@ Rod: per carità, io sono una
kakka sekka in campo letterario e non voglio giudicare nessuno, ma se c'è una cosa che ci ha insegnato la letteratura e forse quella è l'unica cosa che ci ha insegnato (cit. Homer Simpson
) è che i più grandi autori riciclano le loro stesse idee all'infinito: stessi personaggi per storie simili, non esplorano e alla fine risultano noiosi.
Io ho scritto un libro che si chiama "Slam 2000", credo che questo tu lo sappia (anzi, compralo o ti ammazzo) e volevo redigere un seguito che si sarebbe chiamato "Slam Legacy". Ebbene, per quanto concerne l'idea "di base" della storia ho trovato questo "Slam Legacy" incredibilmente simile a "Città di carta" di John Green.
Incuriosito, sono andato a vedere delle recensioni sui suoi libri e...
sorpresa-sorpresa... sembrerebbero tutti basati su cliché con gli stessi personaggi riciclati per storie molto simili fra di loro.
Il concetto è quello del ristorante: se sei un cuoco e sei bravo a fare gli spaghetti allo scoglio, piatto che ti garantisce tot entrate al mese, non ti cimenti anche nella parmigiana di melanzane, perché rischi di perderci
schei. Stesso cosa per gli scrittori: quando trovano l'alchimia giusta non la cambiano nemmeno con una pistola puntata alla tempia.
Per me invece lo scrivere è cercare nuove strade, nuovi tipi di dialettica, condividere... ecco cosa non fanno gli scrittori odierni.