Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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LIBRI - cosa state leggendo, ora?

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2022 08:11
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31/08/2015 00:36

Il film sarà a livello di Piccoli brividi, ma per me rimane una grande cagata.
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01/09/2015 14:55

Re:
Rodman86, 30/08/2015 12:50:

Da amante di Stephen King, ho appena terminato 22/11/'63. Lo consiglio a tutti quelli che apprezzano il genere.



Premessa: non amo il genere, ma proprio zero. Però mi stava un pò sulle scatole il fatto di non aver mai avuto il coraggio di leggere proprio niente niente di King. Di questo libro mi intrigava la storia, l'eterno mistero irrisolto dell'assassinio di Kennedy, i salti temporali e cose del genere che invece amo.
"Ma no, vai tranquilla, non è il solito King, non fa paura, tutto a posto"
Alla seconda martellata ho mollato il libro, mannaggia a "loro" [SM=g11335]
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04/09/2015 03:24

@ Rod: per carità, io sono una kakka sekka in campo letterario e non voglio giudicare nessuno, ma se c'è una cosa che ci ha insegnato la letteratura e forse quella è l'unica cosa che ci ha insegnato (cit. Homer Simpson [SM=x52092]) è che i più grandi autori riciclano le loro stesse idee all'infinito: stessi personaggi per storie simili, non esplorano e alla fine risultano noiosi.
Io ho scritto un libro che si chiama "Slam 2000", credo che questo tu lo sappia (anzi, compralo o ti ammazzo) e volevo redigere un seguito che si sarebbe chiamato "Slam Legacy". Ebbene, per quanto concerne l'idea "di base" della storia ho trovato questo "Slam Legacy" incredibilmente simile a "Città di carta" di John Green.
Incuriosito, sono andato a vedere delle recensioni sui suoi libri e... sorpresa-sorpresa... sembrerebbero tutti basati su cliché con gli stessi personaggi riciclati per storie molto simili fra di loro.
Il concetto è quello del ristorante: se sei un cuoco e sei bravo a fare gli spaghetti allo scoglio, piatto che ti garantisce tot entrate al mese, non ti cimenti anche nella parmigiana di melanzane, perché rischi di perderci schei. Stesso cosa per gli scrittori: quando trovano l'alchimia giusta non la cambiano nemmeno con una pistola puntata alla tempia.
Per me invece lo scrivere è cercare nuove strade, nuovi tipi di dialettica, condividere... ecco cosa non fanno gli scrittori odierni.




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04/09/2015 11:56

Re: Re:
!LULLABY!, 01/09/2015 14:55:



Premessa: non amo il genere, ma proprio zero. Però mi stava un pò sulle scatole il fatto di non aver mai avuto il coraggio di leggere proprio niente niente di King. Di questo libro mi intrigava la storia, l'eterno mistero irrisolto dell'assassinio di Kennedy, i salti temporali e cose del genere che invece amo.
"Ma no, vai tranquilla, non è il solito King, non fa paura, tutto a posto"
Alla seconda martellata ho mollato il libro, mannaggia a "loro" [SM=g11335]



Diciamo che è molto meno cruento della media dei libri di King, però se non ti piace il suo stile di certo non è questo che ti fa cambiare idea.
In generale lo trovo uno dei suoi libri più riusciti.

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04/09/2015 14:03

Re:
Davide, 04/09/2015 03:24:

volevo redigere un seguito che si sarebbe chiamato "Slam Legacy". Ebbene, per quanto concerne l'idea "di base" della storia ho trovato questo "Slam Legacy" incredibilmente simile a "Città di carta" di John Green.
Incuriosito, sono andato a vedere delle recensioni sui suoi libri e... sorpresa-sorpresa... sembrerebbero tutti basati su cliché con gli stessi personaggi riciclati per storie molto simili fra di loro.



Quindi stavi per scrivere un libro pieno di clichè e cazzate? [SM=x49399]
Cmq te l'ho già detto privatamente, io a sta storia del libro condiviso non ci credo neanche un pò. E' un'idea innovativa come ne abbiamo viste tante su BC in questi anni ma non fattibile perchè ogni libro rispecchia il punto di vista del singolo scrittore.



