Lettera aperta per il Chievo Verona

Dopo le due cocenti sconfitte subite dal Chievo da parte di Juventus e Milan
si sono lette su vari quotidiani e sentite alla televisione le dichiarazioni
dei giocatori, del signor Del Neri e dei giornalisti.
Non vogliamo commentare quelle dei giocatori, che hanno fatto sempre il loro
dovere, né quelle dei giornalisti che non sono espresse sempre con
obbiettività.
Vogliamo invece soffermarci su quanto detto dal signor Del Neri, che ha
rivelato uno stato d'animo diverso da quello della passata stagione e al
quale va comunque il nostro plauso per quanto ha fatto finora.
E' evidente che l'allenatore conosce i problemi societari e quelli della
squadra meglio di qualsiasi altra persona, ma non si può non notare tra le
sue parole un certo disagio.
Le notizie sul calcio mercato, da lui definite "azioni di disturbo", hanno
sicuramente influito in modo non positivo sul Chievo.
Ma non è forse vero che già all'inizio di dicembre responsabili della
società, tra il serio e il faceto, esprimevano la necessità di una o più
cessioni?
Se nessuno aveva chiamato la dirigenza clivense per fare una seria offerta
per i vari Legrottaglie, Perrotta, Corini, Luciano, che bisogno c'era di
alimentare la tensione inevitabile e conseguente del mercato di metà
campionato?
Non vogliamo ulteriormente parlare del caso Marazzina-Del Neri, che con un
po' di buona volontà poteva essere evitato da parte di chi possiede una
certa dose di buona psicologia: i panni vanno lavati in famiglia, senza
comunicare ai quattro venti che non sono propriamente bianchi.
Diciamoci la verità: da questa situazione è uscita una squadra, se non con
le ossa rotte, chiaramente non concentrata e più facilmente vulnerabile da
parte di squadre sicuramente forti, ma anche più protette, più furbe nello
sfruttare le occasioni a loro favorevoli, quali sono la Juventus e il Milan.
Ora il signor Del Neri rischia di commettere un grave errore nell'affermare
che la sua squadra deve puntare al quint'ultimo posto e, raggiunta la
salvezza, si può così "prendere la canna e andare a pesca", perchè "tutto
quello che viene in più è un regalo che ci facciamo e che facciamo ai
tifosi".
Lo sport della pesca è assai rilassante, spesso tra paesaggi stupendi, ma
non è elettrizzante come quello del calcio.
Parlare continuamente di salvezza e dei propri limiti non significa
mortificare la squadra e soprattutto i tifosi?
E' vero che bisogna tenere i piedi per terra ed evitare i voli pindarici, ma
vogliamo ricordare che l'Hellas Verona in un famoso volo pindarico ha vinto
lo scudetto nel campionato 84/85.
Si riappropri il signor Del Neri di quella carica agonistica, di quella
voglia di vincere contro chiunque, che aveva l'anno scorso, comunichi quella
sicurezza alla squadra, che quest'anno, pur tra i risultati positivi, latita.
Le due sconfitte per il modo in cui sono avvenute, sono non solo un
campanello d'allarme per il futuro, ma hanno anche evidenziato l'insicurezza
incipiente di un ambiente che non pare navigare in una mare di serenità.
Certamente si può perdere con squadre più forti, ma la voglia di vincere,
l'organizzazione di una squadra, che tra l'altro non è quella che si voleva
costruire all'inizio del campionato, ma che si avvale tuttavia di
validissimi giocatori, spesso possono fare miracoli.
Lasci il signor Del Neri a coloro che amano il bel calcio e il Chievo Verona
la speranza di un Davide che può sempre abbattere Golia.
Non vorremmo che questo fosse un modo per preparare il suo distacco da
Verona, ma questo non sarebbe il modo migliore per farlo.
Comunque in bocca al lupo domenica contro il Perugia e sempre forza Chievo.

Iulius Caesar

Bellissima mail, ma a quanto pare non è servita, Del Neri evidentemente non vuole studiarsi visionando videocassette le avversarie.