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SABATINI A FUTURSHOW STATION: IL GIRA CESSA L'ATTIVITA'



(23/06/2011 19.03.25)





Il presidente del Gira Ozzano, Claudio Sabatini, ha annunciato nel corso di una conferenza stampa radiofonica che la storica squadra ozzanese non proseguirà l'attività. La decisione è stata presa di comune accordo con Vacchi e Di Giansante. Ora il titolo è a disposizione per chi volesse usarlo per un trasferimento di sede (Ferrara?), altrimenti si chiuderà. Ecco le parole di Sabatini:

“Devo annunciare che dopo pranzo, dopo aver parlato con Vacchi e Di Giansante, è stata decisa di interrompere l’attività del Gira Ozzano”.

Il motivo della scelta? Il titolo traslocherà altrove? “Io in questa esperienza ho fatto conoscenza con loro due e Buriani, persone splendide, che per tanti anni si sono accollati la raccolta gli investimenti per gestire il Gira per tanti anni. Lo scorso anno mi hanno invitato per permettere di proseguire, e io l’ho fatto con loro accanto. Ringrazio il sindaco di Ozzano che si è dovuto dimettere dal consiglio della società per alcuni imbarazzi dovuti a contrasti. Non possiamo più andare avanti, la cosa ci è costata 90mila euro, e la scelta di non investire più per la B2 è condivisa. Ci sono i Flying Balls che in C2 possono andare avanti con le giovanili e il minibasket, ma non sono così paraculo da dire la metà delle cose. Io non mi diverto ad andare a Ozzano, il sabato sera, a leggere scritte offensive contro i muri. E ora se qualcuno vuole il diritto, lo faccia entro il 30 giugno: Ferrara o altri, siamo qua. Ho inviato una lettera all’assessore allo sport di Ferrara, chiarendo che non siamo interessati alla gestione del palasport della città, ripetendo che vorremmo giocare lì partite quando la FSS sarà occupata, e possiamo portare lì il Gira in B2. Ci potrebbe essere a breve anche un titolo di B1: io ricordo a Ferrara un pubblico competente ed educato, per cui se vogliono collaborare siamo qua. Se vogliono fare pallacanestro ci siamo, se è una questione di simpatie o antipatie, dopo che sono stato là negli ultimi giorni, lo dicano. L’anno sportivo ha permesso di far giocare i nostri giovani, ora ci sono tante offerte, ma non di solo pane si vive: noi abbiamo competenze tecniche messe a disposizione. Ma così come in amore, quando si dà e non si prende, si deve finire”

Si potrebbe trasportare il modello Ozzano a Ferrara, con i giovani? “Certo, se loro vogliono collaborare noi siamo qua. I tempi sono stretti, per cui tra chiaccherare e fare non ci deve essere intervallo”

Il Gira chiude, quindi, del tutto? “Dopo il pranzo ho chiamato i responsabili dei Flying Balls, che sono ora i principali referenti del basket a Ozzano, dicendo che un contributo ci potrebbe essere, e loro hanno l’ambizione di voler crescere. Il Gira, se trova, si trasferisce altrove, poi vedremo cosa fare per il settore giovanile dato che un 14enne di Ozzano non può essere spostato a Ferrara. Ci vuole buonsenso; sapevamo che il campionato sarebbe stato difficoltoso, ma i genitori dei ragazzi mi hanno ringraziato per i minuti dati ai figli che ora sono pronti a giocare ancora di più. Esperienza positiva, ma il pubblico ha smesso di venire a vedere le partite, altri hanno contestato, per cui ora l’imbarazzo non c’è più, e se ci fossero realtà impreditoriali che volessero prendere Ozzano e fare la B2, sono disponibile a cedere la società. Ma mi dicono che non ce ne siano: Vacchi e Di Giansante, comunque, sono due gran signori e ora l’ho approfondito”

E’ stata forse una esperienza fin troppo innovativa? “Il progetto è nato quando sono stato chiamato, e mi è stato detto che chi c’era prima non sarebbe andato avanti. Uno innova quando c’è l’esigenza e il momento… Andavo a vedere le partite, c’era tanta gente, ma non si incassava un granche, e i tifosi che entrano gratis è come non averli. Magari abbiamo sbagliato nell’atteggiamento, nell’approccio e nella forma, ma se fosse stato per me avrei chiuso a novembre. Ho però pensato ai ragazzi, a Vacchi e Di Giansante, e sono andato fino alla fine. Con tutto il rispetto, la mia azienda non ha sede a Ozzano, non ho relazioni né fidanzate a Ozzano, anzi lì mi hanno ritirato la patente, per cui zero problemi. Di gente che vuole gli attivi senza i passivi come la Virtus 34 nel 2003 c’è già il clone, Romagnoli: se qualcuno a Ozzano vuole fare una colletta, io prendo la macchina stando attento a non far sorpassi e arrivo a loro disposizione. Non voglio certo passare per quello che porta via il basket dalla città, rimane la C2 e non ci sono risorse per la B2: poi quelli che dicono no alla Girtus mi hanno convinto. Saranno ragazzini, ma avranno dei genitori a casa: anche i miei figli faranno sciocchezze, ma poi io gli tiro le orecchie. Sulla via Emilia, Di Giansante Vacchi e Buriani meriterebbero un monumento per quanto hanno investito nel Gira. Io ho una certa esperienza, so che la riconoscenza non esiste, e per fortuna quel comunicato di contestazione loro non lo hanno letto. Ripeto: se c’è chi vuol prendere la società venga in fretta, noi chiudiamo con i conti in pareggio e andremo avanti con i giovani e con la C2. Prezzi? Non ne parliamo qua, per la scorsa stagione abbiamo speso 650mila euro e come Virtus abbiamo messo 90mila. E dover poi andare a sentire ragazzotti che contestano, quando sono lì con mio figlio… Ora faranno l’Eurolega, ad Ozzano, e rifletteranno se sono stati intelligenti o stupidi. E se poi Sacrati cerca una B2, anche se io spero che la cordata di Romagnoli chiuda con Udine, noi siamo qua: Sacrati mi è più simpatico, sono incline ai tipi naif, e comunque ci auguriamo di vederli in serie A a breve”

Con i ragazzi di Ozzano, quanti sono i giocatori Virtus sul mercato? “Hanno degli agenti che stanno cercando loro un posto, noi lavoriamo sulla qualità cercando di essere selettivi e cercando di portare la piramide verso l’alto. Sui giovani stiamo facendo accordi importanti anche con società straniere, vorremmo essere un riferimento per tanti, e le iniziative che abbiamo messo sul campo sono un fiore all’occhiello. Abbiamo il miglior allenatore d’Italia, possiamo dialogare e portare ragazzini già in linea alle condizioni tecniche a cui siamo abituati: non facciamo la zona, i lunghi giocano da esterni, ci piacciono gli esercizi particolari. Vorremmo essere un laboratorio importante per formare i giovani di qualità”



Enrico Faggiano