[SM=x49409] BASKET CONNECTION, FIERI DI NON FARE SCHIFO [SM=g6025825]
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16/03/2016 12:08

Quinta Colonna di Agatha Christie



Nella primavera del 1940, mentre nel continente le armate alleate stanno subendo duri colpi da parte dell'esercito nazista, l'Inghilterra si prepara alla resistenza. Tra i volontari richiamati in servizio c'è anche Tommy Beresford, l'ex "giovane avventuriero". Anche se sono passati più di vent'anni dalla sua ultima missione, all'ex agente segreto viene affidato un incarico di straordinaria importanza: scoprire chi si cela sotto le misteriose sigle N e M, nomi in codice dei capi della quinta colonna tedesca. L'indagine, che si svolge in una insospettabile pensione sulla costa, si presenta subito molto difficile, ma, per fortuna, al fianco di Tommy ricompare, a sorpresa, la moglie Tuppence, la vecchia compagna di mille avventure.
Con questo romanzo, scritto nel 1941, all'epoca degli avvenimenti narrati, la Christie ha realizzato una delle più avvincenti storie di spionaggio della sua carriera.

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16/03/2016 15:13

Leggo bene solo ora...

Iuzzolino, 9/4/2015 2:03 PM:

Quindi stavi per scrivere un libro pieno di clichè e cazzate? [SM=x49399]


Mi sono ribaltato dalla sedia, ah ah ah! [SM=x2607564]

@ Lullaby: quindi a te piacciono i gialli ma non i casi di cronaca nera perché fai distinzione tra fiction e realtà?
Sono interessato al tuo punto di vista perché mi sono confrontato con molti altri sull'argomento.



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16/03/2016 15:20

Esatto. Ma anche sui gialli sono molto selettiva, solo classici. Poca violenza e molta psicologia, non mi piacciono i moderni, gli unici autori gialli che leggo sono Agatha Christie, Conan Doyle e alcuni autori ancora precedenti tipo Edgar Wallace.
E, ovviamente, guardo La Signora in Giallo [SM=x52092]
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16/03/2016 18:06

Capisco, diciamo che il concetto della psicologia vs particolari truculenti non mi è nuovo, l'ho sentito spesso da persone interessate alla criminologia ma che avevano timore della "violenza" come dici tu.
A quanto pare dovrò aggiornare questa lista. [SM=g27835]



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21/03/2016 10:55

Sì è vero, manca il profilo di quello completamente disinteressato alla violenza e alla ricerca dei risvolti psicologici ma con nessun interesse alla professione di criminologo :D
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22/03/2016 10:48

In realtà quasi nessun appassionato della vera criminologia è morbosamente attirato dal lato della violenza... a parte un tipo che ho descritto e che secondo me ha qualche paturnia mentale. Io quando e se studio una dinamica di un delitto è proprio per capire il lato psicologico, ma perlopiù mi interesso di profiling, processi e ultimamente della fase di esecuzione della pena.
Se apri un qualsiasi libro di criminologia trovi le teorie psicologiche, sociologiche, biologiche, ecc...
Nessun "squartamento"... è la televisione che fa credere che sia così.
Spetta ai periti nominati dai giudici e ai consulenti di parte ossia agli esperti di balistica, di tracce ematiche, chirurghi, ecc... (criminalistica) entrare nei particolari su come uno è stato ucciso.
Certo, interessarsi di alcune dinamiche fa male, vedi omicidio di David Raggi che è successo circa un anno fa, però senza non puoi capire com'è andato il processo.
In definitiva io penso che i gialli e la criminologia (che non è criminalistica) siano strettamente correlati, certo che la criminologia non è appassionante come un romanzo giallo e a volte può essere pure noiosa.
Ad esempio io dal lato criminalistico non mi interesso tanto di coltellate e di quelle "belle" cosine lì, ma perlopiù di reati compiuti con le nuove tecnologie. Insomma, per farla breve, non passo il mio tempo a sbavare su mortammazzati.



