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Alex Schwazer positivo al doping!!

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2021 00:06
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06/08/2012 21:58

Infatti questa vicenda è destinata a scoperchiare il vaso di Pandora...
Se è vero che tutti si dopano, se ne parlerà a lungo...



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06/08/2012 22:09

Beh, si può dire che la notizia ha rovinato la giornata olimpica...

[IMG]http://i46.tinypic.com/2rmtj5j.png[/IMG]



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06/08/2012 23:43

Re:
=Condor11=, 06/08/2012 21.56:

Ma che bravi che sono tutti quando il coglione di turno si fa beccare, ad iniziare dagli ex atleti: tutti scandalizzati, indignati, incazzati...


L'allenatore Didoni (ex campione) a Sky era praticamente in lacrime, ha parlato di tradimento, ha tirato in ballo addirittura che gli aveva fatto fare il padrino della figlia a battesimo poco tempo fa e come l'avesse deluso.

Ora, da quello che si sa chi fa assunzione di EPO deve seguire tabelle di allenamento prestabilite, carichi di lavoro precisi nell'arco delle settimane, insomma non è un farmaco da "una botta e via".
Possibile che il suo allenatore, che per sua stessa ammissione "loseguiva quasi tutti i giorni", ne fosse all'oscuro?

06/08/2012 23:49

=Condor11=, 06/08/2012 21.56:

ad iniziare dagli ex atleti



Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel Tempio,
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07/08/2012 11:46

Re:
Davide, 06/08/2012 21.58:

Infatti questa vicenda è destinata a scoperchiare il vaso di Pandora...
Se è vero che tutti si dopano, se ne parlerà a lungo...




io non ci credo che tutti si dopano, però mi viene il sospetto che chi si dopa abbia trovato un modo per eludere i controlli. Però come?
07/08/2012 12:26

Io invece credo che tutti si dopino. Perché alcuni fisici ed alcune prestazioni non mi sembrano naturali, non credo si possa arrivare a certi livelli col solo allenamento.

ps quanto c'è di vero nella frase ho fatto tutto da solo, mercato virtuale, neanche l'allenatore sapeva?!
07/08/2012 12:33

Basta guardare certi fisici, chi ha fatto sport o ha avuto modo di parlare con preparatori atletici sa, il resto e' noia
07/08/2012 12:56

Ovviamente dipende anche dalla disciplina. Galiazzo&co non si dopano (almeno finché il ragù di cinghiale non sarà doping), conviene a chi fa sport che sono tutta potenza (sollevamento pesi, lancio del peso), o a chi fa tutta resistenza (ciclismo, marcia). Chi sta in mezzo proprio come gli sport di squadra ha meno vantaggi (che non significa siano nulli). Inoltre è importantissima la componente tecnica, meno c'è tecnica e più avvantaggia doparsi.
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07/08/2012 14:24

DeMario ho sentito parlare di mark messi dentro ai farmaci così che se la sostanza non è rintracciabile rimane comunque in circolo questo componente chimico che segnala appunto che è stato utilizzato del doping. Quanto c'è di vero?
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07/08/2012 14:36

Mi è piaciuto lo scambio di idee fra Condor e DeMario, insieme IMHO hanno spiegato perfettamente la situazione. [SM=g27811]
Comunque le novità sono che il padre si è addossato la colpa e ha parlato di "famiglia meravigliosa", ma a quanto pare il controllo non è stato casuale, perché sembra che Schwarzer frequentasse un medico indagato per doping [...].

P.S. se potete correggete il cognome nel titolo... altrimenti i motori di ricerca piangono! [IMG]http://i49.tinypic.com/2ykgknk.jpg[/IMG]



07/08/2012 14:38

A me sembra corretto il nome. Dovrebbe essere proprio così, senza "r"...

www.alexschwazer.com/dettaglio_editoriale.php?template=atl...
07/08/2012 14:46

Tornando a parlare di doping aggiungo anche una terza categoria, spesso misconosciuta: propanololo (un tempo), atenololo (oggi). Sono betabloccanti, cioè farmaci che normalmente non fanno niente però quando arriva una botta di adrenalina il cuore non la sente, viene (ab)usato negli sport dove è importante restare calmi e non tremare, tipicamente formula 1, tiro con arco, sparo con qualsiasi cosa, studenti universitari prima degli esami.
In teroia funziona quasi come un calmante, ma solo quando uno sta per agitarsi, una benzopiazedina per esempio è simile, ma rincoglionisce uno se è già tranquillo, va bene solo durante l'attacco di panico.
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07/08/2012 15:40

Io non ho sentito troppe condanne feroci degli addetti ai lavori, anzi s'è ricordato più volte di non lasciarlo solo. Stefano Tilli ha detto che non bisognerebbe esagerare definendolo ladro o traditore, come sta accadendo sui social network.


