Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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The End.

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2009 21:20
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02/12/2009 19:12

un anno , deal done dai...
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02/12/2009 20:40

tornerà contro Denver e subito dopo affronterà Detroit.
A volte mi sembra il wrestling...



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04/12/2009 12:32

CVD... [SM=g11335]
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04/12/2009 17:04

Ha fatto cagare???
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04/12/2009 17:38

Re:
il numero 10, 04/12/2009 17.04:

Ha fatto cagare???




Non mi pare abbia giocato.
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04/12/2009 19:37

Giocherà lunedi notte contro i Nuggets..guarda caso...
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09/12/2009 21:20

Iverson, emozioni da deb
"Posso dare ancora molto"
The Answer è tornato a giocare questa notte con la maglia dei Sixers nel match perso contro i Nuggets: "Sono soddisfatto ed entusiasta, felicissimo di essere tornato qui. Con la testa al 100%, atleticamente non sono al top"


PHILADELPHIA (Usa), 8 dicembre 2009 - Verso la metà del terzo quarto di gioco il tabellone centrale del Wachovia Center di Philadelphia si illumina per l’ennesima volta: 20.664. Tutto esaurito, tutti pazzi e innamorati di Allen Iverson, che al suo ritorno nella città dell’amore fraterno regala speranza a una squadra in crisi come i Sixers e mette fine alla telenovela del suo anticipato ritiro dopo l’addio a Memphis. “Immaginavo di essere nervoso perché lo sono ogni qualvolta che scendo in campo – attacca lui, seduto su una sedia dentro lo spogliatoio, invaso da almeno quaranta giornalisti – purtroppo questo è un aspetto del mio carattere che non posso cambiare e di conseguenza ci convivo da tanto tempo”.

Iverson, cominciamo dall’inizio: come è andata la sua prima ufficiale in maglia Sixers?
“Direi molto bene. Sono soddisfatto ed entusiasta di quello che siamo riusciti a fare, sia dal punto di vista individuale che di squadra. Fisicamente ho capito che posso ancora dare molto a questo sport e a questa città. I ragazzi in questo momento sono delusi dal risultato finale, ma dobbiamo essere soddisfatti per quello che siamo riusciti a dimostrare sul campo. Possiamo davvero arrivare lontano, in fin dei conti abbiamo perso contro una delle migliori squadre della lega giocando praticamente alla pari”.

Quanto ha influito sul risultato finale il fatto che lei è rimasto lontano dai campi di gioco per un mese?
“Molto, direi davvero molto. All’inizio non ci pensi, ma quando ti cali nella parte e cominci a leggere la situazione te ne rendi conto immediatamente. Ho svolto solo un allenamento con questa squadra e una volta di fronte ai Nuggets ce la siamo giocata senza timori reverenziali, dimostrando che possiamo solo migliorare”.

Se l’aspettava una sconfitta al suo rientro?
“Era da mettere in preventivo, non a caso una volta fuori ho cercato di imparare da ogni singola circostanza, da ogni singolo episodio che si è venuto a creare. Sono orgoglioso di cosa sono riuscito a fare e dimostrare a me stesso e agli altri”.

Cosa può dare Allen Iverson a Philadelphia e cosa “The Answer” può ancora regalare a questo sport?
“Molto, sono entusiasta e felicissimo di essere ritornato a Philadelphia. Contro Denver ce l’ho messa tutta, ho cercato di sfruttare ogni singola situazione della partita ma è anche vero che a un certo punto ho dovuto fare i conti con la realtà. In più di un frangente il mio cuore mi diceva "vai, buttati, provaci, non mollare", ma le mie gambe continuavano a chiedere clemenza. E’ la verità: dal punto di vista emotivo ho giocato al cento per cento, atleticamente purtroppo non sono ancora al top”.

Quanto ci vorrà per tornare come ai bei tempi?
“Datemi qualche settimana. A essere sinceri io non dovevo nemmeno giocare questa partita, ma l’ho fatto per i tifosi, per la voglia di ritornare davanti a questo pubblico e sono orgoglioso di come sono andate le cose”.

Qual è la stato la cosa più bella del suo ritorno a Philadelphia?
“I tifosi, senza dubbio la gente di Philadelphia. La cosa che mi ha fatto impazzire è stata quella confidenza tipica di chi dopo un abbandono trova la voglia di volersi ancora bene. Di chi ha il coraggio di lasciarsi il passato alle spalle e di pensare solo al futuro. Questa forma di amore che mi hanno concesso è stata adrenalina pura. E a conti fatti questo è quello che io desidero ogni qualvolta mi allaccio le scarpe e scendo in campo, sera dopo sera”.

Quanto manca ai Sixers per ottenere la prima vittoria della nuova era Iverson?
“Siamo vicinissimi. E’ solo una questione di episodi, di leggere e sfruttare meglio ogni singola opportunità. Contro Denver ci siamo andati vicinissimi e sicuramente la prossima volta che scenderemo in campo, saremo ancora più competitivi”.

Che Allen Iverson è quello della seconda avventura in maglia Sixers in termini di performance e spettacolo?
“Il mio modo di giocare è sempre stato lo stesso. Adesso mi trovo nella condizione di chi arriva a stagione cominciata, impazzisce dalla voglia di fare bene ma deve fare i conti con una condizione non al top. Ci vuole tempo, ma dalle sensazioni direi che ci sono tantissimi margini di miglioramento. Vedo e capisco con mano che posso davvero aiutare questa squadra come ho fatto in passato”.

E’ un discorso di spazi?
“Assolutamente sì. Lettura degli spazi e ritmo, questa è la mia pallacanestro. Ritmo significa forma atletica, lettura degli spazi significa attirare le attenzioni della difesa e leggere ogni volta in maniera diversa le situazioni che si vengono a creare. Non dimentichiamoci che i Sixers sono composti da giocatori di prima fascia in grado di sfruttare il mio modo di giocare a pallacanestro”.

Che effetto ha fatto perdere in casa contro la sua ex squadra, i Denver Nuggets?
“Quella del debutto era la serata di Philadelphia e come tale era giusto concentrarsi sui Sixers, punto e basta. La cosa più frustrante dell’intera serata è che non ero al cento per cento della forma, ma posso promettervi che non ci vorrà molto per ritornare ai livelli ai quali tutti mi vogliono”.

Cosa le è passato per la mente quando ha esclamato al mondo: mi ritiro?
“Ho dato retta a uno stato d’animo che ha preso il sopravvento durante un periodo in cui le cose non giravano come dovevano girare. Io ho le mie idee, il mio modo di essere, e come tutti in questo mondo voglio star bene con me stesso”.

Ha avuto paura?
“No, è stata una scelta venuta dal cuore, come quando ho deciso di ritornare a giocare per i Sixers”.

Ha pensato per un momento: "Non sarò più uno dei migliori giocatori della lega, Allen Iverson è finito?"
“No, ma sono consapevole che il ritiro significa lasciarsi alle spalle il passato e cominciare una nuova vita. Parliamoci chiaro: con tutti i campioni di questa lega, è fin troppo facile dimenticarsi di uno che ha giocato ad alti livelli molti anni prima. Capita a tutti i migliori”.

Come mai ha cambiato idea?
“Mi hanno convinto la mia famiglia, il mio agente e le persone che mi stanno vicino. A giudicare dall’atmosfera del debutto, ammetto che avevano ragione”.

Mitja Viola
www.gazzetta.it
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