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Bernardi e Lucchetta "traditi" dai figli che preferiscono il basket

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    Walker - Lugo
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    00 31/07/2007 21:26
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    di Marco Arceri

    Riccardo e Lorenzo, tredici anni. Uno gioca in Veneto, con l’illustre casacca della Benetton Treviso. L’altro a Modena – “ma non ce la passiamo mica male: stiamo tra Reggio Emilia e Bologna, due centri del basket” scherza suo papà. Entrambi hanno una cosa in comune: sono figli d’arte. Papà illustri e pargoli che sperano di emularli. Solo che hanno scelto altri campi, altri ambiti e altri giochi. Riccardo e Lorenzo sono figli di Lorenzo Bernardi e Andrea Lucchetta, due pilastri della pallavolo italiana. Due mostri sacri del volley che oggi vedono i loro figli giocare a basket. I padri l’anno presa bene: non è un tradimento dell’eredità paterna. “Ma no, l’importante è che si divertano”. E poi, azzarda Lucchetta, “io tra pallacanestro e pallavolo ci vedo parecchie similitudini. Certo, esistono evidenti differenze, ma molti gesti tecnici sono simili. Con mio figlio per esempio osservavamo come i neri americani riescano a correre e tirare saltando in sospensione: un gesto molto simile all’arresto e schiacciata della pallavolo. E allora ben venga la commistione degli sport, il saper offrire questi gesti ai ragazzi”. Più scettico invece Lorenzo Bernardi: “No, tra pallavolo e pallacanestro ci sono parecchie differenze. E’ vero che hanno degli aspetti in comune, e la rilevanza del salto come gesto tecnico fondamentale è una di questi. Però sono maggiori le diversità. Il salto stesso avviene con modalità diverse, e nel volley è l’aspetto caratterizzante. Nella pallacanestro poi c’è il contatto fisico, nel nostro sport no. Il volley è più veloce e una singola azione spesso non coinvolge più di tre giocatori: chi riceve il pallone, chi lo alza e chi lo schiaccia. La pallacanestro invece lascia fino a 24 secondi e coinvolge tutta la squadra”. Entrambi invece concordano su un punto: il basket è più immediato, diretto e fascinoso. Soprattutto per i bambini. Del resto loro stessi hanno dei ‘convertiti’ in casa, sebbene il caso del figlio di Lorenzo Bernardi sia particolare: la madre – Rossana Fichfach – infatti è stata giocatrice di pallacanestro. “Mio figlio è cresciuto guardando le mie partite di pallavolo e quelle di basket di mia moglie - spiega Bernardi - ma non c’è dubbio che per un bambino il minibasket o il calcio siano molto più attraenti del minivolley. Perché la pallacanestro dei piccoli è più facile: ai bambini viene data subito la possibilità di fare canestro, il regolamento è più leggero e sono permesse anche certe infrazioni. Nel minivolley la finalizzazione, la schiacciata, è più complicata; nel minibasket è più alla portata di tutti e dunque maggiormente immediata e gratificante”. “Mio figlio – spiega Lucchetta – ha provato a giocare un anno a pallavolo, poi ha scoperto il basket, il tre contro tre e si divertiva di più. Inoltre per un bambino conta molto il rapporto con il pallone e la pallacanestro ti regala la possibilità di tenerlo tra le mani e gestirlo. Al contrario la pallavolo impone di liberartene il prima possibile. Nella fascia d’età tra i 6 e i 12 anni il basket è certamente più attraente. Entrambi gli sport sono comunque in grado di offrire molto ai bambini, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista morale. E mi piacerebbe che il calcio prendesse qualcosa da noi, o dal rugby, come filosofia di gioco, mentalità, senso della misura e della sportività”. Pallacanestro e pallavolo, sport che condividono il ruolo di eterni secondi dopo il calcio. E che condividono oggi anche identiche necessità. Per esempio quella di investire sui giovani e far ripartire i propri movimenti dopo anni di successi e riconoscimenti. “Il basket ha iniziato prima di noi – spiega Lucchetta – il volley è in ritardo. La pallavolo sta pagando la passività degli ultimi anni e l’incapacità di costruire nuove generazioni, abbiamo subito una perdita del 25%-30% di praticanti. Sia per la pallacanestro che per la pallavolo vale però questa regola: non bisogna pensare ai fuoriclasse come Bargnani, quelli verranno fuori sempre. Bisogna costruire un vero e proprio movimento, e servono investimenti e scuole. D’altro canto però ci sono pure delle diversità. La pallacanestro è avvantaggiata perché ha il grande traino d’immagine dell’Nba, ed anche se può sembrare un mondo patinato e irreale suscita un’enorme attrazione”. “Sì, sono due situazioni diverse – concorda Bernardi – In comune hanno il fatto di vivere un momento di rigenerazione necessaria. Ma il basket mi sembra avvantaggiato. Innanzitutto dal punto di vista strutturale: ci sono più soldi e più possibilità di fare investimenti. Ci sono forti richiami esterni: l’Nba chiaramente, ma anche l’Eurolega è un’eccezionale vetrina. E poi ci sono già giocatori giovani che possono fare da traino all’intero settore. Non solo Andrea Bargnani, ma anche Belinelli, Gallinari, Mancinelli, Datome, Russo a Treviso. Gente giovane ma capace di giocare in prima squadra. La pallavolo ha meno soldi e si è mossa in ritardo, anche se può contare su un ottimo successo di pubblico: i palazzi sono sempre pieni. Il fatto è anche che il settore giovanile è materia delicata. E’ un ambito in cui non bastano i soldi e gli investimenti: servono soprattutto idee chiare e gente qualificata, gente che sa selezionare i ragazzi, allenarli e farli crescere. E poi serve il coraggio, alla fine del percorso, di buttarli in prima squadra e farli giocare”. A un certo punto il papà prende però il posto dell’osservatore esperto di sport. “Il basket, ma in generale qualsiasi sport – spiega Bernardi – può dare tanto a Riccardo e ai ragazzi della sua età. Mi auguro che gli trasmetta valori e insegnamenti”. “Magari esistono abilità geneticamente trasmesse da padre in figlio - sorride Lucchetta – e chissà che in futuro la pallacanestro non diventi il suo lavoro e la sua fonte di soddisfazioni, ma per ora l’importante è che Lorenzo si diverta e vada avanti così”.
    [Modificato da Davide 18/07/2019 14:53]
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    SteveH
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    00 31/07/2007 22:33
    sarà contento Dave [SM=g27827]
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    stemack
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    00 01/08/2007 01:56
    infatti...ho pensato a lui quando ho letto quest'articolo sul periodico della FIP qualche mese fa...
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    !LULLABY!
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    00 01/08/2007 09:25

