00 30/04/2019 14:17
Non ho scritto ieri perchè ero troppo incazzato e non è che oggi vada molto meglio.
Ho letto il secondo articolo linkato dal nuovo utente

www.baskettiamo.com/baskettiamo/archives/26581/la-verita-sulla-vicenda-fiat-torino-nelle-parole-di-piero-guerrini-tut...

e la storia del presidente lasciato solo non corrisponde al pool di sponsor che avrebbe affiancato Gerasimenko. Eccoli qua.

Davide, 23/04/2019 13.55:

Fra coloro che ora cercheranno di rilanciare le sorti dell’Auxilium ci sono imprenditori piemontesi come Giovanni Paolo Terzolo, rifondatore dell’Auxilium nel 2009, patron della Pms Basket e dell’Elettrogruppo ZeroUno Spa. Al suo fianco Guido Repetto, ad della Elah Dufour e presidente di Baratti & Milano, nonché fondatore con Terzolo della società Novipiù Campus Piemonte Basketball che a Moncalieri sta catalizzando l’attività giovanile sotto la guida di Federico Danna (ex coach di serie A a Torino, Biella e Varese). Nella nuova società ci sarà anche Fabrizio Cellino, imprenditore nel settore dell’acciaio e dirigente dall’Usdb Crocetta, uno dei più importanti vivai piemontesi, che ha dato portato molti giocatori (il più illustre Charly Caglieris) fino alla serie A. E dovrebbe entrare nella cordata anche Marco Boglione, proprietario di brand sportivi come Robe di Kappa e Superga.



Quindi come si spiega il "Forni lasciato solo" alla luce di tutti questi nomi?
Lasciato solo, non voleva altri soci o questi presunti soci sarebbero entrati solo con la partenza di Forni?
Le testate giornalistiche non sono chiare.

Poi: Trento, Sassari e Reggio Emilia virtuose?
Essere virtuosi non significa solo avere le finanze a posto ma anche avere il controllo della squadra e soprattutto avere obiettivi e in questo è virtuosa solo Trento.
Sassari 2 anni fa stava per esplodere, quest'anno si è fatta mettere un 20 a 0 pagliaccesco, Reggio Emilia fra un pò retrocede.
Ma per favore.

La crisi economica del basket italiano: c'è crisi, ma c'è anche poca volontà di pubblicizzare il prodotto. La Lega e le squadre hanno un brand (rispettivamente campionato e marchio e storia): se non ci investono per forza c'è crisi.
E' come se io avessi un'azienda di biscotti, li producessi e sperassi che vengano comprati senza nemmeno piazzarli nei supermercati.

La storia del fallimento: su quello do ragione a Simone Mazzola, avrebbero dovuto chiudere e basta. Ma il punto non è quello: è come sono arrivati a indebitarsi così tanto.
La Coppa Italia ha fatto perdere di vista il controllo del portafoglio? Capita spesso che squadre vincenti l'anno prima poi falliscano.
Chiediamocele queste cose.

Ultima cosa che non torna: la polisportiva con la Juventus. L'ultima parte dell'articolo è interessante perchè spiega la differenza fra i tifosi del Torino e della Juventus che condivido (i tifosi del Torino sono più i residenti, la Juventus ha un'identità più nazionale).
L'autore però si è dimenticato di menzionare che ci sono 20 miliardi di euro di debiti quindi qualsiasi società che subentri deve pagarli.
Conviene fare come la San Zeno, cioè ripartire dalle serie minori o "acquistare" un diritto di serie A2.

Su Facebook ho letto molte lamentele anche con auguri di morte specifici a persone nei confronti della Lega e l'addio al basket ("non seguirò più una partita"). Non condivido questo modo di pensare che è da amebe: il sistema è ingiusto, dalla vita al basket, ma se molli non sei mai stato un cestista.



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