Ecco l'identikit di un programmatore di virus secondo
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Sophos, una delle maggiori produttrici di software antivirus, di recente ha pubblicato una ricerca in cui tratteggia il profilo socio-psicologico del programmatore-tipo di virus informatici. Bisogna riconoscere alla software house britannica un premio per l'originalità. L'idea alla base della ricerca, infatti, è identificare l'identità sociale dei programmatori-tipo di virus, per poterli combattere meglio. La ricerca, inoltre, ha un merito accessorio: fornire un volto e un'identità a qualcosa che, nel mondo dell'informatica, è estremamente sfuggente (e la natura del mezzo informatico incoraggia questa vaghezza di tratti identificativi) e, talvolta inumano. Dietro a hacker, semplici pirati informatici, produttori di virus e altri frequentatori dei bassifondi della Rete, infatti, è sempre stato difficile scorgere qualcosa che non fosse un insieme di tags incomprensibili e un gergo iniziatico piuttosto pittoresco. Ora, finalmente, la sociologia comincia ad operare in Rete con efficacia.
Secondo i dati della ricerca, il produttore tipico di virus è il ritratto di un perfetto otaku nipponico che ha sostituito la passione per i manga con l'informatica. Si tratta mediamente di un maschio piuttosto giovane (di età compresa tra i 14 e i 34 anni), ossessionato dall'informatica e – volendoci vedere o meno una conseguenza diretta – inesorabilmente single e generalmente piuttosto solo.
La solitudine di fronte al monitor del Pc è un fattore importante: il programmatore di virus, secondo la ricerca, è un solitario con seri problemi di relazione con gli altri, che cerca disperatamente di mettersi in evidenza: una sorta di versione informaticamente evoluta dei graffitisti degli anni Ottanta.
Se creare virus informatici significa gridare semplicemente "io esisto", ecco spiegato perché questi non sono semplici e muti agenti distruttivi, ma conservano un certo look & feel piuttosto adolescenziale. Praticamente ogni virus, infatti, reca con sé uno o più proclami del suo creatore, il quale sicuramente – in linea con quanto accadeva con gli hacker in passato – si sarà sicuramente già vantato della sua creazione in qualche forum specialistico.
La possibilità di creare una sorta di agente distruttore informatico personalizzato, che faccia parlare di sé migliaia e migliaia di utenti è un'attrattiva notevole per molti ragazzi solitari, abbandonati di fronte al computer. E' convinzione diffusa, per esempio, che il successo del virus Klez sia dovuto alla sua natura modulare e "aperta", che permette a qualsiasi programmatore un po' smaliziato di crearne una versione personalizzata: una produzione personale che non può che compiacere l'ego di tanti programmatori solitari. In questo modo, cioè permettendo a molti potenziali produttori di virus di "firmare" una versione personalizzata di Klez, il virus si è diffuso in innumerevoli identità più o meno difficili da debellare, tanto che dal 2001 ad oggi non si è ancora trovata una soluzione facile per neutralizzarlo.