Forse si può dare una spiegazione. Io credo nell'onestà dei tecnci Federali e dello staff che lo seguiva.



Michele Didoni, milanese di 38 anni, carabiniere (come Alex) è da due anni l'allenatore del campione olimpico di Pechino. Didoni sa bene come si fa... Nel 1995 ha vinto il titolo mondiale della 20 chilometri disputata a Göteborg. Abbiamo incontrato Michele a Sankt Moritz, in Svizzera, dove tecnico e atleta sono stati in ritiro dal primo giugno al 15 luglio. Nell'amena località turistica diventata famosa in passato per avere ospitato l'avvocato Agnelli, Michele e Alex hanno programmato quarantacinque giorni di duro lavoro. Un periodo tosto sia per l'atleta sia per l'allenatore.

[...]

Lasciata Sankt Moritz, come vi avvicinerete a Londra?
“Intanto un po' di scarico, nel senso che per qualche giorno si è riposato attivamente a casa. Poi ha raggiunto Oberstdorf, in Germania, dove si allena abitualmente Carolina e dove Alex ha lavorato prima dei test su 20 km e 50 km svolti a marzo. Un avvicinamento tranquillo a Londra. Voglio che Alex viva serenamente la preparazione. Stare con la sua fidanzata e vedere altre facce è molto positivo. Io lo raggiungerò in occasione di allenamenti particolari, starò con lui qualche giorno. A me interessa che Alex si presenti ai Giochi nel migliore modo possibile dal punto di vista psicologico”.




«Nessuno sapeva niente, neppure Carolina, neppure l'allenatore Michele Didoni. L'ho fatto perché volevo di più. Volevo essere più forte, andare più veloce. Ho preso questa decisione a metà luglio, dopo aver concluso la preparazione a S. Moritz. Quello che ho fatto prima è tutto a pane e acqua, ve lo giuro. L'epo l'ho assunta a metà luglio, a Oberstdorf. Ho trovato tutto su Internet dove era spiegato anche il modo per iniettarla. Poi è arrivato quel 30 luglio e mi hanno chiesto un campione di urina. Da quel momento non ci ho capito più nulla. Mi è crollato il mondo addosso, sapevo che mi avrebbero scoperto. L'influenza? Era una bugia, non me la sentivo di partire con questa spada di Damocle. Mi sono sempre dichiarato contro il doping, ma l'anno scorso i russi mi hanno detto in faccia che facevano uso di doping. Questo pensiero era un tarlo. Avevo paura di non farcela con il solo allenamento. A Pechino ero pulitissimo, tutto è accaduto soltanto in quel maledetto giorno di luglio. Non tornerò più a marciare, mi vergogno».




Quello di Schwazer è stato un controllo a tutti gli effetti "mirato". Il nome del campione olimpico della 50 km di Pechino figura nelle carte delle diverse triangolazioni Interpol-magistrature dei singoli Paesi-Autorità mondiale antidoping. Un lavoro di intelligence nato su'inchiesta della della Procura della Repubblica di Padova e dall'inchiesta che ruota intorno alla figura del medico Michele Ferrari, la cui frequentazione è di fatto costata, pure in forma non ufficiosa perché si è trattato di una mancata convocazione e non di una sanzione, a Filippo Pozzato la partecipazione a questi Giochi.

Ci sarebbe una lista di atleti che frequenterebbero Ferrari e in questa lista emergerebbe il nome di Schwazer (che non sarebbe l'unico degli azzurri olimpici a intrattenere rapporti di collaborazione con il medico). Il controllo a sorpresa sarebbe stato dunque figlio della raccolta di queste informazioni, coordinata dall'unità speciale che ha sede all'Interpol di Lione. Arricchita anche dal fatto che Schwazer, prima della Germania, aveva trascorso un lungo periodo di allenamento a Saint Moritz, proprio una delle mete abituali di Ferrari. E allora ecco le visite a sorpresa degli ispettori, agevolate dall'archivio del sistema Williams che consente di accedere ai dati sulla reperibilità degli atleti monitorati dalle rispettive federazioni internazionali per il passaporto biologico. Passaporto biologico che, insieme al lavoro di "intelligence" citato dal presidente della Wada, sta quasi soppiantando i tradizionali esami per i primi dell'ordine d'arrivo.

Per questo motivo Schwazer deve chiarire ancora molto. Stona non poco la sua ammissione con la frase "ho fatto tutto da solo". Non convince del tutto. Non è finita qui.