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30/06/2016 09:58



Per l'amica Leslie, Gwendolyn è una ragazza fortunata: quanti possono dire di abitare in un palazzo antico nel cuore di Londra, pieno di saloni, quadri e passaggi segreti? E quanti, fra gli studenti della Saint Lennox High School, possono vantare una famiglia altrettanto speciale, che da una generazione all'altra si tramanda poteri misteriosi? Eppure Gwen non ne è affatto convinta. Da quando, a causa della morte del padre, si è trasferita con la mamma e i fratelli in quella casa, la sua vita le sembra sensibilmente peggiorata. La nonna, Lady Arisa, comanda tutti a bacchetta con piglio da nobildonna e con l'aiuto dell'inquietante maggiordomo Mr Bernhard, e zia Glenda considera lei, Gwen, una ragazzina superficiale e certamente non all'altezza del nome dei Montrose. E poi c'è Charlotte, sua cugina: capelli rossi, aggraziata, bravissima a scuola e con un sorriso da Monna Lisa. È lei la prescelta, colei che dalla nascita è stata addestrata per il grande giorno in cui compirà il primo salto nel passato. Charlotte si dà un sacco di arie, ma Gwen proprio non la invidia: sa bene che si tratta di una missione pericolosissima non solo per la sua famiglia ma per l'umanità intera, e da cui potrebbe non esserci ritorno. E non importa se Charlotte non viaggerà sola ma sarà accompagnata da un altro prescelto, Gideon de Villiers, occhi verdi e sorriso sprezzante... Gwen non vorrebbe davvero trovarsi al suo posto. Per nulla al mondo...




Ho iniziato Green, l'ultimo. La trilogia è carina nel suo genere, scorrevole e si fa leggere bene, niente di impegnativo. I viaggi del tempo sono ormai sdoganati un pò da tutti, ma devo dire che per quanto ho letto finora alcune idee sono originali. Solo la storia d'amore ogni tanto la trovo melensa, stile Twilight...per fortuna rimane a margine.
Dimenticavo...mi piace anche perchè è ambientato un pò nella vecchia Londra [SM=g27828]
[Modificato da !LULLABY! 30/06/2016 09:59]
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16/10/2016 18:40



È sempre stato difficile essere Harry Potter e non è molto più facile ora che è un impiegato del Ministero della Magia oberato di lavoro, marito e padre di tre figli in età scolare. Mentre Harry Potter fa i conti con un passato che si rifiuta di rimanere tale, il secondogenito Albus deve lottare con il peso dell'eredità famigliare che non ha mai voluto. Il passato e il presente si fondono minacciosamente e padre e figlio apprendono una scomoda verità: talvolta l'oscurità proviene da luoghi inaspettati. Basato su una storia originale di J.K. Rowling, John Tiffany e Jack Thorne. Un nuovo spettacolo diviso in parti uno e due. Il volume conterrà in un'unica edizione entrambe le parti.
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17/10/2016 16:21

Questo libro mi incuriosisce per due motivi.
Primo motivo: dalla regia mi dicono che è scritto come sceneggiatura teatrale o qualcosa di simile e alcuni potteriani mi hanno già detto che "a naso non mi piace".
Secondo motivo: voglio vedere se risentirà della Brexit. Può sembrare stupido e quando l'ho detto a qualcuno mi ha riso in faccia, ma questa immagine negativa che il mondo britannico sta dando di sé a tutto il pianeta per me influirà in ogni campo. Il fatto di rendere Harry Potter una "storia istituzionale" (ne abbiamo già parlato altrove) col principe William che agita le bacchette facendosi fotografare in pose silentiane, secondo me potrebbe pesare sulle vendite.
Alcune testate parlano di "boom di vendite", ma sarebbe interessante vederle confrontate con quelle degli altri libri della saga.

Poi c'è un terzo motivo che in realtà si rifà a miei pensieri malsani, ma lo dico lo stesso: per me Kishimoto e la Rowling in questi anni si sono copiati a vicenda, sarei curioso di leggere la storia per vedere se il dopo-Naruto è simile se non uguale ad dopo-Harry Potter.

Naturalmente c'è anche la questione antropologica e sociologica: una storia familiare nell'ottica-potteriana può risultare ridicola. La fan base era di ragazzini che si facevano viaggioni mentali su avventure amorose. Una volta cancellato quello hai tolto il 50% dell'attrattiva del lettore medio.
Come se in Slam Legacy dicessi: e fu così che Ivan portò le sue figlie al centro commerciale.
Bèlo.



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17/10/2016 22:41

Re:
Davide, 10/17/2016 4:21 PM:

Secondo motivo: voglio vedere se risentirà della Brexit. Può sembrare stupido e quando l'ho detto a qualcuno mi ha riso in faccia, ma questa immagine negativa che il mondo britannico sta dando di sé a tutto il pianeta per me influirà in ogni campo. Il fatto di rendere Harry Potter una "storia istituzionale" (ne abbiamo già parlato altrove) col principe William che agita le bacchette facendosi fotografare in pose silentiane, secondo me potrebbe pesare sulle vendite.
Alcune testate parlano di "boom di vendite", ma sarebbe interessante vederle confrontate con quelle degli altri libri della saga.



