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Stimolare il consumo di cultura in Spagna era una delle promesse elettorali del Partito socialista. Ieri la nuova ministro della Cultura, Carmen Calvo, ha annunciato in un’intervista alla radio una riduzione dell’Iva su libri e dischi. Nel caso dei dischi, il ribasso sarà drastico, dall’attuale 16% calerà al 4, mentre per i libri passerà dal 4% a un simbolico 1.
Carmen Calvo, estroversa signora che in qualità di assessore alla Cultura nel governo regionale andaluso si era fatta conoscere per il suo dinamismo, ha assicurato che «la cultura non può essere intesa come un prodotto, ma deve essere considerata un bene comune». La misura da lei preconizzata va in questo senso.
«Il forte ribasso dell’Iva - ha spiegato - ridurrà i prezzi finali di libri e dischi con effetto doppiamente positivo: aumenteranno gli acquisti da parte dei cittadini e crescerà la produzione. Il rafforzamento dell’industria contribuirà alla lotta alla pirateria musicale e alla protezione della proprietà intellettuale e dei diritti d’autore».
Alla neoministro piace molto il modello di «eccezione culturale», la politica di protezionismo a favore del prodotto indigeno che attualmente si applica in Francia nel settore culturale. E’ proprio la politica criticata duramente dall’ex primo ministro Aznar in diverse occasioni. Per lui, l’«eccezione culturale» è protezionismo di una cultura in decadenza che vuole difendersi di fronte allo strapotere americano, soprattutto nel settore cinematografico.
Anche in Spagna, il cinema di Hollywood è dominante e le pellicole spagnole sono costrette a ritagliarsi a fatica spazi sempre più marginali. Per il governo popolare, la cultura non era una priorità e faceva orecchio da mercante alle lamentele di intellettuali e cinematografari. Ora i tempi sono cambiati, dopo la vittoria a sorpresa dei socialisti alle elezioni del 14 marzo.
«La via delle quote nazionali - ha dichiarato Carmen Calvo - offre buoni risultati, se guardiamo alle cifre nella vicina Francia. Per esempio, sei pellicole su dieci che vedono i francesi sono di produzione nazionale. Per questa ragione, senza obbligare nessuno su quello che deve o no vedere, stimolare da parte del governo la produzione di cinema nazionale significa favorire una maniera di esprimersi e di riflettere una immagine del Paese nel mondo».
Nel corso del suo mandato, la ministro Carmen Calvo dovrà confrontarsi con un altro grave problema: la pirateria musicale. E’ una seria emergenza da quando la tecnologia permette la riproduzione illegale dei dischi. Saranno necessari, ha sostenuto la Calvo, nuovi «sistemi di protezione», che spetterà alle case discografiche inventare, e «misure di prevenzione e di sanzione» che saranno adottate dalla pubblica amministrazione. In questo ultimo caso, bisognerà cercare la collaborazione con le autorità locali, più al corrente dei reati che si commettono in strada, come la vendita massiccia di cd illegali.
L’industria discografica ha espresso soddisfazione per le misure annunciate dal nuovo governo. «Un buon inizio», hanno commentato, anche perché l’Iva drasticamente ridotta permetterà di porre un limite al «trattamento discriminatorio» nei confronti dei dischi rispetto a libri.
«Non si capiva perché per i dischi il compratore dovesse pagare il 16% di Iva e per libri soltanto il 4%», ha dichiarato Antonio Guisasola, il presidente della Associazione discografici. E’ convinto che i risparmi sull’Iva permetteranno all’industria di affrontare meglio le enormi perdite che sta soffrendo a causa della pirateria e di studiare contromisure. Su questo ultimo punto, Guisasola ha spiegato che le imprese stanno investendo forti somme nelle misure antipirateria ma, fino a oggi, non è stato trovato un sistema veramente efficace.