Sicuramente non ha fatto tutto da solo. I rapporti non ufficiali con medici in maniera "clandestina" non sono una novità, vedi Eufemiano Fuentes e lo stesso Ferrari. Proprio queste voci hanno permesso il controllo a sorpresa. E' possibile programmare le assunzioni tra i "buchi" dei controlli, o ci saranno sicuro delle tecniche per "fregare" la rilevazioni di tali controlli. Però una percentuale di rischio c'è sempre: il metabolismo delle sostanze può essere imprevedibile, così come il controllo a sorpresa.
[Modificato da SteveH 07/08/2012 15:45]



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07/08/2012 15:55

Permettetemi... è un coglione.
I russi dopati? e allora lui ha vinto a Pechino contro chi si bombava. punto
Se fosse stato veramente più forte lo avrebbe dimostrato sabato.
Adesso verrà buttato fuori dai carabinieri con disonore e gli verrà anche revocato il contratto di sponsorizzazione con la Ferrero.
e gli sta bene.
mi sa che veramente gli toccherà tornare a mungere le vacche.
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07/08/2012 15:56

DeMario Austin, 07/08/2012 14.38:

A me sembra corretto il nome. Dovrebbe essere proprio così, senza "r"...

www.alexschwazer.com/dettaglio_editoriale.php?template=atl...


Ho ufficialmente finito di fidarmi delle testate nazionali. [IMG]http://i47.tinypic.com/347us2d.jpg[/IMG]



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07/08/2012 15:59

Stefax, 07/08/2012 15.55:

Permettetemi... è un coglione.
I russi dopati? e allora lui ha vinto a Pechino contro chi si bombava. punto
Se fosse stato veramente più forte lo avrebbe dimostrato sabato.
Adesso verrà buttato fuori dai carabinieri con disonore e gli verrà anche revocato il contratto di sponsorizzazione con la Ferrero.
e gli sta bene.
mi sa che veramente gli toccherà tornare a mungere le vacche.


[IMG]http://i47.tinypic.com/1zdp07m.png[/IMG]



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07/08/2012 16:29

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07/08/2012 16:54

Non mi capacito. Pure volendo fare i maligni (si è sempre dopato, si dopano tutti) e che quindi finora gli era andata bene, poteva anche fregarsene di essere ancora al vertice e godersi quello che aveva ottenuto e non rischiare di mandare tutto a donnine.
Comunque non vorrei si personalizzino troppo le colpe, bisogna anche chiarire le responsabilità di chi è stato complice e di chi lo seguiva e magari l'ha coperto. Capisco che sono adulti e con un proprio cervello, però chissà quali debolezze nascondono questi super-atleti, sentono il peso di dover sempre dimostrare il massimo delle prestazioni, un meccanismo inconscio in cui non accettano l'idea di non poter essere tra i "top player".
[Modificato da SteveH 07/08/2012 16:54]



07/08/2012 17:17

Vittorie= attenzione mediatica = soldi. Non scomoderei chissa' che problemi paicologici/esistenziali. Comunque per me rimane solo un coglione che si e' fatto beccare. Tra quelli che pontificano in tv il piu' pulito c'ha la rogna. Lui paghera' come tutti quelli poco furbi e paghera' , come sempre in questi casi, per tutti. Sul discorso doping avevo postato questa intervista di uno che di queste cose si occupa da anni:
=Condor11=, 20/04/2012 23.28:


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-05-21/donati-contro-doping-troppo-132317.shtml?uuid=AamU5JZD

Il consulente Wada Sandro Donati: «Contro il doping si fa troppo poco. E a Londra non sarà diverso»
di Dario Ricci

Donati: "Contro il doping si fa troppo poco. E a Londra non sarà diverso"
«Per lo sport professionistico non credo, francamente, ci sia speranza. Ma ho fiducia nella prevenzione e nell'informazione per lo sport di base, per i giovani». Le parole del professor Sandro Donati gracchiano nella cornetta del telefono e graffiano il foglio come una sentenza. Parla di doping, Donati. Argomento che analizza e studia da decenni, lui che è stato ct degli sprinter della nostra nazionale di atletica, poi dirigente Coni, ora consulente della Wada (l'Agenzia Mondiale Antidoping), e autore, tra l'altro, del Report sui traffici internazionali delle sostanze dopanti.

Chiedere a Donati, a un anno di distanza dall'accensione del tripode, che Olimpiadi si aspetta a Londra2012, è quasi pleonastico, ma da qualche parte bisogna pur cominciare...


Che Olimpiadi si aspetta, professor Donati, sotto l'aspetto della lotta al doping?

«Lotta? È un termine improprio – osserva subito Donati -. Perché a parole in molti lottano contro il doping, ma nei fatti sono ben pochi a fare qualcosa di concreto. Mi riferisco in particolare alle istituzioni sportive, che si accontentano di dare l'immagine di questo contrasto»

Prove di quello che afferma?