Punto di vista interessante.



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Re:
Davide, 10/17/2016 4:21 PM:

Naturalmente c'è anche la questione antropologica e sociologica: una storia familiare nell'ottica-potteriana può risultare ridicola. La fan base era di ragazzini che si facevano viaggioni mentali su avventure amorose. Una volta cancellato quello hai tolto il 50% dell'attrattiva del lettore medio.
Come se in Slam Legacy dicessi: e fu così che Ivan portò le sue figlie al centro commerciale.
Bèlo.



Ahahahahahaha, ha il suo fascino invece!!!! [SM=x49439]
Scrivi anche che Ivan rimane senza nafta e cristona perchè il navigatore l'ha mandato in una via di campagna che non porta da nessuna parte. [SM=x2607564]



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18/10/2016 15:33

[SM=x52092] Sono d'accordo con Iuzzo, a me farebbe morir dal ridere!

Ecco la risposta a tutte le vostre domande [SM=g27835]

Iniziato e finito in 3 ore (non è record, quello lo detiene un bambino di dieci anni che l’ha letto in 59 minuti…eh ma lui non doveva mica andare a lavorare!! [SM=x52092] ) e questo già dovrebbe far capire se mi è piaciuto o no. In caso ci fossero ancora dubbi sì, mi è piaciuto moltissimo. Ancora una volta la Rowling è riuscita a cavare sangue da una rapa. Quando si pensava che ormai Harry Potter non avesse più niente di interessante da dire, ecco che la sua fantasia partorisce un seguito intrigante, interessante, che mischia le carte in tavola e nei cervelli dei potteriani. Perché i potteriani in fondo sembrano essere un po’ selettivi: sei di serpeverde e quindi non ti parlo, tuo padre era un mangiamorte quindi tu non puoi essere buono, Harry Potter è il salvatore della patria (dei maghi) per cui Albus Severus Potter (figlio) non può che essere un super mago. Ecco, dimenticate tutti i luoghi comuni. Alcune cose le metterò più avanti in spoiler per non rovinare la sorpresa a chi vuole leggerlo.

Per rispondere a Dave: confermo che è scritto come una sceneggiatura teatrale, che personalmente trovo piacevole e molto più immediata da leggere ma questo è un gusto personale, non amando i libri che si dilungano in minuziose descrizioni trovo più piacevole leggere: “tizio e caio escono dalla casa sullo sfondo si vede un ombra” e poi il dialogo. Comunque non mi è sembrato un limite, ma dipende dall’immaginazione che fai lavorare quando leggi un libro. La mia lavora molto per cui zero problemi.

Discorso Brexit: per risponderti devo prima documentarmi sulle vendite…così ad occhio non mi sembra che ne abbia risentito, dicono due milioni di copie solo in Inghilterra a 24 ore dall’uscita. Devo dire che questo mi rende felice, dimostra una volta di più che per fortuna ci sono cose come la musica, l’arte e la letteratura che non hanno colore e nazione.

Sul confronto dopo-Naruto e dopo-Harry Potter non ti posso aiutare, magari trovi qualche risposta nello spoiler che metterò al fondo del post.

Questione antropologica e sociologica: forse sì, la fan base era di ragazzini in cerca di avventura più che di amore e soprattutto in cerca di un riscatto per chi sembrava non essere all’altezza dei coetanei più sgamati. Con le dovute eccezioni ovviamente. Ma bisogna tener presente che il primo Harry Potter è uscito in Italia nel 1998, quindi chi aveva 10 anni al tempo oggi ne ha 28 ed è sicuramente più vicino all’Harry adulto. Sì, forse ancora presto per apprezzare l’analisi del rapporto padre-figlio ma sicuramente più interessato a quel tipo di approfondimento che non alla storia del cane a tre teste del primo libro, ad esempio. I lettori di Harry Potter in pratica sono cresciuti con lui. Il fatto che Harry ed Hermione lavorino al Ministero della magia è abbastanza marginale per la storia in sè quindi non stride più di tanto.
Una cosa che mi è piaciuta molto e che un po’ mancava negli altri libri è una certa vena ironica di alcuni personaggi.

