Grande Juve ma GRANDISSIMO CHIEVO
Beh l'Empoli è eccezionale, il Modena mi ha un pò deluso... intanto beccati il 3 a 2 del Chievo a Roma contro la Lazio!!!
ROMA, 15 settembre 2002 - Certe volte la banalità non solo è irritante, ma anche fuori luogo: dunque, guai a chi parlasse ancora di 'favola Chievo'. Un anno dopo, con altri interpreti - Franceschini, Cossato e Bierhoff al posto di Eriberto-Luciano, Manfredini e Corradi - la squadra di Del Neri è identica a quella che aveva meravigliato l'Italia, a conferma che, quando esiste l'organizzazione, possono cambiare gli interpreti, ma lo spartito resta lo stesso. E i veronesi dimostrano di averlo imparato a memoria: pressing altissimo, aggressione con più uomini del portatore di palla avversario, sovrapposizioni e incroci, il tutto sotto la lucida regia di Corini, intorno al quale si muovono gli altri. Così il Chievo sbanca Roma alla prima di campionato, così come fece a Firenze nel 2001, al suo esordio assoluto in A. Anche allora sulla panchina avversaria c'era Mancini, e visto cos'è successo alla Fiorentina, i tifosi laziali faranno bene a toccarsi. Finisce 3-2 per la banda Del Neri dopo una partita vibrante, che ha confermato pregi e difetti delle due squadre. Perché, se in fase d'attacco il Chievo è una gioia per gli occhi, quando si tratta di proteggere la propria porta i gialloblù confermano la tendenza di rischiare oltre il lecito: i due gol di Simeone e Corradi nascono da un'errata applicazione del fuorigioco. La Lazio, invece, brilla per la caparbietà con cui lotta su ogni pallone e per i buoni spunti di Lopez Fiore, che sembrano ritrovati rispetto a un anno fa. Ma in difesa il vuoto lasciato da Nesta non può essere colmato da un Couto che perde addirittura il duello in velocità con Bierhoff in occasione dell'1-2, e, senza Liverani, a centrocampo il solo Fiore, peraltro defilato a destra, non basta a produrre qualità. Stanokovic non è uomo di fascia, dunque è necessario l'inserimento in pianta stabile di Manfredini. I primi 15 minuti del Chievo sono la prosecuzione ideale della scintillante linea di gioco tracciata lo scorso anno: la differenza sta nel maggior numero di percussioni centrali di Perrotta e Corini e nella minore profondità assicurata dagli esterni Franceschini e Cossato, meno veloci e non proprio ali di ruolo com'erano Luciano e Manfredini. Ma la manovra armonica e ficcante produce due palle gol nitide, una con Cossato sullo 0-0 e un'altra con Bierhoff sullo 0-1 (Pancaro salva sulla linea), la tattica spregiudicata viene punita dalla Lazio proprio come è successo tante volte nella passata stagione: Lopez controlla un pallone innocuo sulla destra e lo crossa basso al centro, i quattro difensori sbagliano il movimento a salire verso il centrocampo e per Simeone è uno scherzo mettere dentro. Il pareggio veronese arriva a sua volta su errore di piazzamento della difesa laziale, che si fa sorprendere dal cross da sinistra di Franceschini, con D'Anna che di testa uccella Peruzzi. Poi, nella ripresa, il 2-1 di Bierhoff, all'11a stagione in A dopo la parentesi francese, il pareggio di Corradi e lo splendido 3-2 di Della Morte, un altro carneade del grande calcio che sotto la cura Del Neri promette di diventare uno vero.
Guardati bene il goal di Della Morte questa sera
[Modificato da Super Lupo 15/09/2002 17:31]