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Mike D'Antoni: l'Olimpia ritira il n. 8

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    !LULLABY!
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    00 12/03/2015 09:28
    Da marzo nessuno potrà più indossare la canotta del play di origine umbra. Il club finora aveva riservato questo onore alla n. 18 di Arthur Kenney, ritirata nel maggio 2014

    Stagione 1981-1982. Finale scudetto. Milano si gioca il tricolore contro Pesaro. In gara-1 sbanca il mitico palasport di viale Partigiani 89-86. In gara-2 la squadra di Peterson ha il match point tricolore. A 3” dalla fine di gara-2, a San Siro, l’Olimpia è sotto 72-67. Timeout. Il coach chiede a Mike D’Antoni: "Vuoi usare la 1-3-1?". Mike: "How much time?". Quanto tempo manca? Peterson: "Tre minuti". Mike, guardando il tabellone per vedere il -5: "No, li possiamo fermare a uomo". E lui doveva marcare Mr. Europa, Dragan Kicanovic. In quei 3’ il parziale è 6-0 per Milano: 73-72 e serie scudetto chiusa. Chi ha fatto l’ultimo canestro? Mike D’Antoni. Ecco cosa rappresenta Mike D’Antoni per la storia dell’Olimpia. Carattere (non si nasconde dietro la 1-3-1), talento (segna canestri dal notevole peso specifico come l’ultimo contro Pesaro) e leadership (è il primo capitano non italiano della storia delle scarpette rosse).


    Simmenthal Milano 1972-73, da sinistra in alto: Bariveria, Vecchiato, Masini, Kenney, Borlenghi; accosciati da sinistra: Bianchi, Brumatti, Iellini, Giomo, Cerioni.


    L'OLIMPO DELL'OLIMPIA — A marzo la "sua" canottiera numero 8 verrà ritirata. Per sempre. Nell’olimpo dell’Olimpia dove solo Arthur Kenney per ora vanta un posto. Infatti la canottiera numero 18 nel maggio 2014 è stata ritirata. D’Antoni si ritira nel 1990 per iniziare la carriera da coach. Dalla stagione successiva (1990-1991) la numero 8 non viene più assegnata fino al 2002-2003. Forse per rispetto, per 12 anni nessuno osa indossare quella maglia. Dal 2002 al 2011 invece il trend cambia. Prima Coldebella per 4 stagioni (dal 2002 al 2006), poi Gallinari (dal 2006 al 2008), per finire con Pape Sow (2008-2009) e Maciulis (dal 2009 al 2011) l’8 torna a essere stampato sulle canottiere dell’Olimpia.
    RITORNO? — Il play di origine umbra (che nei primi anni milanesi giocò con il numero 5) resta a Milano dal 1977 al 1990 come giocatore mentre poi per altre 4 stagioni ricopre il ruolo di coach. In quell’avventura conosce ogni tipo di emozioni. Positive e negative. È in campo nella fatal Grenoble (la finale di Coppa dei Campioni persa contro Cantù nel 1983) ma è uno dei leader di 2 Coppe dei Campioni (1987, 1988), una Coppa Intercontinentale (1987), una Coppa Korac (‘84-’85), 5 scudetti (‘81-’82, ‘84-’85, ‘85-’86, ‘86-’87 e ‘88-’89) e due Coppe Italia (‘86 e ‘87). A marzo Mike tornerà in città a vegliare sulle fortune dell’Olimpia.

    Davide Romani
    gazzetta.it
    [Modificato da !LULLABY! 12/03/2015 09:29]
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    !LULLABY!
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    00 12/03/2015 09:31
    COME GIOCAVA MIKE? — Difficile spiegarlo oggi visto che non esiste una tipologia di giocatore simile: ai tempi il regista guidava la squadra e, difficilmente, se non in contropiede, andava a tirare da sotto. Oggi tutti i piccoli, come si dice adesso, “attaccano il canestro”. Quindi anche guardando You Tube si ha l’impressione che D’Antoni giri intorno alla questione: in realtà la qualità delle scelte, quasi sempre corrette, la visione di gioco, il tempismo nei passaggi, l’altruismo, la durezza mentale nei momenti cruciali delle partite, la fiducia nei propri mezzi ne fanno un giocatore unico. Con un gran tiro dal proprio palleggio. Ed era pur sempre un giocatore fisico, anche se oggi fa sorridere, col suo metro e novanta in regia (e la sua cattiveria e la furbizia). Facciamo fatica a trovare un giocatore di oggi che gli somigli per spiegarlo ai più giovani: azzardiamo un miscuglio Prigioni (anche per dimensioni)-Diamantidis con la convinzione che se fosse nato 20 anni dopo probabilmente avrebbe sviluppato qualità alla Jason Kidd e Steve Nash per non parlare di Ricky Rubio. La storia racconta che una volta, dopo un suo assist incredibile con applauso a scena aperta del pubblico, l’allenatore avversario, Tonino Zorzi, ha chiesto un minuto di sospensione per applaudirlo lui stesso.

    Luca Chiabotti
    gazzetta.it
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    ricicardo
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    00 12/03/2015 18:36
    Magari è il preludio per vederlo seduto in panchina :D
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    Rodman86
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    00 12/03/2015 21:24
    A parte che sarebbe un ritorno sulla nostra panchina, ma tendenzialmente cercherei altro per l'eventuale post-Banchi.

    Ps: Danilo cercati un altro numero per quando tornerai.