Testo nascosto clicca qui


E poi c’è lo scoop…ma quello non lo rivelo neanche in spoiler, è troppo! [SM=g27828]
Basta, non voglio svelare altro. Un ultima cosa che vorrei dire (e che Dave dice spesso con altri termini, lo dico ad onor del vero) in questo ultimo libro è ancora più forte il messaggio che la Rowling fa emergere dai suoi libri: nessuno è buono o cattivo, sono le scelte che facciamo che indirizzano la nostra vita.
In questo senso spettacolare la battuta di Ron:

Testo nascosto clicca qui


Un po’ come dicono gli Afterhours nel loro ultimo disco nella canzone “Non voglio ritrovare il tuo nome” (scusate ma ultimamente ho il trip per Manuel Agnelli):
Scava, sotto i buoni c'è un cadavere
Sotto ai cattivi un angelo
Ucciso da un'idea



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18/10/2016 16:41

Premesso che sono d'accordo con le cose che non cito.
Un po' al volo e nella più assoluta ignoranza: non mi sembra che ci siano somiglianze col seguito di Naruto, il che è un sollievo perché la questione era inquietante.
La figura della seconda generazione sembra interessante, non solo per il vivere all'ombra di qualcuno, ma anche per il vivere in un mondo apparentemente pacificato (o quasi, altrimenti la storia non sarebbe stata scritta).
Infatti io credo che le prodezze di Harry Potter (sconfitta del Basilisco al secondo anno, l'Expecto Patronum al terzo, ecc...) non siano state poste in essere per potenziale magico, ma perché il personaggio è stato spinto oltre i limiti delle sue capacità dalle avversità.
E anche perché ovviamente è il protagonista e come ogni protagonista di libri per ragazzi ha coolo.
Mi piace molto questa storia della bontà e della cattiveria vista come un Giano Bifronte e mi piace anche l'ironia con cui la Rowling ha affrontato la questione, però preciso che io non parlo solo di scelte, ma anche di situazioni precedenti alle scelte.
Per me sono le situazioni che uniscono e dividono le persone, la gente poi si comporta di conseguenza sulla base di preconcetti, schemi mentali e bisogni fisici. Quindi come vedi le mere scelte sono una piccola parte del discorso.
Faccio un esempio stupido: io e Steve in questo momento siamo amici, ma se partendo da zero avessi letto una sua cazzata su Facebook e fosse scattato il flame probabilmente non ci saremmo più cagati e ci saremmo considerati vicendevolmente dei cretini. Come vedi non è solo una questione di scelte, bensì di situazioni e schemi mentali.
Parole come "amore", "bontà" e "cattiveria" ci appartengono fino a un certo punto, perché rientrano in una sfera intangibile delle personalità e anche della nostra spiritualità.
Io sono del parere che, partendo dai nostri preconcetti, ci si debba aprire agli altri, tenendo comunque presente che può arrivarti un palo in culo da un momento all'altro. [SM=x52092]
La questione è interessante, coinvolge la psicologia, la genetica, il diritto e meriterebbe di essere approfondita, infatti la mia tesi triennale "Si può nascere criminali?" si concludeva con un quasi nulla di fatto, si dovrebbe riprenderla, Iulius ci aveva lavorato nei suoi ultimi mesi, ha lasciato un sacco di fogli scritti a mano con una matita che non ho mai letto.
Magari ha fatto una scoperta da Nobel e noi non lo sappiamo ancora.
Sono contento per te che tu abbia una fervida immaginazione, tienitela stretta perché è un grande dono.

P.S. Mi spiace essere parzialmente in disaccordo su un punto: Harry Potter trasuda il mondo britannico da tutti i pori, quindi io credo che abbia un colore e anche una nazione, altrimenti i reali inglesi non l'avrebbero istituzionalizzato, però è anche vero che quando una cosa è così bella diventa patrimonio dell'umanità, questo assolutamente sì.



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18/10/2016 16:53

Re:
Davide, 18/10/2016 16.41:


Faccio un esempio stupido: io e Steve in questo momento siamo amici, ma se partendo da zero avessi letto una sua cazzata su Facebook e fosse scattato il flame probabilmente non ci saremmo più cagati e ci saremmo considerati vicendevolmente dei cretini. Come vedi non è solo una questione di scelte, bensì di situazioni e schemi mentali.



