una recensione presa da CiboEcibo.it:
Buongiorno.
In merito al vs articolo recentemente pubblicato vorrei inserire la mie esperienza diretta e come padre. Poichè non siamo più i soli che ricorriamo sempre più frequentemente all'uso di latti 'diversi' e ne sono una prova il fatto stesso che la GDO nell'arco degli ultimi 5 anni è passata da latti di Capra non italiani a lunga conservazione su scaffali secondari a vendere anche 2 o 3 marche di latte di capra Italiano e nello stesso scaffale del latte fresco.
Ho letto il vs articolo e ritengo che siano validi sia l'approccio scientifico visto che oramai tutti noi -e parlo da genitore- siamo attenti ai contenuti non solo alla forma ma anche un approccio di .. gusto.
Sia io che mio figlio siamo intolleranti al latte vaccino, e nei cambi di stagione non riusciamo nemmeno a bere un latte microfiltrato.
Non ci sono dubbi:abbiamo fatto prove anche di accostamento in base all'alimentazione che correda i pasti prima di assumere latte vaccino, durante e dopo. Il fatto sostanziale è che a volte mi fa anche male, e non parlo di coliti.
Bene, potrà sembrare assurdo ma abbiamo iniziato a bere latte crudo da quasi 2 anni e il paradosso apparente della presenza di batteri (più di 100 specie diverse) non solo non è stato causa dei soliti problemi che non sto a descrivere, avuti anche con latti microfiltrati appunto, ma anzi ha debellato il nostro problema.
la ragione, appunto consiste nel fatto che -come ha recentemente documentato Slow Food in una delle sue enciclopediche recensioni mensili- il latte crudo (come da millenni) contiene una quantità di batteri sia prebiotici che probiotici, alcuni dei quali già capaci di digerire lattosio e derivati. Questo fenomeno (che in altre regioni del mondo è stato scoperto da qualche millennio ed ha generato abitudini diverse come il Kefir nelle regioni della mezzaluna fertile) ha permesso a intere generazioni di bere comodamente il latte di vacca.
Ed è proprio la pastorizzazione che neutralizzando tali batteri impedisce la corretta digestione del latte.
Ciò spiega il paradosso che si può incorrere a gastroenteriti anche spasmiche con latte zimil o simile e con latte intero pastorizzato mentre invece si può bere con gioia un latte crudo.
Dal punto di vista tecnico gli ultimi 150 anni hanno distrutto queste antiche e corrette abitudini per una sola ragione principale:
l'industrializzazione che ha permesso di trasformare e rendere il prodotto disponibili su larga scala.
Questa causa è stata determinante poichè 150 anni fa i piccoli e medi allevatori iniziarono a stivare gli animali in piccoli spazi dovendo sopperire alle richieste, e questo ha gioco forza moltiplicato ed aggravato lo ststo di igiene che all'epoca non era per nulla paragonabile ai livelli che oggi utilizziamo. Nell'arco di pochi anni i governi attuarono norme severissime, che anche ottusamente si sono protratte nei secoli.
Un esempio è il canada che ancora oggi come in tutti i paesi angloisassoni proibisce la produzione di formaggi con latte non pastorizzato. Sono retaggi culturali di paure di rischi dovuti alla trascurateza delle condizioni igieniche.
Da questo momento storico il latte è stato pastorizzato e, generazione dopo generazione, siamo arrivati oggi a latti sempre più poveri e privi del propedeutico.. quel 'valore aggiunto' che ci ha aiutato a digerire il latte di vacca per millenni e che ora ci manca.
Ma se oggi possiamo permetterci livelli di igiene -dalla mungitura alla vendita al consumatore- altissimi, allora viva la possibilità di bere latte crudo
Guido
Rif.
http://www.ciboecibo.it/Sani,-buoni-e-etici/Cosa-mangiamo/Latte-crudo,-facciamo-chiarezza?/