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[18] Io e le scienze giuridiche (20/4/2012)

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2014 14:19
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Sesso: Maschile
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20/04/2012 23:21

Premetto subito che vado di frettissima, quindi perdonatemi eventuali errori vari. [SM=g27835]
Questo è un racconto, non ha grandi pretese, vi prego di leggerlo col cuore e farlo vostro, si tratta della mia storia “giuridica” (preparatevi a ridere!).

UN PENSIERO IDEALISTICO E UN INIZIO POCO CONVINCENTE

Quando mi sono iscritto a giurisprudenza pensavo che il diritto fosse ciò che vediamo in televisione: interrogatori, obiezioni, colpi di scena… una figata, per dirla breve.
Come giurista nasco in una statale del nord-est a cui non voglio fare pubblicità tramite motori di ricerca, ma lì non ho imparato niente.
Ricordo il primo giorno: tutti a fare casino in un’aula davanti a un televisore che inquadrava la cattedra dell’aula magna e poi la grande entrata dei professori vestiti con toga e pelo d’ermellino… mi sembravano tanti uomini delle caverne, ma forbiti. [SM=g2486777] [SM=g2486731]
Il Preside fa tutto sommato un discorso che può essere più o meno condividibile sull’importanza dello studio del diritto, ma nessuno lo ascolta. Io mi guardo un po’ attorno e mi dico: “E così questi sarebbero i futuri avvocati d’Italia…”, sono sempre più perplesso e conscio che di noi ne sarebbero sopravvissuti ben pochi.
Dovete pensare che per un caso fortuito del destino (una semi-autobocciatura a causa di mobbing scolastico di cui non voglio occuparmi in questo testo) per un anno non sono riuscito a incrociare nientepopodimenoché Lucio di Slam 2000 e Iuzzo: quando arrivai erano già “scappati” a gambe levate, il primo cominciò a lavorare all’aeroporto di Villafranca, ora lavora per l’IBM in Irlanda (un grande… gioca ancora a basket a Dublino e insegna ai britannici “come si fa” [SM=g27811]), il secondo è approdato a lettere, branca scienze dei beni culturali.
Iniziai a frequentare tutte le materie del primo anno: diritto costituzionale, privato, economia politica, diritto romano e filosofia del diritto; ben presto mi resi conto che la giurisprudenza era una materia scientifica e difficile, molto difficile… forse troppo per chi partiva da zero. Obiettivamente i professori non riuscirono a introdurre le materie in modo “profano”, ne conseguì che se i primi due mesi le aule erano piene, alla fine ci ritrovammo ad assistere alle lezioni in quattro gatti: io, un austriaco in Erasmus, un mio amico monarchico e juventino (!) e un tizio che lavorava in un parcheggio. [SM=g2486731]
Il primo impatto fu abbastanza “shocking”: esame di 40 minuti e 19 in filosofia del diritto, tregenda che non avrei superato se non avessi ascoltato tutte (ma proprio tutte) le lezioni.
Tuttavia quello fu il mio primo anno in cui sofrii per il setto nasale deviato: non riuscivo a dormire e tanto meno a stare fermo, in più la mia famiglia cominciò ad avere problemi, in definitiva come giurista ero sulla via del tramonto, ma non volli mollare.

LOTTA DURA SENZA PAURA E UNA SORPRESA INASPETTATA

Dovete sapere che a quel tempo chi non faceva esami partiva per la naja. [SM=g27829]
Probabilmente kenco e Co. Si ricorderanno la firma di mia sorella su Basket Connection “Super Lupo studia, altrimenti…” con tanto di smile-soldatino finale. [SM=g2486685]
Per evitare il “disastro” (lo metto virgolettato perché forse quell’esperienza mi avrebbe fatto gran bene [SM=x52092]) dovevo fare due esami e la mia scelta ricadde su diritto romano e l’idoneità inglese.
Lì per lì sembrava facile ma… apriti cielo! L’idoneità al CLA (Centro Linguistico d’Ateneo) fu inaspettatamente difficile, quasi a livello di un first certificate con tanto di professore britannico all’orale. La preparazione di romano fu lunga, ma alla fine con molto sforzo ce la feci, nel frattempo crampi fortissimi alla schiena e dispnea cominciavano a tartassarmi. [SM=g2486767]
In quegli anni la mia famiglia si spostò da Borgo Milano a Borgo Trento e alcuni problemi continuarono, di conseguenza non riuscivo a stare al passo, diedi così priorità alla carriera giornalistica e conseguii l’agognato tesserino, ma questa è un’altra storia su cui magari tornerò in futuro.
Superai con non poche difficoltà privato I e costituzionale, ma le sorprese dovevano ancora arrivare.
Un giorno come per magia mia madre incontrò un docente che faceva ripetizioni e, parlando sulla nostra università statale, le segnalò un ateneo “telematico”.
Ci fu presentato come la fine del mondo: “Si parte per Roma in aereo e si fa tutto in giornata, la preparazione viene fatta su materiale offerto dall’università, ecc…” sééé! Magari! [SM=g27835]
Non voglio nominare quest’università nel topic, tuttavia i più sapranno già di quale ateneo si tratta, in più, come saprete, ho fondato un forum non ufficiale a riguardo molto ben fornito (su cui siete tutti i benvenuti).
Diedi uno sguardo al piano studi: si passava dai 15 esami della statale ai 24 della “telematica”, “Ma tanto si fanno velocemente, fidati!”, sééé! [SM=g27835]

