiamo provato a fare il punto.
Fidanzati uccisi a Pordenone, nuovo video del giorno del delitto
Gli inquirenti stanno tracciando la mappa degli spostamenti della coppia nel giorno dell’omicidio. Grazie alle telecamere stanno ricostruendo quel fatidico martedì 17 marzo, quando Teresa Costanza e Trifone Ragone sono stati giustiziati nel parcheggio di via Interna. Un video, che pubblichiamo, immortala la Suzuki Alto bianca, con la giovane agrigentina al volante, che ritorna indietro, alle 8.03, verso Pordenone. L'auto della ragazza si vede transitare nei primi 6 secondi del filmato.Secondo quanto si è appreso, esiste anche un altro video che riprende l’automobile con i fidanzati a bordo che transita in viale Venezia: Teresa stava accompagnando Trifone alla caserma di Cordenons.
Telecamere. Al vaglio dei carabinieri, centinaia di nastri degli impianti di video-sorveglianza. Cominciano ad arrivare i primi elementi utili alle indagini. I militari dell’Arma hanno visionato le riprese relative all’ultima giornata trascorsa dai due fidanzati. Nel video pubblicato sul nostro sito, si vede la Suzuki Alto che percorre viale Venezia, da Cordenons verso Pordenone. Una manciata di secondi, fissata dai nastri alle 8.03 del mattino.
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Al volante c’è Teresa: ha appena accompagnato il suo fidanzato Trifone alla caserma De Carli a Cordenons e sta rientrando verso il capoluogo. I carabinieri hanno già rintracciato il video del viaggio d’andata, con i due giovani a bordo della Suzuki Alto. I dati delle telecamere, come ha spiegato il procuratore della Repubblica Marco Martani, potranno risultare utili in un secondo momento, quando ci si concentrerà sui singoli soggetti coinvolti nell’indagine. I video potranno sciogliere anche il mistero dell’ultima pausa pranzo di Teresa.
Esiti delle perizie. I tempi sono piuttosto lunghi per l’esito delle consulenze tecniche richieste dalla Procura. Gli esperti avranno 90 giorni di tempo per presentare i risultati.
Impronte e dna. Anche sulla Suzuki Alto sono state trovate impronte digitali di terzi, oltre al capello. Vista la dinamica dell’esecuzione, spietata e fulminea, con 6 colpi di calibro 7.65 sparati a una distanza di 20-30 centimetri, in Procura si dubita che il killer possa aver lasciato tracce biologiche dentro l’automobile mentre sparava. Potrebbe, invece, aver lasciato delle impronte all’esterno della Suzuki Alto.
Una pistola facile da reperire, ma non letale sempre
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Quando sono stati effettuati i rilievi della scientifica, però, la scena del crimine nel parcheggio di via Interna era contaminata, anche dagli stessi soccorritori. Senza contare che le impronte potrebbero appartenere anche ad amici della coppia, a passanti che hanno appoggiato casualmente le mani alla carrozzeria. Insomma a persone che nulla hanno a che fare con il delitto.
Le procedure dei Ris. Gli esperti del Ris dovranno estrapolare le impronte, possibilmente confrontabili (ovvero devono comprendere i famosi 17 punti) e quindi compararle con le banche dati in loro possesso. Saranno sottoposti allo stesso procedimento di confronto anche i campioni biologici rinvenuti nell’automobile e nell’appartamento di via Chioggia dove i due giovani fidanzati convivevano da maggio 2014.
In tal modo si potrà verificare, in prima battuta, se sull’automobile o nell’appartamento abbia lasciato tracce un soggetto schedato dalle forze dell’ordine, con alle spalle altri reati.Esaurita questa prima fase, come ha precisato lo stesso Martani, «il Ris ci chiederà campioni di confronto. Si procederà alla comparazione dei profili genetici, andando per esclusione, scartando, di volta in volta, le persone che, a vario titolo e per motivi leciti, si trovavano attorno al veicolo».
Conti correnti. Nessuna sorpresa dal conto corrente di Trifone Ragone. Ora gli inquirenti stanno passando al setaccio quello di Teresa.
La pistola. La perizia balistica dirà agli inquirenti se la calibro 7.65 aveva o meno un silenziatore rudimentale. E anche questo dirà qualcosa in più sull’assassino.
Screzio. Dove si annida il contrasto dal quale è scaturito il movente del duplice omicidio?
È questa la domanda che si pongono gli inquirenti. Perché «un contrasto ci deve essere stato, fra la coppia e il suo assassino». Lo afferma il procuratore della Repubblica di Pordenone Marco Martani. Di che natura fosse lo screzio, resta da stabilire.
Relazioni sociali Le indagini proseguono a ritmo serrato, si cerca di ricostruire la rete di relazioni sociali di Teresa Costanza e Trifone Ragone grazie all’immensa mole di dati raccolta sui social e alle testimonianze di amici e conoscenti.
Oltre 250 i verbali delle persone informate sui fatti. In caserma sono stati richiamati alcuni di loro – circa il 10 per cento – per chiarire alcuni dettagli dei loro racconti. «Le vittime – sottolinea Martani – conoscevano tantissime persone».
Non si esclude nessuna pista: gli inquirenti lavorano a tutto campo, indagando negli ambienti frequentati dai giovani, da Milano a Pordenone, da Bari a Cordenons.
Dai contesti lavorativi alle amicizie, dalla movida milanese al mondo della moda. Nessun dettaglio viene tralasciato.
Bersagli La modalità del duplice omicidio fa ritenere gli inquirenti che l’obiettivo fossero entrambi oppure il sottufficiale dell’esercito perché il killer avrebbe avuto molte occasioni di uccidere la giovane da sola.
Invece l’assassino ha atteso la coppia all’uscita della palestra, freddando prima il militare, che non gli avrebbe consentito di sparare un secondo colpo, e poi la sua fidanzata.
"Chi l'ha visto". «Teresa quella sera era molto nervosa, i testimoni l’hanno vista camminare su e giù per le scale, fumando sigarette, fuori dalla palestra». A rivelare il nervosismo della trentenne di origine agrigentina è la trasmissione di “Chi l’ha visto”.
Nella puntata di ieri sera, il servizio dell’inviato – con vedute dall’alto dell’area del palazzetto dello sport realizzate con un drone – si è parlato anche del mistero dell’ultima pausa pranzo di Teresa.
Quelle due ore, dalle 12.20 alle 14.46, in cui è uscita dall’ufficio delle assicurazioni Zurich dove lavorava, dopo aver declinato a un invito a un pranzo di lavoro, accettato invece poche ore prima.
Teresa aveva detto al figlio del titolare Marco Nicoli che doveva vedere il suo fidanzato. Invece dalla cella telefonica che aggancia il suo cellulare si evince, secondo “Chi l’ha visto?” che la giovane, uscita dall’ufficio, non sia andata a prendere Trifone, bensì si sia diretta a poca distanza dall’appartamento in via Chioggia.
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