Sono parzialmente d'accordo con te. Prendendo il tuo esempio: leggendo la sua cazzata tu avresti avuto due possibilità, far scattare il flame oppure chiedere spiegazioni prima di attaccarlo...anzi facciamo tre, avresti anche potuto ignorarlo, ma così non si sarebbe andati da nessuna parte. Scegliere come reagire a determinate situazioni che si creano è pur sempre una scelta personale che spesso determina le conseguenze. Due amici litigano? Sta a loro scegliere se non parlarsi più per il resto della vita o lasciar correre e ricominciare. In questo senso intendo che è una questione di scelte che certo, come dici tu, spesso sono determinate dalle situazioni che si creano.
Sugli schemi mentali, sono d'accordo che è difficilissimo abbatterli. Difficile ma non impossibile.


Io sono del parere che, partendo dai nostri preconcetti, ci si debba aprire agli altri, tenendo comunque presente che può arrivarti un palo in culo da un momento all'altro. [SM=x52092]



Assolutamente, perfettamente d'accordo [SM=x52092]


La questione è interessante, coinvolge la psicologia, la genetica, il diritto e meriterebbe di essere approfondita, infatti la mia tesi triennale "Si può nascere criminali?" si concludeva con un quasi nulla di fatto, si dovrebbe riprenderla, Iulius ci aveva lavorato nei suoi ultimi mesi, ha lasciato un sacco di fogli scritti a mano con una matita che non ho mai letto.
Magari ha fatto una scoperta da Nobel e noi non lo sappiamo ancora.



Sarebbe interessante scoprirlo!


P.S. Mi spiace essere parzialmente in disaccordo su un punto: Harry Potter trasuda il mondo britannico da tutti i pori, quindi io credo che abbia un colore e anche una nazione, altrimenti i reali inglesi non l'avrebbero istituzionalizzato, però è anche vero che quando una cosa è così bella diventa patrimonio dell'umanità, questo assolutamente sì.



Beh sì è chiaro che un'impronta ce l'ha, anche come ambientazione del resto. E credo che su questo sia stata cavalcata l'onda del successo. Quello che intendevo era l'ultima frase che hai detto tu [SM=g27811]


[Modificato da !LULLABY! 18/10/2016 16:54]
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18/10/2016 17:19


Sono parzialmente d'accordo con te. Prendendo il tuo esempio: leggendo la sua cazzata tu avresti avuto due possibilità, far scattare il flame oppure chiedere spiegazioni prima di attaccarlo...anzi facciamo tre, avresti anche potuto ignorarlo, ma così non si sarebbe andati da nessuna parte. Scegliere come reagire a determinate situazioni che si creano è pur sempre una scelta personale che spesso determina le conseguenze. Due amici litigano? Sta a loro scegliere se non parlarsi più per il resto della vita o lasciar correre e ricominciare. In questo senso intendo che è una questione di scelte che certo, come dici tu, spesso sono determinate dalle situazioni che si creano.
Sugli schemi mentali, sono d'accordo che è difficilissimo abbatterli. Difficile ma non impossibile.


Specifico, ma penso che si sia capito, che il mio "partendo da zero" era riferito al fatto di cominciare un rapporto non conoscendosi.
Io ho conosciuto Steve nell'ambito-Basket Connection, ma, se una situazione ci avesse messo contro, la storia sarebbe stata diversa.
Perché avrei dovuto chiedere spiegazioni a un emerito sconosciuto? Potevo incrociarlo su Facebook in un suo delirio pro-Juventus (ah ah ah) e castigarlo, lui avrebbe castigato me con fierezza e la cosa sarebbe finita lì.
Perché parlo di preconcetti, schemi mentali e bisogni fisici? Perché noi siamo esseri mortali che combattono per la sopravvivenza. La "cattiveria" è un aspetto molto astratto ma che ci appartiene fortemente. Quante volte a livello cestistico si parla di "cattiveria agonistica", "azzannare alla giugulare l'avversario", ecc... Quella è una proiezione della nostra natura che è parimenti "bifronte": abbiamo sviluppato anche un intelletto e valorizzato l'empatia.
Se sei interessata all'aspetto biologico ti consiglio di leggere qualcosa sulla teoria del cervello triunico (o tripartito) di MacLean:

it.wikipedia.org/wiki/Triune_Brain

Le neuroscienze sono favolose, peccato che non ci capisca una fava o quasi.
Detto questo, ciò che dici sulle scelte è vero: anche da queste nascono gli ambiti su cui poi si sovrappongono nuove scelte.



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