La Fiba dichiara guerra all'Euroleague e minaccia sanzioni: l'Italia ripudia Bertomeu?
Ore drammatiche a Mies in una riunione straordinaria: chi rimane in Euroleague rischia di non partecipare più alle grandi competizioni internazionali. Presente anche Gianni Petrucci
Le parole di apertura di Jordi Bertomeu, concesse solo 24 ore fa dalle pagine del Corriere della Sera, sono cadute nel vuoto. Lo scontro tra Euroleague Basketball e Fiba Europe è definitivamente iniziato, e oggi si è registrata forse la giornata più drammatica: quella della dichiarazione di guerra. In una riunione straordinaria organizzata da Patrick Baumann, segretario generale della Fiba, in quel di Mies, non è stata solo ratificata la chiusura dell’Adriatic Legue. La lega dell’est aveva già visto ritirare l’attestato di riconoscimento da parte della federazione internazionale nelle passate settimane, con Stella Rossa e Partizan Belgrado costrette a far ritorno nel campionato nazionale (o in una lega sovranazionale di nuova costituzione, si vedrà). Di fatto, alle federazioni nazionali è stato posto un drammatico aut aut: abbandonare l’Eurolega, e prendere parte ad una nuova competizione continentale di matrice Fiba. In caso contrario, alle federazioni dissidenti, verra esclusa la possibilità di prendere parte a tutte le grandi competizioni internazionali (Mondiali, Europei, Olimpiadi). Il tutto dalla stagione prossima, dunque lasciando fuori dalla discussione l’Euro2015. Presenti all’incontro anche il presidente Fip Gianni Petrucci, il segretario generale Maurizio Bertea e Dino Meneghin, vicepresidente di Fiba Europe. Una scelta di campo da parte dei nostri rappresentanti? Con questa mossa, la federazione internazionale vuole riprendere in mano il grande basket per club in Europa, un rapporto interrotto definitivamente nel 2001-2002. Nel 2000 nacque infatti la Uleb, formata da 24 tra i più ricchi club d’Europa provenienti da Spagna, Italia e Grecia. Fu questa organizzazione a rilevare il marchio “Eurolega” (non era mai stato depositato), pianificando la scissione. Nel 2000-2001 si giocarono così due competizioni: la Suproleague Fiba (vinta dal Maccabi in finale con il Panathinaikos) e l’Euroleague appunto (vinta dalla Virtus Bologna contro il Baskonia). Un anno, prima della vittoria diplomatica di Uleb, che dalla stagione successiva organizzò, in esclusiva, la massima competizione continentale. Quasi 15 anni dopo, siamo al cambio di rotta? E quale sarà ora la risposta di Bertomeu?
In tal senso, il CEO di Euroleague Basketball si sarebbe già mosso, incontrando nella giornata di ieri i top club a Barcellona. Bertomeu avrebbe prospettato ampi margini di crescita in riferimento alla sua creatura, ottenendo di fatto un appoggio di massima da "marchi" pesanti come Barcellona, Real Madrid, Cska Mosca, Olympiacos, Fenerbahce, Anadolu Efes, senza comunque dimenticare la possibile neutralità di Panathinaikos e Maccabi. Questo almeno secondo le fonti del sito Eurohoops. Voce che non cita l'Olimpia Milano, che un anno fa ottenne da Bertomeu l'organizzazione delle Final Four, oltre ad una licenza a tempo indeterminato e una grande attenzione ai progetti di crescita. Difficile immaginare un distacco così netto, ma il disegno pare chiaro: la Fiba si muove tramite le federazioni, usando il braccio di ferro (iniziato un anno, con la comunicazione di un nuovo calendario internazionale nel 2017); l'Euroleague risponde con i fatti di un progetto lungo 15 anni, forte di conseguenza dell'appoggio dei top club. Di fatto, qual è il vero progetto per la massima competizione europea della Fiba dopo 15 anni di silenzio?
fonte: pianetabasket.com