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[Slam] Tra genio e regia: l'evoluzione recente del playmaker

Ultimo Aggiornamento: 19/03/2010 15:06
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16/03/2010 22:03

Non perdetevi il nuovo pezzo di Sir su Slam. Un viaggio su come è cambiata la figura e il ruolo del play in questi ultimi anni

slam-nonsolobasket.blogspot.com/2010/03/tre-genio-e-regia-levoluzione-rece...

16/03/2010 23:18

complimenti a Sir, ottimo articolo,anche se non concordo con le tesi di fondo, ben scritto e ben collocato storicamente.
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17/03/2010 00:23

Re:
=Condor11=, 16/03/2010 23.18:

complimenti a Sir, ottimo articolo,anche se non concordo con le tesi di fondo, ben scritto e ben collocato storicamente.



Su cosa in particolare? Sarebbe interessante una discussione.


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17/03/2010 14:51

Bell'articolo, sono un pò meno d'accordo sull'evoluzione che ipotizzi, soprattutto in merito ai nomi fatti alla fine (giocatori realizzatori che potrebbero sbocciare con doti di regia).

Comunque, il discorso è che secondo me l'arte dell'assist (tolti i due "recenti" Paul e Williams) si è totalmente persa nei nuovi rookie. Nessuno - o quasi - dei citati sa effettivamente far segnare come Paul e Williams, forse i veri connettori fra l'era andata del playmaking americano e quella odierna. Forse, le due PG più scomode vista la difficoltà a impostare - col loro modo di giocare - squadre che si fondano su 4 o 3 dominanti.

La mia sensazione è che oggi l'assist sia più una statistica forzata dagli americozzi che un'effettiva qualità e fonte di gioco (si pensi che Calderon è uno di quelli che tra passaggini e pick'n'roll alti registra medie di 9 assist a partita, non so se rendo, quanti Nash).

Il pallino del gioco è sempre più nelle mani delle guardie e delle ali piccole mega atletiche che aprono tanti spazi e smuovono difese e così anche la PG si è adattata, incapace di ritagliarsi un ruolo da vero e proprio regista vecchio stampo che potesse anche un pò reinventare i ruoli attorno a sè.

L'1 di oggi è atletico sì, realizzatore (dalla media o al ferro), rimbalzista, ma semplice traghettatore di palla. Raramente regista. E assolutamente incapace a creare con costanza assist (nel senso vero del termine, non statistico) per i propri compagni.
17/03/2010 15:17

Re: Re:
_Sir_, 17/03/2010 0.23:



Su cosa in particolare? Sarebbe interessante una discussione.





elenco qualche punto sperando che funga da stimolo per la discussione coinvolgendo altri utenti,anche perché la mia opinione penso di averla snocciolata chiaramente in decine di altri post:

1-Mi sto convincendo sempre più che l'esplosione fisica degli ultimi anni sia più un dato coreografico che effettivo se rapportato alle "eccellenze". E' un punto su cui sto riflettando ma tendo a pensare che il primo Jordan o Wilkins non fossero molto meno di James o Wade atleticamente e che Isahia Thomas sempre da quel punto di vista non avesse nulla da invidiare a Paul o Iverson. In sostanza non è che a cambiare sia stato lo stile più che le capacità di fare certe cose?Sarà che un 3 e 60 era considerata più robbba da all star game? che la componente spettacolare non avesse ancora "corrotto" il gioco?Io propendo per una risposta affermativa a queste domande.

2-non vedo un cambiamento di tendenza radicale dal 2003 in poi per quanto riguarda la produzione di playmaker.

3-D'accordo sul fatto che la differenziazione dei ruoli sia qualcosa di sempre più labile e che dunque giocatori anche nel ruolo di point guard abbiano sviluppato doti da all around(questo secondo me ha sempre comunque a che fare col fatto che il gioco esiga sempre più giocatori di 1vs1). Meno sulla considerazione che a questo i suddetti uniscano anche capacità di lettura,che secondo me latitano nella maggior parte dei casi.

In definitiva sintetizzerei così: sono meno entusiasiasta di cosa sta diventando la pallacanestro odierna a differenza di quanto,mi sembra, legittimamente traspaia dal tuo articolo.
[Modificato da =Condor11= 17/03/2010 15:18]
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17/03/2010 16:09

butto una cosa, ma la capacità di lettura, di "far girare la squadra", di servire il compagno e metterlo in ritmo, non sono qualità imprescindibili?
Insomma la tendenza a non privilegiare il playmaking non è controproducente? C'è un limite per forza di cose.



17/03/2010 20:23

Re:
SteveH, 17/03/2010 16.09:

butto una cosa, ma la capacità di lettura, di "far girare la squadra", di servire il compagno e metterlo in ritmo, non sono qualità imprescindibili?
Insomma la tendenza a non privilegiare il playmaking non è controproducente? C'è un limite per forza di cose.



la mia risposta è si ad entrambe le domande,come avrai capito.
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18/03/2010 11:33

Insomma Condor, meno svolazzi e più sostanza se ho capito bene? E soprattutto, era meglio quando il play era un ruolo ben definito, visto che la lettura del gioco non è proprio roba da tutti?
18/03/2010 15:20

Re:
!LULLABY!, 18/03/2010 11.33:

Insomma Condor, meno svolazzi e più sostanza se ho capito bene? E soprattutto, era meglio quando il play era un ruolo ben definito, visto che la lettura del gioco non è proprio roba da tutti?



L'ideale sarebbe una sintesi,ma se devo scegliere preferisco giocatori tecnici a giocatori poco tecnici,giocatori intelligenti a giocatori poco intelligenti,centri che facciano i centri e playmaker che facciano i playmaker.
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18/03/2010 19:25

Re: Re:
=Condor11=, 18/03/2010 15.20:



L'ideale sarebbe una sintesi,ma se devo scegliere preferisco giocatori tecnici a giocatori poco tecnici,giocatori intelligenti a giocatori poco intelligenti,centri che facciano i centri e playmaker che facciano i playmaker.




Anch'io sono più per questa visione. non mi dispiacciono i giocatori che all'occorrenza riescono a coprire più ruoli, ma come emergenza non come regola fissa.
18/03/2010 20:39


1-Mi sto convincendo sempre più che l'esplosione fisica degli ultimi anni sia più un dato coreografico che effettivo se rapportato alle "eccellenze". E' un punto su cui sto riflettando ma tendo a pensare che il primo Jordan o Wilkins non fossero molto meno di James o Wade atleticamente e che Isahia Thomas sempre da quel punto di vista non avesse nulla da invidiare a Paul o Iverson. In sostanza non è che a cambiare sia stato lo stile più che le capacità di fare certe cose?Sarà che un 3 e 60 era considerata più robbba da all star game? che la componente spettacolare non avesse ancora "corrotto" il gioco?Io propendo per una risposta affermativa a queste domande.



Per me non c'è stata alcuna esplosione, ma una graduale evoluzione che ha avuto un'improvvisa accelerata con la comparsa di Julius Erving e dei suoi emuli. Da lì in poi è ritornata una crescita graduale.


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19/03/2010 15:06

forse è l'uso dell'atletismo che è cambiato diciamo con l'avvento dei Carter, dei McGrady e soprattuto di Steve Francis che rappresenta ciò che di peggio possa essere un playmaker.



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