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Beli a Bobasket.it

Ultimo Aggiornamento: 02/06/2009 12:10
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01/06/2009 19:15

MARCO BELINELLI A BOLOGNABASKET.IT.
"RETROCESSIONE FORTITUDO, QUALCOSA CHE MI FA STAR MALE"



(01/06/2009 15.49.06)





Attenzione ai viandanti. Se siete in giro per le spiagge romagnole, magari in zona Lido di Savio, potrebbe capitarvi l’incredibile visione di un giocatore NBA che, tra una piada e un cocomero – senza esagerare, perché poi a Golden State se ne accorgono – qualche tiro nel campetto non disdegna di farlo, anzi. Specie se siete al Maracuja Beach, il nuovo bagno del suo amicone Stefano Mancinelli. “Sarò un giocatore NBA - dice lui - ma sono soprattutto un ragazzo come gli altri, che ha tante amicizie, per cui non mi lascio scappare un campetto, quando capita. Certo, senza mai lasciarmi andare, ma è anche questo un modo per allenarsi. Sono settimane in cui mi sto rimettendo a posto, dopo i problemi alla caviglia, assieme al preparatore atletico Luigi Sepulcri, per essere pronto il prima possibile.”

Sei in NBA da ormai due anni. Hai mai avuto momenti in cui, di fronte a te, c’erano giocatori che ti hanno fatto girare la testa, o che non avresti mai pensato di affrontare da avversario?
“Io ho sempre sognato di giocare a questo livello, e ancora avrò fanto da lavorare per essere uno dei migliori. E magari ora ci si abitua, a vedere certi giocatori dall’altra parte. Però quando inzi a giocare contro i Lakers, e ti ritrovi fianco a fianco con i Kobe Bryant e Phil Jackson, o Shaq, è normale pensare che tutto sia incredibile”

A livello tecnico, quali sono le principali differenze che hai notato, tra il basket europeo e quello americano?
“Ci sono innanzitutto grandi differenze fisiche, perché lì è tutto più veloce, poi a livello mentale ci vuole massima attenzione, perché si gioca tanto, con partite una dietro l’altra, ed è fondamentale abituarsi. Poi, una volta che si prende il ritmo, la cosa diventa anche più bella e divertente. Da un punto di vista tecnico, forse si gioca maggiormente con i lunghi, ci sono più schemi per gli uno contro uno, ma quello che rimane uguale è la voglia di vincere che hanno tutti”

Hai mai notato che, forse, i media italiani danno spazio più agli altri “americani”, come Bargnani e Gallinari, che non a te?
“Può essere, ma io preferisco guardare solo a me stesso, perché penso che la cosa più importante sia parlare con i risultati”

Ormai la tua vita è proiettata all’America, o se ti capitasse una occasione, come ad esempio al tuo ex compagno Carlos Delfino, saresti pronto a tornare in Europa?
“E’ difficile fare programmi per il futuro, dato che non sai mai cosa può offrirti la vita. Ma io ora penso solo a diventare un giocatore NBA, cercando di fare quello che questo compito impone, e non guardo ad altro”

Venendo alle faccende di casa nostra. Tu hai giocato nella prima Fortitudo del dopo-Seragnoli: ti eri accorto che le cose stavano cambiando in maniera così radicale?
“In quel 2006-07 si vedeva che non era più come prima, ma da qui a retrocedere non me lo aspettavo proprio. E’ qualcosa che mi fa stare male, e mi dispiace non solo per i tifosi, ma penso che sia una perdita per tutto il basket italiano”

E’ davvero così difficile giocare al Paladozza? La Fortitudo tua e di Repesa in casa non perdeva quasi mai, ora in tanti si lamentano.
“Sicuramente, per quando ho giocato io, la piazza era davvero il sesto uomo in campo. Sono grandi tifosi, che hanno vissuto momenti fantastici, e che ti impongono di essere al 100% in ogni occasione. Sinceramente non capisco perché si arrivi a fischiare qualcuno che gioca, ma è anche vero che i giocatori, da professionisti, non dovrebbero farsi influenzare più di tanto, ma essere sempre al massimo”

Quali sono stati i momenti più belli della tua esperienza in Fortitudo? E quelli più amari?
“I momenti positivi sono stati tanti, diciamo che lo scudetto a Milano e quella incredibile serie di playoff con Napoli sono quelli superiori agli altri. Poi diciamo che l’ultimo anno non è stato esattamente come avrei voluto, e non arrivare ai playoff è stata una grossa delusione”

Che prospettive vedi per questa Nazionale?
“Intanto penso sia importante giocare con questa maglia, poi speriamo tutti di riportare in alto l’Italia, dove è giusto che sia. Però dovremo lottare, per cui la qualificazione andrà ottenuta passo dopo passo”.

Un’ultima cosa, Mancinelli ti ha confidato dove andrà il prossimo anno?
“Ancora non lo sa, poi non gli suggerisco niente perché lui farà la scelta giusta per sé. Certo, se dovesse restare alla Fortitudo, i tifosi dovrebbero fargli un monumento… Ma sarà lui a decidere”




Enrico Faggiano

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