Duello Atlanta-Boston. I Mavs allungano sui Nuggets
Riepilogo partite e risultati:
Detroit Pistons @ Charlotte Bobcats 95-99
New Jersey Nets @ Indiana Pacers 102-115
Atlanta Hawks @ Washington Wizards 105-95
Philadelphia 76ers @ Memphis Grizzlies 120-101
Boston Celtics @ Milwaukee Bucks 105-90
San Antonio Spurs @ Denver Nuggets 104-85
Dallas Maveriks @ Sacramento Kings 126-108
Golden State Warriors @ Los Angeles Clippers 104-107
Lotta playoff
Nella serata precedente, la vittoria di Atlanta contro i Toronto Raptors, con contestuale (ed inaspettata) sconfitta di Boston sul parquet di casa contro Washington Wizards, faceva si che gli Hawks si portassero di nuovo a due partite di vantaggio su Garnett e soci; questa notte, vincendo sia gli Hawks che i Celtics, la situazione è rimasta invariata, con una partita in meno da giocare. Atlanta affrontava proprio i Washington Wizards, che sono stati regolati col risultato di 105-95, con i Falchi che sono tornati a vincere in trasferta. La vittoria sui derelitti Wizards non è stata però senza patemi d’animo, con la squadra della capitale a non concedere un centimetro agli avversari; a togliere le castagne dal fuoco agli Hawks ci ha pensato, nel finale, Jamal Crawford, con un canestro dalla media ed un paio di triple di importanza capitale. Alla fine per lui saranno 28 punti, con 5/6 da tre nel solito ruolo da sesto uomo di lusso; a 20 punti anche Johnson, con la panchina (eccetto Crawford) che ne fornisce 21, che è una volta tanto un bottino degno. Per Washington, solita buona prestazione di Blatche, a quota 24 punti, 9 rimbalzi e 7 assist; ottimo Nick Young a 23 punti. Il lungo emergente Javale McGhee, dalla pachina, si ferma a 8 punti, 10 rimbalzi e 3 stoppate.
Dall’altra parte della barricata, i Celtics tengono botta con la vittoria a Milwaukee, sul campo di una squadra che di recente ha perso una delle sue punte di diamante, vale a dire Andrew Bogut. L’attacco dei Bucks poggia interamente sulle iniziative di Salmons (21 punti) e Jennings (19), che danno del filo da torcere alla difesa di Boston che, dato il momento di difficoltà, senza Garnett, e con Perkins limitato a 18 minuti di impiego, si affidano a Pierce ed all’ex di giornata Ray Allen, autori di 45 punti complessivi. I Celtics sbrogliano la matassa ognuno grazie al contributo di tutti (o quasi) gli effettivi, ed ecco che Sheed Wallace, schierato in quintetto, risponde con 12 punti (2/3 da tre); Rondo con 15 punti e 10 assist; Glen Davis, chiamato a fare gli straordinari, scrive 12 punti e 7 rimbalzi. La posta in palio è notevole da entrambe le parti, infatti sul finale la partita di fa nervosa con un paio di accenni di risse tra Davis e Kurt Thomas e tra Pierce e Stackhouse. Già, perché il duello Boston-Atlanta è strettamente collegato a quello tra Miami e Milawukee; i Bucks pure erano al back to back e la sera prima si erano portati due partite avanti agli Heat con la vittoria su Philadelphia, mentre Wade & Co. perdevano in casa con Detroit, prima che la sconfitta di stanotte riducesse lo svantaggio di nuovo ad una sola partita. Un bel intreccio fra queste quattro squadre: il terzo posto, conteso da Atlanta e Boston, mette in palio la più abbordabile Orlando nella propria parte di tabellone anziché Cleveland; il prezzo da pagare, però, potrebbe essere rappresentato dall’affrontare gli Heat al primo turno anziché i Bucks senza Bogut. E così, analogamente, dal punto di vista di queste ultime due, sarebbe molto meglio affrontare Atlanta subito e poi magari i Magic, piuttosto che Boston ed, eventualmente, Cleveland.
I San Antonio Spurs fanno loro lo scontro diretto a Denver, che poi tanto diretto non è, dato che questa vittoria serve agli Speroni solo per sperare di ottenere un piazzamento migliore possibile, il sesto posto, che equivarrebbe ad affrontare proprio i Nuggets al primo turno, che è certamente meglio che affrontare Dallas o Los Angeles. La partita è equilibrata nei primi due quarti, non lo è nei secondi due, con San Antonio che mette la freccia per non guardarsi più indietro, portando a casa la W grazie alle doppie cifre di Jefferson (15), Duncan (18), Ginobili (15 e 7 assist) e di un Temple (11) salito alla ribalta da un paio di partite a questa parte. Ma gli Spurs hanno prevalso anche grazie alla supremazia a rimbalzo, che li ha visti sovrastare i Nuggets per 48 a 31, con Duncan miglior contribuente a quota 10. per Denver da segnalare i 27 punti di Billups (male però al tiro da tre, 1/5) ed il misto tra nervosismo e frustrazione di Carmelo Anthony che lo porta a commettere, sul finale, un brutto fallo su Bonner che gli vale il doppio tecnico con conseguente espulsione. Per lui, alla fine, 19 punti.
