Siccome vi conosco e sò che siete pigri, eccovi i punti principali del nuovo contratto collettivo:
-Le durate contrattuali massime saranno ridotte di un anno (da 7 a 6 anni), garantendo una maggiore libertà salariale alle franchigie, che non saranno più costrette, per tenersi stretto un giocatore importante, a firmare contratti pesanti, destinati a diventare zavorre quando il giocatore in questione sarà in là con gli anni.
-Gli aumenti da un contratto ad uno nuovo saranno limitati: dal 12,5% di aumento se i giocatori ri-firmavano con il team di appartenenza ed il 10% con una nuova squadra, si passerà al 10% e all’8%.
-La durata del contratto garantito di un giocatore scelto al primo giro del Draft diminuisce, si passerà da un contratto garantito di 3 anni a 2 anni garantiti.
-Il “salary cap”, il tetto salariale oltre il quale scatta la “luxury tax” (una penale pari all’eccedenza oltre il limite massimo), sarà aumentato, dai 43,87 milioni di dollari della stagione passata ad un valore che potrebbe oscillare tra i 47 e i 50 milioni.
-Il “basketball-related income”, l’introito legato al basket, finora limitato ad un minimo di 57%, coprirà l’intero contratto, quindi i giocatori, alla firma di un contratto, saranno sicuri di ricevere l’intero importo in forma di salari annuali.
-Finora, i giocatori hanno dovuto versare ogni anno una sorta di cauzione, pari al 10% dei propri contratti, che, in particolari condizioni, sarebbe finita nelle tasche dei proprietari più parsimoniosi. Da questo momento in poi, la percentuale scenderà all’8%.
I proprietari hanno abbandonato l’idea di una “super luxury tax”, che penalizzasse ulteriormente chi superasse un certo limite, costringendolo a pagare il doppio del valore eccedente.
Ovviamente questo nuovo contratto contiene anche la postilla che non permette a chi non ha ancora compiuto 19 anni di età (entro il Giugno di ogni anno) di dichiararsi eleggibile per il Draft.