1. Ho notato un ruolo di troppo, laddove dovrebbe rientrare nelle competenze di un professionista. In A2 spesso mancano esperti in determinate aree, credo che si punti più a spendere sullo staff tecnico piuttosto che sullo staff dirigenziale, per far crescere la società.
2. Il modello non è fare a meno dei mecenati (se ce ne sono è meglio) ma di creare ricavi a prescindere dall'apporto di un singolo imprenditore appassionato. Come ho detto Milano ha triplicato il fatturato in pochi anni, con ricavi che sono più della metà non legati allo sponsor del proprietario (che comunque serve ad Armani per promuovere il suo marchio sportivo Emporio). Se Armani decidesse di non sponsorizzare non farebbero fatica a trovarne un altro di livello nazionale. Dove si deve battere? Su comunicazione e marketing. Un marchio importante lega il proprio nome solo se la squadra mostra un volto professionale, figo ed emozionante. Se comunichi sul tuo canale video (per prendere in considerazione un singolo aspetto) solo con highlights pixellati grandangolo, noiose conferenze stampa integrali post-gara e nessun filmato emozionale o incentrato sul mostrare aspetti particolari del club (storie, racconti, profili dei protagonisti), non si va lontano.
3. E' chiaro che conta anche il livello delle partite, però il Palas di cui parlo non è solo grande e bello, ma permette di svolgere attività collaterali. Non mi pare che quello di Pesaro abbia aree interne preposte.
Interessante come esempio
questa intervista in cui Gianmaria Vacirca parla del basket tedesco e in particolare del Bamberg.
"Il gameday è l’essenza, il cerchio che si chiude: il gameday è più importante fuori che dentro il campo. È il giorno della conquista di quei fatturati che ti possono aiutare nella gestione del club".