ROMA (10 giugno) - Chi parlava di crisi dovrà ricredersi. I Coldplay sono tornati, lucidi e vitali, con l’album Viva la vida or Death and all his friends, in uscita il prossimo 13 giugno, ordinato in prevendita sul sito di e-commerce Play.com al ritmo di uno per minuto. Risultato che supera qualsiasi primato e risolleva l’industria discografica dallo stato terminale che le si diagnostica.
Siccome Chris Martin è noto per avere poco gusto sulla scelta dei nomi (voleva chiamare la band Pectoralz e ha battezzato i due figli avuti con Gwyneth Paltrow Apple e Moses) il titolo ha creato subito perplessità, forse per il rimando al mondo latino così distante da quello britannico, forse perché il provvisorio Prospekt suonava più serio e meno riconducibile a Ricky Martin. La spiegazione invece è organica: il titolo è nato durante un viaggio catartico in Messico e è ispirato all’opera di Frida Kalho che riporta la frase Viva la vita, scritta dalla pittrice otto giorni prima di morire, dopo un’esistenza complicata da un incidente che la rese immobile e sterile. Un ottimismo che il leader del gruppo ha voluto far suo e che a tratti emerge nei testi, accanto a considerazioni sulla morte e blandi quesiti religiosi.
I nuovi Coldplay hanno puntato a sud anche per ottenere una particolare acustica (hanno infatti suonato all’interno di chiese a Barcellona e in un antico convento spagnolo), si sono lasciati possedere da ritmi africani e hanno girato il video del bel singolo Violent Hill sull’Etna. La divisa militare stracciata che indossano ricorda il Sgt Pepper dei Beatles ed è in linea con l’idea di rivoluzione che serpeggia nel disco. Rivoluzione che non si realizza veramente, perché il cambiamento c’è ed è evidente, ma è piuttosto una maturazione, sottotraccia restano ballate e grandi melodie, il loro marchio distintivo. Per rendere più esplicita questa svolta, sulla copertina è ritratto il quadro di Eugène Delacroix La Libertà che guida il popolo, dove la condottiera con il berretto frigio è simbolo di rinnovamento. Più che di libertà per la band si tratta di liberazione: dalle pressioni di dover eguagliare il successo dei precedenti dischi, dal peso delle aspettative (scacciate via a sedute di ipnosi), dalla reiterazione delle stesse formule che pure hanno garantito successo. Quantificabile: oltre trenta milioni di copie vendute nel mondo, anche se i quattro si lamentano di non essere abbastanza presenti con le canzoni nei karaoke.
Pare che stavolta siano stati più attenti a sedurre la critica che il pubblico.
Hanno voluto mettere a tacere chi li definiva grandi ma statici e male che vada venderanno qualche briciola in meno che in passato. Eppure i riscontri immediati sono stra-rassicuranti: lo scorso mese Violent hill è stato scaricato da due milioni di utenti, è una hit negli Stati Uniti, e c’è già grande attesa per il secondo singolo Vida la vida, girato sulle spiagge nordiche dal regista di Control (il film sui Joy Division) Anton Corbijn.
Fine della trilogia, dunque. Rispetto a Parachutes, A rush of blood to the head e X & Y qui il pianoforte è meno presente, dominano chitarre e percussioni, entrano violini, timpani e battiti di mani, il falsetto di Martin è tenuto al guinzaglio e la sua voce è quasi inedita in Yes e Viva la vida (attualmente sta anche prendendo lezioni di canto). Il brano 42 evidenzia le nuove tangenti (è suddiviso in tre parti: inizia dal pianoforte, si eleva con gli archi e finisce con ritmi elettronici) ed è la canzone che, a dire del leader, «tutti devono ascoltare almeno una volta prima di morire», mentre il resto ha una dinamicità insolita, apprezzabile in brani come Cemeteries of London.
Di sicuro la direzione più sperimentale è stata segnata dalla produzione di Brian Eno, che li ha illuminati sui metodi di lavorazione e li ha aiutati a creare un disco a lunga durata, che non si esaurisce in studio, ma si modella nei concerti e promette di crescere nel tempo. La sua impronta è talmente incisiva che ora i Coldplay sono sicuramente meno vicini ai Radiohead e più agli U2 (vedi “Lovers in Japan”), tanto che lo stesso Chris Martin ha paragonato il nuovo album al quarto della band irlandese The Unforgettable fire per i suoi chiaroscuri e la sua trasversalità.
I Coldplay saranno in concerto al Palamalaguti di Bologna il 29 settembre e al Datchforum di Milano il 30 settembre. Per chi non sa aspettare il 16 giugno ci sarà lo speciale live di tre ore sulla BBC.