NBA pensa ad espandersi in Europa

Basket, NBA pensa ad espandersi in Europa
Eurosport | gio, feb 14, 11:58

La lega professionistica americana avrebbe partorito un progetto per creare 5 nuove squadre "residenti" in 5 diversi paesi europei, tra cui l'Italia (Roma)

La Nba sta preparando un piano, che sarebbe già in fase avanzata, per espandersi in Europa. Lo fa sapere una fonte vicina al "commissioner" David Stern, che potrebbe tenere una conferenza stampa al proposito già sabato prossimo. Il progetto prevede la creazione di cinque squadre che verrebbero ammesse a pieno titolo al campionato, e quindi giocherebbero tutte le partite della stagione regolare.

Sedi di questi team potrebbero essere Berlino, Londra, Madrid e Roma, più una ancora da stabilire.



Mio parere: americani state dove siete... tenetevi i vostri palazzi con 20000 lobotomizzati che gridano DEE-FENSE, DEE-FENSE e lasciateci la nostra DEVOTION!

Che è una gran bufala...

l'anno scorso se n'era già parlato se non mi sbaglio...
ma anche per me è una grande bufala...

alèèèè, ogni anno esce questa notizia!

L'Nba sbarca in Europa?
Per ora soltanto parole
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L'ipotesi di un'espansione nel Vecchio Continente torna ogni anno con l'All Star Game. Il boss David Stern pronto a smentire le anticipazioni di Sports Illustrated: selezione di 5 squadre per un totale di 35 franchigie
L'Nba Commissioner David Stern, 65 anni. Ap
NEW YORK (Stati Uniti), 16 febbraio 2008 - Ci risiamo. Puntuale a ogni All Star Game arriva l'ipotesi di un'espansione della Nba in Europa. Solitamente sono i giornalisti del Vecchio Continente a pressare David Stern nella sua solita conferenza stampa della vigilia, questa volta invece ad anticipare i tempi è stata la prestigiosa rivista Sports Illustrated che, citando fonti vicine al commissioner, ha parlato del progetto di una vera e propria "European Division", cioè di almeno cinque squadre, da creare nei prossimi 10 anni.
RESISTENZA EUROPEA - La Nba così passerebbe a 35 franchigie, davvero tante, ma perlomeno le trasferte delle squadre americane in Europa diventerebbero fattibili (con una sola compagine i viaggi, invece, sarebbero davvero complicati) perché una squadra potrebbe così attraversare l'Atlantico e giocare cinque partite. Senza dubbio un'ipotesi affascinante con la quale Stern sta flirtando da tempo, ma le resistenze della Eurolega e di tutte le leghe nazionali europee è davvero fortissima. Ci sono poi una serie di problemi logistici non facili da superare, a partire dalle differenti condizioni fiscali per gli stipendi ai giocatori a seconda del Paese (in uno sport con la Salary Cap quello diventa un problema quasi insormontabile), alle decisa riluttanza verso il progetto da parte dell'associazione giocatori. Senza dimenticare, cosa che passa in secondo piano anche per Sports Ilustrated, l'eventuale orario di inizio delle gare in Europa.
FUSORARIO - Togliere alle televisioni americane il "primetime", cioè la prima serata, significherebbe diminuire di molto le richieste economiche da parte della Nba. Ma una partita in Europa dovrebbe iniziare per forza di cose alle 8.30 o alle nove della sera, il che significa alle 2.30 o alle tre del pomeriggio nella costa Est. Durante la settimana un orario del genere sminuirebbe non poco il prodotto Nba per i network a stelle e strisce. Stern comunque verrà bersagliato dalle domande dei reporter e l’argomento "espansione in Europa" sarà sicuramente quello più gettonato. Chi lo conosce è convinto che il commissioner farà spallucce e rimanderà al mittente tutti i quesiti sul progetto "Nba Europe".

Il piano di espansione potrebbe essere presentato oggi, ma il dirigente di Roma è scettico


