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Bini viaggi Cecina, il Chievo dei canestri

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2004 12:52
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Sesso: Maschile
Hall of Fame
14/04/2004 12:52

Un piccolo Chievo dei canestri. Il paragone piace a Elio Parietti, quarant’anni il prossimo 30 aprile, e ormai da più di venti coinvolto mani e piedi nel destino del Basket Cecina. La società rossoblù, se togliamo i faraoni di Siena alimentati da quel pozzo senza fondo chiamato Monte dei Paschi, è la meglio piazzata in tutta la Toscana fra serie A e B. Sabato prossimo la Bini Viaggi Cecina giocherà in casa contro la seconda in classifica della B2 girone C, e vincendo quella partita con Palestrina staccherebbe il biglietto d’ingresso ai playoff da seconda, un posto ideale come griglia di partenza. Parietti, un passato da giocatore promettente («fui convocato anche in nazionale cadetti»), troncato da un infortunio alle caviglie, entrò nel Basket Cecina prima come sponsor e vicepresidente, diventando poi il numero uno della società. Un paio di stagioni in C1, quindi il salto di categoria guidati da Gianni Montemurro, il coach tornato dopo un esonero al timone di quella squadra che gli sta addosso come una seconda pelle. «Sì - sottolinea Elio Parietti - è proprio un gruppo adatto a Montemurro: un mix di giovani promesse e di gente esperta ma non presuntuosa, in perfetta sintonia con la nostra linea politica».
Ormai in B2 da cinque anni e sempre in zona playoff, Cecina intende sparare fino in fondo tutte le munizioni. «Sabato contro Palestrina dobbiamo vincere ad ogni costo, perché il secondo posto garantisce tutte le belle in casa, e poi anche fallendo la promozione in prima istanza (Porto Torres ha qualcosa in più delle altre) ci sarebbe comunque uno spareggio successivo fra le migliori seconde per andare in B d’eccellenza».
Nervi distesi. De Santi, Fraschetti e Martinelli, più il pivot Falco, ex gloria della Juve Caserta (vinse anche lo scudetto del 1991) arrivato in corsa dopo l’ingresso ai box di Dario Bertocci, costretto a una lunga rieducazione a causa di un precedente infortunio. Poi ci sono i giovani Magnani, Scocchera, Biancani e Passaglia. «Tutti giocatori nostri - sottolinea Parietti - meno Passaglia, in prestito dal Don Bosco Livorno. E poi abbiamo dei prospetti andati a valorizzarsi in giro per l’Italia: Zaccariello in B1 a Pistoia, Bruni in B2 a Sezze Romano, Pau a Cavriago, e tutti stanno andando benissimo. Ora, come detto, stiamo provando con un’altra nidiata di giovani interessanti da abbinare con gente già navigata ma ancora viva dentro, piena d istimoli».
Il futuro. E se la Bini Viaggi andasse in B1? Elio Parietti non si scompone: «Proveremo a salire con le nostre forze, ma sempre facendo il passo secondo la gamba, senza rincorrere miraggi né vecchi mercenari. In tutti questi anni nel basket ho messo tanti soldi, da un punto di vista imprenditoriale sarebbe stato molto più vantaggioso comprare un titolo di B1. Ma io amo il basket, mi piace investire, lavorare sui giovani, essere un punto di riferimento per tutto il territorio. Fra minibasket e settore giovanile abbiamo trecento ragazzi, siamo cresciuti anche come organizzazione interna, nel nostro vivaio lavora gente esperta come Vadacca e Volpi».
I rapporti con Livorno. «Sono stato socio della Mabo, ma per me l’esperienza è chiusa. La famiglia Falsini ha manifestato l’idea di uscire, io spero che ci ripensi perché la serie A a Livorno è un bene per l’intera provincia, ma anche se così fosse Elio Parietti non trasporterà mai il titolo del Basket Cecina nel capoluogo. Piuttosto Cecina potrebbe diventare il partner ideale della prima società di Livorno: in serie A ormai non ha più senso dissanguarsi per avere un settore giovanile proprio. La serie A è vetrina, Cecina sarebbe il serbatoio ideale per far crescere i ragazzi interessanti di tutto il circondario (Rosignano, San Vincenzo, Venturina) e poi, una volta maturati, trasferirli alla casa madre. Aver cresciuto dei ragazzi fino a farli diventare giocatori di “A” darebbe lustro anche al sottoscritto, con un grosso risparmio economico per tutti. Per Livorno e anche per Cecina: pensate, abbiamo in foresteria due ragazzi venuti dalla Campania...Io penso che mettersi intorno a un tavolo è possibile. Nell’interesse di tutti».

DALL’INVIATO RENZO MARMUGI
www.isolabasket.it
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