Favorevole.
Conosco una persona, un uomo veramente squisito a livello di umanità e cortesia, che abita bel mio paese e col quale parlo spesso.
Ha 65 anni, quattro figli, pochi soldi in tasca in quanto abbastanza folle da lasciare il suo lavoro di farmacista 30 anni fa per una ben meno remunerativa attività di scultore.
Da ormai circa dieci anni combatte con una serie di tumori che con una sinistra periodicità tornano a fargli visita.
Gli hanno asportato, in più riprese, il 70% di un polmone, mezzo stomaco e non mi ricordo quanto intestino. Non sono un medico e può sembrare che stia facendo la lista delle frattaglie da dare al gatto da comprare dal macellaio.
Ma sto parlando di uno che è già stato sotto i ferri 4/5 volte per asportare metastasi e che ha fatto più cicli di chemio che lampade Carlo Conti, con complicanze annesse. E che , finora, si è sempre ripreso.
Dopo quasi tre anni senza sorprese,di quiete, il mese scorso mi ha detto che dovrà fare altri esami approfonditi perchè, pare, il cancro sia riapparso.
Dicendomi apertamente di non poterne più, di augurarsi che sia la volta definitiva perchè è rassegnato al fatto di dover morire di cancro ma non ne può più di perdere pezzi un po' alla volta come un puzzle.
Naturalmente io ho risposto che non avrebbe dovuto arrendersi , che finora l'aveva sfangata e ci sarebbe riuscito anche stavolta.
Una bella e ottimistica frase di circostanza, una cazzata immane perchè io non ho nemmeno idea di cosa possa provare lui, io che ho paura di entrare nell' ambulatorio del dentista, sarei terrorizzato, magari, davanti ad una appendicectomia, e mi ritrovo davanti uno che non ha timore del dolore. Non ha paura perchè se anche l'avesse avuta ora l'ha finita. E rassegnato.
E la paura lascia spazio alla speranza, la rassegnazione no.
No, come la vita è un diritto lo deve essere anche la buona morte, di fronte ad accanimenti del destino.
Se la guerra è persa perchè uno deve essere obbligato a lottare?
Non è solo una questione di attributi. Chi ha le palle ha una risorsa in più, verissimo. Ma è solo una questione di soglia di sopportazione.
Ma io non me la sento di giudicare chi, stremato, non ce la fa più. Esattamente come ho il massimo rispetto di chi si toglie volontariamente la vita. Sono in grado, da fuori, di capire quanto fosse codardo o disperato? Che ne so io di quanto sta soffrendo.
In certe situazioni l'eutanasia è la sola via d'uscita, un gesto di pietà per chi versa in uno stato di disperazione estrema.
Buona morte regolata, come tutto.
E sia chiaro, ne faccio un caso di coscienza, di ciò che prescrive la religione in questa materia me ne frego altamente.
Toccare con mano non si può, e comunque non abiliterebbe ad alcun giudizio.
Saluti
PP
"13 anni fa quando presentai la mia prima cerimonia degli oscar, questo era un paese molto diverso.
Il presidente era George Bush, eravamo in una fase di recessione economica e avevamo appena fatto la guerra all'Iraq. Oggi l'America è proprio tutto un altro pease."
Billy Crystal, presentatore della notte degli oscar...
[Modificato da Pino Pom 23/03/2004 11.54]