L'Arena sembrerebbe essere di parere diverso:
Il trentanovenne giocatore, 385 presenze in A e 2.440 punti con la Scaligera, ritorna a vestire il gialloblù
Dalla Vecchia, amore continuo
di Renzo Puliero
Qu ando la «patria» chiama, la «bandiera» torna a sventolare... All’invito della Sanzeno, la società ideale continuazione di quella Scaligera che per tanti anni ha «infiammato» il PalaOlimpia, Roberto Dalla Vecchia dimentica acciacchi alla caviglia ( «il professor Lelli mi ha detto: "mi raccomando, non correre più"» ), i malanni di vent’anni di basket giocato ad alti livelli, dolori e doloretti per abbandonare i propositi dell’estate scorsa, rimettersi canotta e braghette, tornare a correre e... fare canestri, «perché al cuore non si comanda». «A vevo scelto - conferma - di non giocare più, ma è bastato niente per cambiare idea: una telefonata di Tirelli per lo scambio di auguri, una chiacchierata sul basket in generale e sulla Sanzeno, una frase buttata lì: "ma perché non torni qui a darci una mano". Ed eccomi qua».
A rifare la trafila di ogni inizio stagione, cioè superare le visite mediche ( «ma guarda cosa mi tocca fare...» ) per essere pronto al primo allenamento con la nuova-vecchia maglia gialloblù, ieri sera in quel palazzetto Coni, che non era ancora «Consolini» quando Robi era stato accolto, giovanissimo, nella Scaligera da poco acquistata da Giuseppe e Mario Vicenzi. Non poteva dire di no «perché il rapporto con i Vicenzi non si è mai interrotto» . Di Giuseppe e Mario, lui è stato, a lungo, il beniamino, probabilmente il giocatore più amato tra i tanti che hanno contribuito a fare grande la Scaligera. E Dalla Vecchia, ripestando il parquet della palestra Coni, ricorda che lì ha «cominciato, con Inferrera, a proposito mi ha detto che gioca ancora, Taccola, De Stefani...» , una carriera che l’ha portato a 385 presenze nella Scaligera in serie A (ma andrebbero aggiunte quelle di B), come nessun altro ha fatto, e ben 2.440 punti, cifra inferiore solo a quella di Henry Williams (2.569). Lasciarsi andare ai ricordi, almeno per un attimo, è inevitabile: «Ho mandato una e-mail a Russ Schoene, magari chiamiamo anche lui. E chissà che Sandro Boni non decida di imitarmi e venire qui, l’anno prossimo, dopo questa stagione ad Asola».
Ma Robi non è certo quello che si guardi indietro o che viva di ricordi. Nel basket ha voluto e vuole restare. Per questo aveva fatto «la scelta di dare una mano a Vicenza, ad una società gloriosa un tempo, che ora sta risalendo la classifica della A1 femminile» , nelle vesti di viceallenatore «ma anche accompagnatore e... autista» . Magari ritrovandosi «a corricchiare con le ragazze almeno un paio di volte alla settimana, cercando di dare consigli e mettere a frutto la mia esperienza» od a fare gare di tiro nelle quali, immancabilmente, finiva con lo «stancare» le ragazze «perché i vizi non si perdono mai» . E quello di Roberto Dalla Vecchia è sempre stato quella di metterla dentro, di bucare le retine. «Spero - dice - di saper fare ancora canestro. E di trovare presto una buona condizione. Non ho mai avuto la tendenza ad ingrassare, un paio di settimane fa ho sostenuto un allenamento con il Bassano (mi aveva chiesto di tornare, ma ho scelto Verona), ho sempre corricchiato. Spero che Guadagnini non mi mandi in campo per 40 minuti, domani a Palmanova. Devo vedere anche come reagirà la mia caviglia, se queste ossa reggono ancora. Ma anche se avrò 39 anni tra un mese, sono fiducioso: vedo che in campo ci sono ancora Marella, Tonut..., insomma, non c’è da demoralizzarsi».
Non deve farlo il Sanzeno, nonostante la classifica, così come non deve credere che con Dalla Vecchia possa cambiare tutto. «Non è che arrivi e cambi qualcosa - avverte Robi -, ma posso portare un po’ di esperienza a giovani che hanno perso tante gare per poco, dare un po’ di solidità alla squadra, sperando che il mio fisico tenga. Io sono testardo e ho deciso di non seguire i consigli del medico. Se si può fare qualcosa per tenere a buon livello il basket a Verona, a non farlo sparire del tutto, sono qui, visto che la mia speranza è anche quella che il mio futuro sia qui, a Verona, in questa società».
Siamo arrivati alla disperazione più totale o è un inizio di qualcosa? E' questo il punto!
Yeah, I am Mike Iuzzolino![Modificato da Iuzzolino 04/01/2003 21.54]