LA NUOVA ISCRIZIONE E I PRIMI PASSI DA GIURISTA

Quasi istantaneamente realizzai che di diritto non avevo capito niente e che la statale aveva fatto di me un emerito somaro (per non dire coglione). [SM=g2486731]
Partii con l’esame “storia dei sistemi giuridici”: cominciai a capire come si era sviluppato il diritto di civil law, come mai questo privato era così “impossibile” e iniziai a comprendere che forse-forse così improbo non era. [SM=g27829]
Tuttavia questo docente che aveva parlato a mia madre aveva clamorosamente ciccato, perché non solo si doveva studiare sui libri, ma bisognava anche approfondire. [SM=x52092]
Questa “telematica” funzionava e funziona tutt’oggi in questo modo: le lezioni sono visionabili online o dal proprio hard disc dopo averle scaricate, ci sono dispense e slide, ma sono di completamento e servono per il ripasso. Viene assegnato un tutor a materia e c’è anche un Centro di Consulenza Motivazionale che organizza il metodo di studio dello studente.
Quindi la facilità di questa università, se di facilità si poteva (e si può) parlare, non riguardava lo studiare sulle dispense, bensì l’avere a disposizione le lezioni già pronte per essere sbobinate e un tutor sempre pronto a darti una mano, il cui prezzo era compreso nella retta (molto bassa rispetto ad altre private).
Gli esami erano orali a Roma e scritti nelle sedi regionali, la sede regionale più vicina era a Milano e anche lì le prime volte fu un bel circo. [SM=g27828]
Mi fu riconosciuto un esame per il lavoro da giornalista: sociologia del processi culturali e comunicativi, “Ottima cosa”, mi dissi.
Tuttavia all’inizio patii non poco la didattica, anche perché come giurista mi stavo sviluppando e mi trovavo davanti esami sempre più complessi come diritto del lavoro.
Ancora una volta come studente di giurisprudenza ero allo sbando, quando successe un vero e proprio un miracolo.

L’ILLUMINAZIONE SULLA “VIA DELLA CATTOLICA”