    In comune hanno il fatto di vivere un momento di rigenerazione necessaria. Ma il basket mi sembra avvantaggiato. Innanzitutto dal punto di vista strutturale: ci sono più soldi e più possibilità di fare investimenti. Ci sono forti richiami esterni: l’Nba chiaramente, ma anche l’Eurolega è un’eccezionale vetrina. E poi ci sono già giocatori giovani che possono fare da traino all’intero settore. Non solo Andrea Bargnani, ma anche Belinelli, Gallinari, Mancinelli, Datome, Russo a Treviso. Gente giovane ma capace di giocare in prima squadra. La pallavolo ha meno soldi e si è mossa in ritardo, anche se può contare su un ottimo successo di pubblico: i palazzi sono sempre pieni.



    ditelo a chi è rimasto senza palazzetto perchè "sfrattato" dalla pallavolo [SM=g27829]

    comunque...bene così!
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    stemack
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    00 20/08/2007 00:45
    La pallavolo ha dalla sua che è praticato dalla maggior parte delle donne...
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    Davide
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    00 08/10/2018 02:40
    SteveH, 31/07/2007 22.33:

    sarà contento Dave [SM=g27827]

    stemack, 01/08/2007 01.56:

    infatti...ho pensato a lui quando ho letto quest'articolo sul periodico della FIP qualche mese fa...


    Scusate, ma perché io devo essere l'anti-pallavolo incarnato e fatto uomo?!
    Voi siete anti-pallavolisti come e più di me! [SM=x49399]