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LIBRI - cosa state leggendo, ora?

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2022 08:11
04/01/2009 11:15

La squadra perfetta - Giancarlo Dotto

Consigliatissimo a tutti i milanisti e a tutti i sacchiani.

Qualche personalissimo estratto:

"Non era la gente che mi stimolava. Io davo sempre tutto me stesso, che fosse il Fusignano, il Bellaria o il Rimini. Per me lo stadio non c'era neanche. A Napoli, nella partita che ci diede lo scudetto, io non l'ho nemmeno visto lo stadio. Ero troppo concentrato sulla partita. Sapevo esattamente quello che i miei dovevano fare e volevo vederglielo fare. Ho fatto per quattro anni su e giù da Milano a Milanello, attraversando lungo la strada dei Laghi cinque o sei paesi, ma se tu mi chiedevi quali erano io non lo sapevo. Con la testa ero sul Milan, io lavoravo full time."

L'impatto di Arrigo Sacchi a Milanello è scioccante. Chi è, che vuole, come osa, questo grottesco sceriffo con i Ray-Ban a specchio e le braghette corte? Aria di sfida permanente.
Lui dalla collinetta che martella con il megafono le sue reclute miliardarie, il fido Gedeone Carmignani, la sua protesi dal lungo naso, che sistema i cilindri colorati per delimitare gli spazi e distribuisce le pettorine di tre colori diversi per allenare i riflessi, il non meno fido Vincenzo Pincolini, preparatore atletico, che dà i tempi. Il campo smette di essere il prato dove giocare a calcio in libertà e diventa un geometrico lager dove tutto è sezionato, perimetrato, scandito.

Li tiene in campo ore e ore a provare le curve della linea difensiva e l'attacco al portatore di palla. Pretende la massima concentrazione in ogni secondo di ogni allenamento. Le vuole precise al millimetro quelle curve. "Intensità" è la nuova parola d'ordine a Milanello. "Il calcio si gioca senza palla", il nuovo oscuro comandamento. Condito dal paradosso: "La palla la devi toccare una volta sola e se non la tocchi è ancora meglio"

Spaventano le sue urla di notte nella foresteria di Milanello. Poi ci si abitua. Si sveglia sempre più spesso in preda agli incubi, chiamando il fuorigioco. Le prime sere che torna a casa dopo il ritiro, Giovanni Galli passa ore intere disteso a fissare il soffitto. La moglie si allarma: "Che succede Giovanni?". "Sto pensando che domani lo devo rivedere"
[Modificato da the fire bug 04/01/2009 11:16]
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