00 25/02/2020 22:47
Re:
Metis.21, 25/02/2020 09.29:


E di questo ne parla quando, smesso di giocare, inizia a collaborare con persone e professionisti terzi per tutti i progetti collaterali che aveva cominciato. Lì c'è talento, ma lui cerca essenzialmente l'etica del lavoro..




E la passione.

Di sicuro c'era anche il "personaggio" da sostenere e il vario marketing. Ma anche quando sei un personaggio puoi decidere tu se crogiolarti nella posizione in cui sei, vivacchiando e sfruttando la posizione, oppure continuare a lavorare su progetti per i quali ti appassioni. Magari lo sponsor ti obbliga a far vedere le scarpe, ma non ad andare a vedere le partite di basket femminile o ad allenarti nel tuo tempo libero con giocatori e giocatrici per aiutarli a migliorarsi o a fermarsi in palestra oltre l'allenamento finchè non era soddisfatto (quando giocava)

Quello che voglio dire è che a parità di mezzi fisici, soldi e tanta fortuna non tutti diventano Kobe Bryant. E la differenza l'ha fatta proprio la sua mentalità IMHO.



[Modificato da !LULLABY! 25/02/2020 22:48]