«Una su tutte: il numero limitatissimo di controlli antidoping a sorpresa, che sono gli unici effettivamente efficaci. È chiaro che un atleta si aspetta di essere controllato prima, durante o dopo una gara; più difficile riesca a nascondere l'assunzione di sostanze illecite se colto di sorpresa»

Eppure il numero di controlli è in costante aumento....

«Ma non quelli a sorpresa, appunto. Anche perché costano. Pensi che un normale controllo già è molto costoso di per sé, sfiorando i 500 euro. Figurarsi poi se bisogna effettuarlo aggiungendoci un lungo viaggio, magari per andare a trovare un atleta che si sta allenando dall'altro capo del mondo...»

Mi faccia capire: mi sta dicendo che a volte ci si va ad allenare in Messico, Sudamerica o Namibia non solo perché l'aria è buona...

«....Ma anche perché laggiù gli ispettori faranno sicuramente più fatica a raggiungerti. Anche perché ci sono spesso ostacoli burocratici. Se devo andare a controllare un atleta in Cina, serve un visto d'ingresso, ad esempio. È come sfiorare un campanello d'allarme, che trillando fa scattare le contromisure da parte di chi a quel controllo vuole sottrarsi. E poi, anche se il controllo lo fai...»

Che accade?

«Accade che molte sostanze non vengono rilevate. Basti pensare all'ormone della crescita, e ad altre sostanze di tipo insulinico che sono a esso correlate. E ci sono poi emoglobine di origine bovina che sfuggono alle analisi del sangue. E ancora oggi è difficilissimo individuare l'eventuale trasfusione di globuli rossi propri, magari messi “in riserva” ad arricchire e poi ritrasfusi prima della gara. E poi ci sono decine di farmaci stimolanti che neppure vengono ricercati. Insomma, l'antidoping è un groviera con dei buchi belli grossi...»

Un quadro davvero poco incoraggiante, soprattuto se a farlo è un consulente della Wada, come lei è...

«Devo dire che, onestamente, la Wada fa quel che può: ha messo a punto un protocollo internazionale, un sistema di reperimento degli atleti, fa questi controlli a sorpresa. Ma fa tutto questo con un budget ridottissimo e avendo ereditato (è stata creata nel 1999, ndr) la situazione lasciata dalla Commissione Medica del Cio, che si era guardata bene dallo studiare metodi di rilevamento dei nuovi farmaci. Pensi che la Wada fa un migliaio di controlli annuali, divisi su una cinquantina di discipline»

Controlli poco più che simbolici, quindi...

«Bravo! Ha detto la parola giusta: simbolo. Bisogna far vedere che si fa qualcosa, ma in realtà l'importante, per tutti, è non intaccare il simbolo. Su questo sono tutti d'accordo: le istituzioni sportive, la politica, i media. E il pubblico, che è l'anello che chiude la catena»

Allora liberalizziamolo, questo doping...

«Nessuno di questi soggetti se ne prenderebbe la responsabilità, soprattutto considerando i danni alla salute che sono inevitabili. Meglio piuttosto far finta di far qualcosa, con scarsissima efficacia»

Come spezzare il cerchio?

«Affidandosi a soggetti terzi. Penso alle procure, molto più efficaci delle istituzioni sportive. O alla Commissione di vigilanza sul doping: lo scorso anno su 1000 controlli su sportivi amatoriali abbiamo rilevato 56 positività. Percentuale dieci volte superiore a quella rilevata del sistema sportivo»

Possibilità di redenzione, per lo sport professionistico?

«Direi nessuna. A quel livello lo sport è business, mito che non può essere sporcato. Ci sono atleti ultraquarantenni che ancora gareggiano e puntano ai Giochi. A me la cosa spaventa un po', ma per molti sono dei miti. E ognuno ha i miti che si merita»

Per lo sport di base quale soluzione?

«Prevenzione e informazione, soprattutto per i giovani. Per far capire quali danni può fare il doping sulle loro vite»

A Londra quali nuove diavolerie dovremo aspettarci?

«Non credo molto di nuovo. Oggi non servono nuovi farmaci, basta saper mescolare con accortezza quelli già esistenti....»

Mi tolga una curiosità: i Giochi li guarderà, almeno in tv?

«Nooo! (e giù una gran risata, ndr)... magari aspetto Rio2016 per vedermi il golf, che mi piace e mi diverte...»



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07/08/2012 17:26

Quando parlo di "godersi quello che aveva ottenuto" intendo anche i guadagni, che in questi quattro anni (tra premi Coni e sponsor non sono mancati). Non capisco perché l'uomo che già non se la passa male deve essere per forza avido.



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