Questa sera alle 22 morirà un altro italiano?

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Super Lupo
00venerdì 16 aprile 2004 17:07
Secondo l'ultimatum delle sedicenti "Falange di Maometto" alle 22 uccideranno un altro ostaggio italiano, cosa ne pensate?
Secondo voi in Italia si sta facendo il massimo?
Walker - Lugo
00venerdì 16 aprile 2004 17:14
Se non si sa niente di quello che stanno facendo, può essere un buon segno.

Io però sono pessimista, in questo caso. [SM=x49396]
Super Lupo
00venerdì 16 aprile 2004 23:08
Ecco le ultime notizie da www.ansa.it :

Il presunto e mai confermato ultimatum di uccidere un ostaggio italiano ogni 48 ore e' passato, ed e' passata anche una giornata di massima fibrillazione per tutti i settori dello Stato, impegnati a 360 gradi nella ricerca di ''canali'' che possano portare in un modo o nell'altro ad influenzare l'ancora sconosciuto gruppo che mercoledi' ha ucciso Fabrizio Quattrocchi e che continua a detenere in una localita' sconosciuta gli altri tre italiani.
Si rafforza di ora in ora la convinzione che i rapitori possano essere sunniti, ma il governo non tralascia alcuna pista, cercando contatti sia in Iraq che nei Paesi limitrofi.
Prova ne e' che il consigliere diplomatico del premier Berlusconi, l'ambasciatore Gianni Castellaneta, si trova in queste ore a Teheran e domani si spostera' a Damasco, per sondare le informazioni della Siria. Si battono sempre, in sostanza, sia la pista sciita che quella sunnita.
Ma l'incertezza e' totale, al punto che il ministro degli Esteri Franco Frattini - dopo aver ribadito che ''non ci sono conferme'' sull'esistenza di un ultimatun - si e' limitato a dire che il lavoro alla ricerca di contatti ''si sta ampliando ed approfondendo''. Regna pero' il massimo della riservatezza sui tentativi in atto e circolano le voci piu' diverse: da quella che sarebbe stato contattato il leader libico Muammar Gheddafi, per la sua origine sunnita; cosi' come che si starebbero sondando anche ambienti palestinesi che tradizionalmente hanno un buon rapporto con l'Italia.
Il presidente del Consiglio Silvio Berulusconi ha seguito la situazione ora per ora da Palazzo Chigi, attraverso numerose telefonate con i ministri piu' interessati alla vicenda e con l'ambasciatore De Martino che si trova a Bagdhad, nonche' con i vertici militari a Nassiriya. La parola d'ordine del Governo e' ''massima riservatezza'', dopo che e' diventato chiaro che i rapitori sono informatissimi sulle dichiarazioni delle autorita' italiane ed anche un tono sbagliato potrebbe portare alla tragedia.
Da Dublino, dove si trovava per una riunione informale dei ministri degli esteri dell'Unione europea, Frattini ha confermato la linea del riserbo, spiegando solo che ''tutte le vie sono aperte in Iraq e nei paesi vicini all'Iraq''. Ma la notizia di un contatto o di uno spiraglio ancora non c'e', o almeno non e' stata fatta trapelare dal Governo. Certo tutti i ''dignitari sunniti stanno facendo appelli all'immediata liberazione degli ostaggi'', ha aggiunto Frattini.
Anche il leader ribelle sciita Moqtada Sadr ha lanciato un appello alla liberazione dei rapiti, ma con una distinzione di non poco conto: ''Chiunque non appartenga ad una delle nazioni occupanti dovrebbe essere rilasciato'', ha detto oggi. E l' Italia viene vista in Iraq proprio come una delle potenze occupanti.
Ad aggravare la situazione, spiegano fonti diplomatiche, e' il fatto che i quattro italiani sono stati trovati pesantemente armati mentre lavoravano per una societa' statunitense.
Infine, altro particolare non rassicurante, il giornalista francese Alexander Jordanov, rapito e poi liberato, ha riferito di aver sentito parlare i suoi sequestratori degli ostaggi italiani in questi termini: ''Sono amici del diavolo e per questo li sgozzeremo''. Ma, in questa fase, ''no news-good news'', cioe' nessuna notizia vuol dire buone notizie.

LIBERATI 6 OSTAGGI, ALTRI 3 RAPITI
Mentre le ore scorrono nell'ansia per i tre italiani rapiti, sui quali pende la minaccia di morte, altri tre stranieri sono stati catturati in Iraq, dove la situazione si fa sempre piu' incandescente con il leader ribelle sciita che minaccia una guerra totale contro l'occupante americano.
Un canadese, un cinese, un'operatrice umanitaria australiana e tre giornalisti cechi sono stati liberati, provati dall'esperienza, ma vivi. Ma un danese, un cittadino degli emirati con passaporto giordano e un americano di origine giordana sono stati sequestrati, questi ultimi da finti agenti iracheni che lo hanno prelevato nel suo albergo di Bassora.

NEGOZIATI DIRETTI USA, LEADER FALLUJAH
Negoziati diretti sono cominciati tra rappresentanti civili e militari americani e leader della citta' assediata di Fallujah. Lo riporta l'agenzia Ap.
Fonti americane non hanno rivelato la natura dei colloqui, i primi da quando e' cominciato l'assedio della citta' il 5 aprile.
I colloqui sono in corso in una base dei Marines fuori Fallujah. Partecipano 11 leader iracheni, un funzionario della Coalizione e un ufficiale militare.
Finora erano stati leader iracheni a trattare con i rappresentanti della citta' assediata.
''Veniamo con mente aperta. E' molto importante quel che stiamo facendo. Cerchiamo di dare una chance alla diplomazia'', ha detto il maggiore dei Marines T.V. Johnson.
Una settimana fa i Marines hanno interrotto le operazioni militari nella citta' e domenica i ribelli sunniti hanno proclamato il cessate il fuoco per consentire le trattative tra iracheni.

PORTOGALLO, LISBONA POTREBBE RITIRARE CONTINGENTE
Il ministro dell'interno portoghese Figueredo Lopes ha detto che il suo paese potrebbe ritirare il proprio contingente dall'Iraq se la situazione continuera' a peggiorare.

FINI: IMPEGNO ITALIA NON CAMBIA, E' IL MOMENTO DI AGIRE E TACERE
''L'impegno dell'Italia in Iraq non cambia'', ha detto il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini.
''Ci sono momenti e luoghi per parlare, momenti e luoghi per agire e tacere. Questo e' uno dei momenti in cui agire e tacere''. Lo ha detto il vice premier Gianfranco Fini aggiungendo che ''il Governo fara' tutto cio' che e' in suo potere per salvare la vita degli ostaggi italiani''.

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