Ero arrivato stanco e sbattuto e non ce la facevo più: lo studio del diritto non mi piaceva un granché ed ero giù di morale. Basket Connection e tutti i miei amici, virtuali e non, mi davano la forza, però mancava la scintilla per cui per anni avevo conservato questo sogno giuridico.
Alcuni mi esortavano a mollare: dai “Lascia perdere, non fa per te”, “Guarda Davide, io ti conosco e proprio non ti ci vedo” a consigli più buoni e anche in un certo senso saggi come “Molla lì e fai quello che ti piace!”, ma no, se avessi mollato avrei dovuto ricominciare da capo, inoltre c’era un qualcosa che mi lasciava speranza e che avrei scoperto solo grazie a una pura “casualità” (ci tornerò in questo stesso testo).
Il tempo vola per tutti e così da ragazzino pirla “trovai” una ragazza e mi trasformai gradualmente in un essere umano sempre pirla, ma già più accettabile nel senso di inserimento in società. [SM=g27828]
Lei, studentessa in Cattolica, stava frequentando le lezioni di civile del professor Franco Anelli, per intenderci il docente che ha lavorato all'ultima edizione del Torrente (se l'avete e controllate la copertina vedrete il suo nome) e mi portò a vederne una. Mi resi conto che il diritto e in particolare quello privato che a me sembrava impossibile poteva essere facilmente assimilabile, perché il docente si spiegava con linguaggio tecnico ma facendosi capire facilmente da tutti gli studenti (un abisso confronto la mia vecchia statale, lui stesso è considerato un mostro della giurisprudenza). Così guardando l'aula magna della Cattolica mi dissi: “Cavolo… anch'io sono uno studente… se ce la fanno loro posso benissimo farcela anch'io!”, al tempo mi mancavano circa 15 esami con ostacoli del calibro di penale e commerciale. Mi sono messo di buzzo buono, anche perché nel frattempo l'esperienza giornalistica si era momentaneamente fermata, ho studiato tantissimo, imparando meglio e seguendo più attentamente il metodo della mia università, col tempo mi sono reso conto che noi “telematici” abbiamo molte più frecce ai nostri archi rispetto agli studenti “normali”: quando non capivo un libro passavo alle audio o alle videolezioni, tiravo giù un sacco di appunti e poi usavo le dispense per completare la preparazione.
Mano a mano che studiavo diventavo sempre più veloce nell'assimilare.
Raramente interpellai i tutor che comunque furono sempre molto gentili e utili.
Un paio di volte non riuscii a iscrivermi in tempo per gli esami a causa di gravi problemi familiari e il Rettore mi diede sempre una mano, ditemi voi in quale altra università il Rettore in persona si mette a disposizione degli studenti in questo modo.
Due ricordi su tutti: il “Vai o ti faccio un mazzo tanto” (non detto ma si capiva [SM=x52092]) per commerciale della mia ragazza (con un grandioso 18 dopo 3 mesi di studio di cui vado ancora fiero… per inciso… ci sono stati anche i 26 e i 28 ma mai i 30) e sempre lei, fuori dall’aula di esame, con un muffin con sopra una candelina al mio compleanno, nei giorni in cui mia nonna stava spirando.
C’era sempre, con affetto e forza, e ammetto di aver fatto tanti esami solo perché poi mi sarei visto con lei; mi ha dato la forza di andare avanti anche in momenti disperati e secondo me la riuscita finale è stata davvero in gran parte merito suo.

LA CRIMINOLOGIA MI HA SALVATO

Un giorno mi trovai a studiare procedura penale e durante la prima lezione mi misi a piangere.
Piangevo perché dopo anni finalmente stavo imparando qualcosa che realmente mi interessava e che sentivo “mia” da sempre, il motivo per cui non avevo mai mollato.
Dovete sapere che la mia università dava la possibilità ai triennalisti di scegliere un indirizzo specifico per il terzo anno: normale, internazionale, amministrativo, “consulente del lavoro” e “sicurezza e ordine pubblico”.
Scelsi l'ultimo curricolo, firmai il nuovo piano studi e via: diritto penale, procedura penale, diritto penale amministrativo, criminologia, diritto europeo di polizia con una ciliegina sulla torta scelta da me come esame per l’appunto a scelta: diritto pubblico comparato.
Dovete sapere che gli attuali giuristi sono privatisti o pubblicisti, fra i pubblicisti c’è una branca di “matti” definiti penalisti.
Dovevo solo inquadrarmi meglio all’interno di quel mondo e capire che il diritto è molto variegato.
Da lì in poi fu una discesa spettacolare: unii il mio modo di essere col diritto penale e fondai non solo un forum incentrato (anche) sull’argomento, ma perfino un blog per creare un database sulla casistica criminale. Stiamo parlando di due punti di riferimento sia per le comunità interessate sia per gli stessi inquirenti che ci visitano spesso (a volte anche i diretti interessati! Brrr! [SM=g27832]).
Non solo: ben presto la community online si rivelò una vera e propria comunità con compagni di corso che incontravo a Milano e con tanto di high five alla fine dell’esame.

L’ARRESTO

Inteso come “blocco”. [SM=x52092]
Purtroppo mi andò male un’operazione chirurgica di routine e ne risentii non poco.
Mi fermai per un paio di mesi, anche se lo studio andava avanti non riuscivo a capire bene le materie che mi ero tenuto per ultime: la temutissima procedura civile ed economia politica, ovvero l’incubo di tutti i giuristi. [SM=g2486726]
La mia ragazza era l’unica che mi stava vicino e anche se mi ricompattai con alcuni vecchi amici (Alessio di Slam 2000 in primis, il primo incontro fu quasi commovente [SM=g1450733]) era diventato tutto molto difficile.
Intanto spuntò la materia per la tesi: criminologia!
Ne fui entusiasta e mi misi sotto: non volevo mollare proprio alla fine… non volevo e non potevo.

