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Coppa nazionale: non solo Italia...

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2017 18:38
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22/02/2017 22:50

il problema non mi sembra sia la relationship tra squadra e pubblico, i numeri parlano di palazzetti tutt'altro che vuoti (altrimenti nemmeno si alzerebbe la richiesta di farne di nuovi) come dimostrano dei tassi di riempimento abbondantemente soddisfacenti, 6/7 nella massima serie raggiungono il 90%, e la lenta - ma costante - crescita percentuale del pubblico a palazzo; quindi problemi di crisi di identità non mi pare che esistano, la gente va' a vedere le partite quindi il tanto comune assioma più italiani = più interesse mi pare più una campagna pubblicitaria per appoggiare le volontà Giba [SM=g27829]

se si vuol avere più giocatori bisogna incentivare, promuovere e fare ancora di più sui settori giovanili; qualcosina si muove ma occorre una forte campagna in tal senso da parte della FIP in primis. Nel momento in cui ci sarà maggior produzione, dovuta anche ad una maggior competitività a livello giovanile, allora vedrete che i 6 italiani sul campo ci saranno anche senza mettere vincoli [SM=g27811]

un pensiero che condivido in pieno di Gresta


GLI UNDER
Ma è giunto infine il momento di toccare il tasto dolente e sono certo che saranno tanti gli insulti che riceverò dai lettori. Penso che la meritocrazia sia il baluardo che ogni tipo di attività dovrebbe difendere, nell’arte, nello sport e in ogni altra cosa. Proteggere o agevolare degli esseri umani perché in possesso di una determinata cittadinanza o perché più giovani di altri non mi aggrada troppo. Ho conosciuto giocatori in là con l’età comportarsi da veri professionisti. Discriminare gli atleti per la loro età non aiuta assolutamente lo sviluppo e la crescita dei giovani. Spesso ho visto giocatori under cullarsi sulla posizione privilegiata che certi regolamenti regalavano loro, salvo poi trovarsi porte sbattute in faccia una volta che under non erano più. Se ho quarant’anni e gioco ancora meglio del ventenne, il ventenne sta seduto e io gioco. Se vogliamo che il giovane lavori per rubare il posto in squadra al vecchietto, e se vogliamo che questo giovane possa pensare di poter fare delle sue qualità di atleta un lavoro fino a quando il fisico glielo concede, costui non deve potersi cullare ora su posizioni immeritatamente privilegiate e deve poter vedere un futuro di non brevissimo periodo per la sua attività. In altri termini: se un giovane gioca solo perché giovane, ma sa bene che quando avrà 28-29 anni dovrà smettere perché ci saranno nuovi giovani privilegiati come lo è stato lui, penserà a dedicarsi a qualcosa di meglio che il basket. Paradossalmente, difendendo i giovani atleti si ottiene che essi smettano perché in un sistema di questo tipo giocare a basket può dare il pane solo per pochissimo tempo e non fino a quando il fisico lo permette.



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