"Io, arbitro picchiato in campo"
Basket violento, stop gare
Parla Matteo Bergami, l'arbitro preso a pugni durante un incontro di basket a Forlì
Il giorno dopo il fattaccio, Matteo Bergami, 26 anni, arbitro di basket, porta sul volto i segni di una partita che per lui e per le squadre in campo avrebbe dovuto essere una festa. E invece si è trasformata, suo malgrado, in un episodio di cronaca nera. L’aggressione, il sangue, le cure all’ospedale. Ma anche la voglia di andare avanti: perché chi arbitra, come Matteo, lo fa per passione.
Bergami, che cosa è accaduto in quei momenti?
«Mi è sembrato subito che qualcosa fosse sfuggita di mano al giocatore. Ho cercato di difendermi».
Nonostante questo, però, i colpi del giocatore. Una reazione incomprensibile.
«Era una normale azione di gioco. Mi sono trovato in un angolo, spintonato. Qualche urlo, ho fatto quasi fatica a capire quello che stava accadendo».
I colpi del giocatore.
«Sono ancora sconvolto. Erano due occhi spiritati. Poi, come flash, ho i compagni del giocatore che lo trattengono e lo portano via».
La prognosi? Scatterà la denuncia?
«Preferisco non parlare di quste cose».
Lei da quanto tempo arbitra?
«Cinque anni».
Perché ha deciso di prendere questa strada?
«Per passione».
Precedenti con il giocatore di Roveleto?
«No, era la prima volta che l’arbitravo».
Il suo stato d’animo prima del match?
«Ero contento. Felice di esserci e di essere stato designato per una gara così importante».
Mai vissuti episodi del genere?
«Mai. Al massimo uno può rimanerci male per qualche coro feroce. Soprattutto se intonato da bambini. E’ un segno di maleducazione. Ma violenza fisica, mai».
Cosa fa nella vita di tutti i giorni?
«Lavoro e studio, come tanti. E ho un hobby: arbitrare».
La Fip ha preso posizione: la condanna degli episodi di violenza, non solo quello contro di lei, purtroppo, negli ultimi tempi, è andata di pari passo con la sospensione di tutte le gare del weekend.
«Un gesto che ho apprezzato. Mi fa pensare che siamo tutti uniti. Che vediamo la pallacanestro e lo sport nello stesso modo. Quello che è capitato non è sport. E’ stato un gesto di follia. Dopo otto minuti, di una partita nella quale non c’erano stati episodi particolari».
Cosa servirebbe in futuro?
«Magari maggiore tutela sui campi. Non vorrei che quello che è successo diventasse una moda o un esempio da imitare».
Spaventato dall’accaduto: tornerà ad arbitrare?
«Spero di poter continuare».
Se la sentirebbe di arbitrare anche oggi?
«Oggi non potrei. Perché un arbitro, per restare in campo, deve essere al meglio, fisicamente. E in questo momento, non lo sono».
Non è una resa?
«No. La stagione è quasi terminata. Avrò tempo per rimettermi in sesto».
A settembre la rivedremo con il fischietto in mano?
«Sì. Anche se quello che è successo ha lasciato il segno. E se ci penso, mi preoccupo».
Ma è riuscito a dormire dopo l’accaduto?
«Non sono andato a letto prestissimo, per una serie di motivi. Ma, una volta rientrato a casa, ho riposato».
Alessandro Gallo
www.ilrestodelcarlino.it
Qui viene spiegato meglio l'accaduto:
www.ilrestodelcarlino.it/bologna/sport/basket/2011/06/03/517443-incredibile_for...