Oltre i confini, oltre l'oceano, oltre il significato della sigla più famosadel pianeta sportivo professionistico, perché la National Basketball Association (Nba) sembra aver deciso di fare il grande passo e diventare «International». Il piano di espansione sarebbe già pronto sulla scrivania del commissioner David Stern e potrebbe essere presentato nelle sue linee di azione già oggi (nella notte italiana) a New Orleans in una conferenza stampa parallela all'All Star game.
Il progetto prevede la creazione di 5 nuove franchigie europee che parteciperebbero a pieno titolo al campionato a stelle e strisce. Sedi scelte per piantare le tende sarebbero Berlino, Londra, Madrid e Roma, più una capitale ancora da individuare. Già qualche anno fa si era parlato del Real Madrid quale prima squadra europea ammessa nell'Olimpo del canestro, notizia poi smentita dall'establishment.
Adesso è la stessa Nba a tornare alla carica e al di là dei problemi logistici, degli spostamenti, dei fusi orari e delle trasferte a dir poco massacranti che più di tanto comunque non preoccupano chi è abituato da sempre a vivere a ritmi folli, la perplessità rimane sull'impatto che un'operazione del genere potrebbe avere sul basket europeo, radicato sulla tradizione dei club, sul campanile, sul senso di appartenenza. A Roma, sponda Virtus Lottomatica, nessuno è stato avvisato del fatto che Stern si fosse messo in testa questa idea meravigliosa, anche se Dejan Bodiroga, oggi g.m. capitolino, ieri grandissimo interprete del vecchio basket continentale che mai ha ceduto al richiamo della Nba (fu scelto dai Sacramento Kings al secondo giro del draft, ma rinunciò per continuare a essere il numero 1 in Europa), non è caduto dalle nuvole: «Da tempo si parla di questa possibile espansione, anche se a me sembra irrealizzabile. Loro hanno bisogno di nuovi mercati, di nuovi giocatori, di nuovi scenari da esplorare, ma noi oggi abbiamo un'Eurolega in crescita con una Final Four eccezionale, sia per livello tecnico, sia per l'interesse che riesce a suscitare. No, non vedo possibile uno sbarco degli americani, anche se loro ci proveranno, ma ho il timore che stiano sondando il terreno per quella che è un'operazione di marketing».
Il primo passo fu fatto quando basket (Nba), hockey (Nhl) e baseball (Mlb) accolsero nel loro grembo ospiti canadesi (i Toronto Raptors di Bargnani, nella Nba), seguito poi dalle sempre più frequenti sortite europee di inizio stagione per disputare amichevoli che richiamassero pubblico, sponsor e vendessero più magliette possibile. L'allargamento dei mercati, d'altronde, non è esclusiva del basket: a Wembley, di fronte a oltre 82 mila persone, lo scorso anno si è giocata la partita del campionato Nfl tra New York Giants e Miami Dolphins; la Premier League inglese ha in animo di esportare qualche incontro all'estero e le stelle del baseball di Los Angeles Dodgers e San Diego Padres si affronteranno in Cina.
Il colore dei soldi ha deciso di spostare i confini dello sport e la grande novità sta nel fatto che nell'idea avveniristica di Stern la Nba sarebbe la prima lega professionistica a dotarsi di squadre residenti all'estero. C'è da capire come saranno organizzate, chi investirà e come, o magari la Nba ha già previsto dei kit a scatola chiusa che sbarcano, organizzano e rispettano i rigidi standard imposti dall'alto. Per ora sembrano solo parole di chi si sente stritolato dentro i propri confini. E di sicuro tra il dire e il fare c'è di mezzo l'Oceano.

Dan Peterson su sportitalia ha appena fatto un discorso stupidissimo a proposito di questo argomento....cmq la vedo una boiata!!!!

In questo momento x me è una bufala e se si farà qualcosa in questo senso non credo che la cosa sia imminente anzi...passeranno diversi,parecchi anni in quanto i punti interrogativi sono molti

diciamo che come idea non è una bufala, è vero che stanno sercando di organizzarla
il problema è che alla fine costerà troppo

anche io sono molto perplesso, e onestamente non so proprio se è una buona idea. La trovo difficilmente realizzabile e anche... sbagliata? Trovo giusto che la NBA rimanga NBA, negli states e Canada.

Aspetterei anche a definire bufala la cosa, poiché Stern è sempre stato molto imprevedibile nelle sue scelte. Ha fiuto per gli affari e sa quello che fa, ha portato la NBA a livelli di fama mai raggiunti prima (ok con l'aiuto di sua maestà aerea...) e secondo me esplorerà questa nuova frontiera. Purtroppo?

Benvenuto Cpt.Kirk!

A parte tutto, come già detto, operazione dai costi pazzeschi, non credo si possa realizzare...comunque conosco qualcuno che dirà: "l'avevo detto, io!"

La vedo dura, troppe cose dovrebbero andare in un certo modo, palazzetti, pubblico, costi…non so se in Europa potrebbe andare bene, la cultura non è proprio la stessa americana.

cmq dicono ke sarà tutto pronto in 2 - 3 giorni... nel 2018...

Mi auguro di no, almeno non a Roma.

FollettoRM, 20/02/2008 22.28:

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Mi auguro di no, almeno non a Roma.

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perchè?'??non ti piacerebbe come iniziativa'?

let's go gladiators!...
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non sarebbe bello un Boston Celtic-Gladiators Rome ?