Ma se per gli Spurs la vittoria aveva un’importanza relativa, per i Nuggets la sconfitta è un po’ più pesante perché fa perdere loro terreno nei confronti dei Dallas Maveriks, stanotte vincenti, in trasferta, contro i Sacramento Kings. La partita sulla carta non esiste ed infatti non è mai messa in discussione dai Mavs che mostrano tutta la loro superiorità in attacco ed in difesa sin dalle prime battute di gioco. Guidati da un Nowitzki eccezionale, che alla seconda allacciata di scarpe consecutiva ne mette 39, bissando i 40 della serata precendente, i Mavs di tanto in tanto si concedono qualche palla persa in attacco che generano contropiedi della squadra avversaria ed un po’ di spettacolo al pubblico della Arco Arena. Kidd torna alla tripla doppia dopo un bel po’, con 11 punti, 10 rimbalzi e 13 assist; bene anche Butler (15 punti, 2/3 da tre) ed il solito Terry, che ne mette 25 alzandosi dal pino. Per i Kings, i recuperi ed i contropiedi di cui sopra vedono come principale protagonista Tyreke Evans, che chiude a 27 punti, 8 rimbalzi e 6 assist, con Landry a lottare sotto i tabelloni a quota 30 punti. Ottimo innesto quello di Landry, per una squadra che l’anno prossimo, dopo la presumibile rivoluzione d’estate, sarà tutta da scoprire.
Altre partite
Con ormai il settimo posto in cassaforte, gli Charlotte Bobcats erano attesi da tre partite di relativa calma prima del gran debutto in post-season. Ma non è certamente stata una partita tranquilla, quella che li ha visti affermarsi contro i Detroit Pistons (da tempo fuori dai giochi) col risultato di 99-95. I Pistons infatti hanno tirato fuori la prestazione d’orgoglio (la stessa che d’altronde ha permesso loro di battere Miami) ed hanno conteso la posta in palio ai Bobcats fino all’ultimo secondo. 21 punti (ma 0/6 da tre e 7 assist) per Ben Gordon, ben supportato da Bynum (12) e Maxiell (14) che compensa al meglio, in termini realizzativi, il lavoro fatto sotto canestro da Ben Wallace (10 rimbalzi). Sotto tono Prince e Jerebko, con 8 punti a testa. Per Charlotte sei elementi in doppia cifra, trai quali l’altro Wallace, Gerald, a quota 14 così come Stephen Jackson e Larry Hughes, che contribuisce alla causa con 18 punti dalla panchina.
È ufficiale. Gli Indiana Pacers sono la delusione del campionato. O meglio, l’occasione sprecata del campionato, avendo cominciato a macinare vittorie su vittorie solo dal momento in cui non avevano più niente da dire ai fini della classifica. L’amarezza cresce se si considera che queste vittorie sono state ottenute anche ai danni di franchigie ben più quotate; ora i Nets battuti questa notte non sono sicuramente una di queste, ma basta pensare che i Pacers sono alla nona vittoria in undici partite e che non più tardi di 24 ore prima avevano battuto nientepopodimenoche i Cleveland Cavaliers. La costante in questa striscia vincente si chiama Danny Granger che questa notte ne ha messi solo 22; prestazioni degne di nota le ha messe assieme però anche Troy Murphy, stanotte a quota 25 punti e 9 rimbalzi. Buone risposte anche da uno dei lunghi emergenti della lega, Roy Hibbert, a quota 16 punti. L’impressione è che Indiana, al primo turno playoff, sarebbe stata un po’ più di una vittima sacrificale sull’altare dei Cavs, che invece vedrà una tra Chicago e Toronto. Per i Nets ben sei elementi in doppia cifra (che in questa stagione è tutto grasso che cola), con il solito Brooke Lopez su tutti, con 20 punti e 5 rimbalzi.
I Memphis Grizzlies ad un certo punto della stagione erano una delle squadre più on fire del momento, coltivando addirittura sogni playoff nella rincorsa all’ottavo posto. Sogni che sono stati infranti (o rimandati?) anche a causa delle troppe sconfitte sul parquet di casa, proprio come quella di stanotte arrivata in favore dei Philadelphia 76ers. Sixers guidati da un indiavolato Iguodala che, a dispetto dei soli 15 punti (con 7 rimbalzi e 6 assist), ha regalato alla platea contropiedi conclusi con schiacciate spettacolari ed altre giocate degne dei migliori interpreti del gioco. Ottimo Speights, che segna più di un punto al minuto (22 in 21) uscendo dalla panchina, mentre Kapono dà lustro alla sua fama di tiratore (5/7 da tre) e Dalembert a quella di rimbalzista (12). Per Memphis, solita doppia doppia di Randolph (19+10) e buona prestazione da parte di Conley che ne mette 23, tre dei quali con la classica preghiera da metà campo allo scadere del tempo (secondo quarto, per la precisione). 7 punti per Mayo, che è costretto ad abbandonare il campo dopo poco meno di 8 minuti a causa di un infortunio.
Chiudiamo col derby californiano, giocato dall’autentica parte povera della California, rappresentata dai Los Angeles Clippers e dai Golden State Warriors. La partita fila via senza sussulti se non nei secondi finali, quando Tolliver fallisce la tripla dell’overtime vedendo così trionfare i Clippers, per una vittoria che vale più per gli annali che per altro. Per Golden State buone prestazioni di Curry e reggie Williams, rispettivamente a 29 e 22 punti, con la doppia doppia dello stessa Tolliver da 10+10. Dall’altra parte, 10 punti e 15 rimbalzi per DeAndre Jordan e doppia doppia anche per Kaman, l’unica vera nota positiva della stagione, da 27 punti e 10 rimbalzi. 21 punti per Baron Davis, costretto ad uscire dopo quasi 23 minuti di impiego, per un infortunio alla mano.
Luigi Malfettone
news.tuttobasket.net