COTONE. SCUSATE LA LUnGHEZZA. MI RIEVOCA BEI RICORDI
Decisamente la retina in cotone!!!
Era ancora in cotone in quella partita. E quella retina mi ha cambiato la vita.
In una partita del girone dei perdenti. Persa 98 a 54. A 5 secondi dalla fine si subisce canestro.
“Che ci importa, Abbiamo perso” dice il mio compagno che pende la palla e va sulla linea di fondo per rimettere.
L’ho sempre odiato quel tizio.
Da capitano non potevo lasciare che finisse tutto.
Una partita dura 40 minuti, non 39 e 55.
Ormai gli avversari da quanto sorridono si mangiano le orecchie.
“Stasera pizza pagata dal mister!!!”
Guardano con frenesia il cronometro. Si…Si…manca poco e siete il vantaggio.
“PASSSAAAAAAA” urlo al mio compagno.
Eravamo gli unici due che giocavano, gli altri 3 guardavano se c’erano ancora i loro borsoni. Ma il numero di giocatori della nostra squadra attivi sarebbe diminuito di nuovo.
Dopo 1 secondo pieno si decide a passare. Da quel momento guarda anche lui se c’è ancora il suo borsone.
Ho la palla. LO SO NON ESISTE IL TIRO DA 47 PUNTI. Ma ci provo. Eravamo 5 contro 1. E in più non sapevo che fare.
40 metri e il canestro è li. CORRI!!!
Cosa corro a fare? Abbiamo perso.
NO non macchiare di vergogna la tua divisa. Continua a correre.
Neanche l’allenatore ci crede, è già al banco dei giudici a ritirare il referto giallo (quello dei perdenti)
Parte il palleggio: veloce, impeccabile, leggero…..
Se non facesse quel rumore sembrerebbe di piuma.
Arrivano. Ecco il primo avversario. Non ti vede neanche. Ne arrivano altri due ma te sei più concentrato di loro due. Te non pensi alla pizza.
Sei a un metro dalla metà campo. Mancano ancora due “nemici”. Uno ti spetta sulla linea da tre, l’altro ti guarda da sotto canestro dai suoi 2 metri di altezza. Sperando che tu scarti il suo compagno in modo che lui possa stopparti personalmente.
Dagli spalti parte un urlo che crea il delirio.
È un casino. Intanto te sei davanti al tuo avversario, la punta del piede sfiora la linea da tre di 1 millimetro.
HAI DECISO!!!! Lui ha capito. Sei 1 contro 2 (te contro l’avversario davanti a te e il tempo, quello sotto canestro è già in pizzeria a ordinare): i tuoi piedi si sono appena sollevati. Suona la sirena.
GNEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
A te non te ne frega niente, puoi tirare, l’avversario ride, salta pure lui.
SILENZIO
Il primo rumore che si percepisce sono i miei e i sui piedi che toccano il terreno. Continua il silenzio. Posso andare a casa. Ho tirato.
WHOOOOOOSSSSSSSSSSSSSSS
Pulito….impeccabile…PERFETTO.
UN BRIVIDO FREDDO PARTE PER TUTTO IL CORPO;
l’arbitro alza le mani al cielo con tre dita per mano alzate. Il giudice di gara afferra il referto dalle mani dell’allenatore e segna per tre volte la X sulla tabella punti con il numero 14 (il mio numero)
Lo sfidante non rideva più tanto, quel suono per te era una musica emessa da un violino accordato perfettamente. Per i tuoi avversari era un tonfo. Sempre felici ma con quel woshhhh che gli ronzava nel cervello. Quel suono ha pure svegliato dal trans il tizio sotto canestro che era tornato dalla catalessi.
OGNI VOLTA CHE TIRO MI RICORDO QUEL WOSHHHHH. CHIUDO GLI OCCHI E LANCIO LA PALLA AL CANESTO. NON è LA STESSA COSA. QUELLO è wossssh.
Ma manca di stile.
Senza quella retina in cotone io avrei lasciato il basket.
[Modificato da mastro-lindo 30/08/2006 19.53]