[Torino] Torneo Dunk and Vibez - quarta edizione

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00martedì 28 giugno 2016 09:45


Canestri e sogni sul cemento: le Vallette come Brooklyn
Cento giovani al torneo, orgoglio del quartiere


PAOLO COCCORESE - lastampa.it

TORINO

Vallette come Brooklyn, dove se le palestre sono poche e i campetti mezzi disastrati, i giovani appassionati di basket si prendono la strada. Ed ecco il senso del torneo «Dunk and Vibez» che ieri ha coinvolto oltre un centinaio di ragazzi e ragazze, che si sono sfidati con le vere regole dello street basket, 3 contro 3. Sudore, divertimento, tiri da tre. E così sotto i palazzi dai mattoni rossi e i grandi murales colorati: non serve nemmeno tanta fantasia per immaginare che questa periferia si trasformi in un sobborgo di New York.

Anche perché nel quartiere la passione per la palla a spicchi ha origini che si contano in decenni. Negli anni Settanta, nella parrocchia che ha accolto le 35 squadre maschili e femminili arrivate da tutta la città, c’era il parquet della mitica squadra della Don Orione, poi Corrida, che, con le ragazze, conquistò la serie B. Tesoro dimenticato. Come la «Coppa del grissinificio Costa Azzurra» che portò il nome delle Vallette in giro per tutta Italia con un torneo ambito anche dai giocatori di Serie A. Come Kirkland, la star della Saclà. «Qualcuno se lo ricorda ancora quell’ americano altissimo che camminava nel quartiere», racconta Alessandro Volpe, 30 anni. E’ l’ideatore del Dunk and Vibez, giunto alla quarta edizione. «La soddisfazione maggiore? Trasformare le Vallette, anche solo per un giorno, in un piccolo paradiso della pallacanestro».

Una sfida colma d’orgoglio per chi in queste strade le conosce da quando era piccolo. Nel 2015 ha fondato la Dynamica, è l’unica squadra di basket del quartiere. «Ci dedichiamo esclusivamente ai bambini e bambine – aggiunge -. Il nostro primo campionato è andato così così, ma siamo felici lo stesso. Era da 30 anni che qui mancava il basket». Sorride, mentre intorno le squadre si danno battaglia sull’asfalto reso torrido dal sole. All’ombra di un gazebo riprende fiato, Leonardo Tramontana, 13 anni, residente nei palazzi di via Sansovino. «Per i ragazzi, la società più vicina è la mia: il Vittoria. Per allenarmi devo fare dieci fermate di bus», racconta. Latitano anche i campetti. «L’unico che c’è, è nel parco. Ma è distrutto da un anno».
Alle Vallette, non è facile sognare di diventare una star del Nba come Stephen Curry. «Ma non mi intimorisco – ammette Leonardo -: voglio arrivare in serie A». Prima di ributtarsi sotto canestro per l’ennesima sfida.
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