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News di mercato dall'Italia

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2020 19:02
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04/07/2005 10:55

L’Armani sposa il made in Italy


04/07/2005 08:53
Il lungo di Siena è un «portafortuna»: ha vinto tre titoli con tre squadre diverse

- Corriere della Sera -

Caccia grossa per l’ Olimpia, che mette a segno il secondo colpo di mercato. Dopo l’arrivo di Massimo Bulleri da Treviso, adesso da Siena avanza l’ombra lunga di Giacomo Galanda. Milano raddoppia le corsie dell’autostrada play-pivot, e inserisce la dorsale della nazionale italiana, quella del miracolo d’argento alle Olimpiadi di Atene. Non male, anzi bellissimo anche che i primi due acquisti importanti riguardino due giocatori italiani. L’innesto di Galanda, non ancora confermato dalla società ma ampiamente annunciato, va ad inserirsi perfettamente nel puzzle cui pazientemente ha lavorato, e lavora, Lino Lardo e fornisce miglior fluidità alla manovra offensiva. Un lungo come Galanda (210 cm) che tira dalla linea dei 3 punti con percentuali micidiali, garantisce l’apertura di qualsiasi difesa.
Se Jack è uno dei giocatori a cui Carlo Recalcati è maggiormente legato, insieme hanno vinto 3 scudetti in tre città diverse (Varese, Bologna, Siena, sempre al primo anno), e ancora insieme hanno compiute le più recenti e imprevedibili imprese azzurre (ultima, l’argento olimpico di Atene), dovendosi separare, dove poteva finire Galanda, se non alla corte di Lino Lardo, da tutti considerato l’erede spirituale del Charlie nazionale?
Vista poi la caratteristica di centrare ogni volta lo scudetto al primo anno in una società nuova, l’ingaggio di Galanda suona anche di buon auspicio. Il che genera effervescenza tra i tifosi, un clima rinfrescante nell’ estate, la prima in cui, si respira aria d’alta quota.
Se ne va invece James Singleton, verso Los Angeles (sponda Clippers) o Boston, perché il richiamo delle sirene della Nba è irresistibile per un giovane nero americano. Anche Cavaliero andrà a farsi le ossa, poco lontano, a Biella, per essere sempre sotto controllo.
Ieri Sasha Djordjevic, nella sua Belgrado, ha ospitato il meglio del basket d’Europa, per la festa d’addio. Ma ha rialzato qualche speranziella di Milano, specificando che di addio si tratta, ma sostanzialmente alla nazionale del suo Paese. Prima non aveva detto così. Sogna l’Armani.
Werther Pedrazzi


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