THE END


Dell’ultimo periodo ho solo due ricordi ben distinti, chiari, che portano alla mente altro, ma sfocato: una distesa immensa di acqua lacustre e una palma sotto un sole incandescente nella capitale.
Andiamo per ordine: in procedura civile capitarono delle domande assurde di diritto commerciale (in cui ero già molto bravo [SM=g27828]) come due sulla figura del socio nelle società occulte. [SM=x49426]
In quei giorni la mia ragazza volle andare a Costermano, sul Lago di Garda. Passammo delle belle giornate, in particolare le sere, a guardare tutta la zona lacustre dall’alto, sperando in un futuro migliore, in qualcosa che ci avrebbe ripagati, ma fu anche un periodo molto freddo, nonostante fosse stata primavera. Arrivò l’ultimo giorno e, mentre mangiavamo il dessert dopo un’abbuffata storica a Bardolino, controllai per scrupolo la posta: incredibile, ce l’avevo fatta con 19!!!
Ricordo i sorrisi, i gabbiani, le papere, i cigni, quest’acqua che risplendeva e soprattutto “What the hell” di Avril Lavigne sparata a palla durante il ritorno a Verona, canzone che con le sue note rifletteva molto e riflette ancora il mio stato d’animo irrequieto ma felice, tanto che se mai scrivessi il seguito di Slam 2000 “Slam Legacy” quella sarebbe un’ipotetica “sigla” o comunque una canzone che mi ispirerebbe moltissimo. [SM=g27811]
Rimaneva economia politica: criminologia e la laurea erano lì ad aspettarmi… rimaneva l’incubo.
Primo tentativo… botta tremenda: “Non superato” sul sito e non rimanevano appelli utili per laurearsi in tempo… bisognava aspettare molti altri mesi… a meno che… “no, aspetta un momento! C’è un appello orale a Roma a luglio!!!”.
Da lì in poi iniziarono una serie di problemi allucinanti che mi hanno riportato in Borgo Milano. Non posso raccontarveli per una questione di privacy, ma sappiate che sono stati dei casini bestiali che mi hanno spinto al limite, stavano per compromettere la mia lucidità mentale e che hanno reso il finale da brividi.
Dovete sapere che quando ti batti per qualcosa tutta la vita e arriva il momento della verità, dentro di te sai che si decide tutto, ma lì per lì cerchi di non pensarci e vivi in una sorta di vuoto mentale fino a quel momento, quel momento in cui dai tutto te stesso e o la va o la spacca. Ho provato qualcosa di molto simile in una finale di tennistavolo per cui mi ero preparato per mesi e nella finale della Scaligera in coppa Korac mentre suonavano gli inni. È tutto lì… e nessuno può aiutarti… tu sei il padrone della tua vita, ma se fallisci ne subirai doppiamente le conseguenze.
Ricordo solo che sono sceso dal secondo piano traballante dopo avercela fatta… e questa palma sotto il sole di Roma che mi guardava come per dire “Ci vediamo alla discussione della tesi!”.

CONCLUSIONI

Lo studio del diritto è qualcosa di bellissimo, qualcosa di così meraviglioso che ormai fa parte per sempre di me.
Probabilmente sono il peggiore dei giuristi, o forse non sono nemmeno tanto male… lascio agli altri giudicare, ma io amo il diritto penale, la criminologia e tutto ciò che ruota attorno a queste due materie formidabili che fanno parte della nostra storia e della nostra cultura.
Il cammino non è finito: manca la magistrale (nel frattempo i politicanti hanno avuto la bella pensata di togliere la specialistica [SM=x52092]) e chissà cosa, ma siamo sulla buona strada.
Attualmente sto scrivendo un libro su quelle materie e ho trovato un ingaggino presso una testata per occuparmi di cronaca giudiziaria.
Il messaggio che volevo lasciare a chi mi leggerà è di non smettere mai di studiare e di non considerarlo “da sfigati”: pensate con la vostra testa e investite sul vostro futuro.
È pur vero che ognuno ha il suo destino, ma date ascolto al vecchio zio Dave, il penalista semi-criminologo.

[IMG]http://i51.tinypic.com/5yruaa.gif[/IMG]
Dave ("the Box")



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