classici dubbi di un 18enne..

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ricicardo
00venerdì 20 novembre 2009 20:26
Che Università fare?
Ci sto pensando da poco, ma non riesco a trovare qualcosa che mi appassioni; ho fatto un rapido giro negli indirizzi che sento nominare dagli amici più grandi: ingenieria biomedica, gestionale, architettura, economia o scienza della comunicazione.
Nulla mi ispira.

Voi come siete arrivati al lavoro o all'Università che vi ha aperto il mondo degli adulti? Magari riuscite ad illuminarmi.

Ah, attualmente ciò che mi intriga di più è Lettere, cercando poi di seguire una branca che mi specializzi da giornalista; ma è un'idea flebile, che risalta semplicemente per la pochezza delle contendenti :)
Str33tballer
00venerdì 20 novembre 2009 21:01
io ho pensato ai film e telefilm che mi piacevano, anche cio che mi piaceva da bambino e alla fine ho fatto la scelta giusta
Davide
00venerdì 20 novembre 2009 22:04
Allora ragazzi, per la millesima volta: non occorre fare l'università per diventare giornalisti.
Ci sono due figure di giornalista: il professionista che viene stipendiato e il pubblicista che viene pagato a pezzo.
Il professionista fa solo il giornalista, il pubblicista può fare altri lavori.
Entrambi sono giornalisti ed entrambi sono iscritti all'albo anche senza laurea.
Per diventare giornalisti bisogna trovare un editore che ti faccia lavorare!
A oggi non esiste nessun corso legale (anche universitario) che fa diventare giornalisti solo con quello, occorre un tirocinio.
Può darsi che una laurea specialistica di scienze della comunicazione apra le porte a un tirocinio... ma a quel punto avresti perso ben 5 anni della tua vita!
Str33tballer
00sabato 21 novembre 2009 08:35
minchia e pensare che un mio amico si e' iscritto a scienze delle comunicazioni proprio per fare il giornalista
ricicardo
00sabato 21 novembre 2009 09:28
bella lì Davide che escludo un'altra facoltà. Alla fine ne rimarrà solo una.
Davide
00sabato 21 novembre 2009 09:50
[SM=g27811]

Street ci sono tante università che con la laurea in scienze della comunicazione aprono le porte al lavoro, ma non tutte e comunque tocca fare 5 anni per qualcosa che puoi fare anche subito se sei bravo, questo intendevo dire.
Io per esempio sono un giornalista senza laurea (di nessun tipo).
Fra scienze della comunicazione e lettere meglio lettere.
Ma ricordiamoci che litterae non dant panem: o fai il professore o...?
Lo dice la mia stessa madre, laureata in lettere classiche e professoressa con una storia di lavoro molto travagliata.
Le prime tre di rici mi sembrano molto buone, tenendo presente che economia è fra i corsi più pesanti in assoluto.
Il mio consiglio è sempre quello di puntare in alto, trovare qualcosa che piace e impegnarsi al massimo, tenendo presente che alcune lauree sono un po' lauree-farsa.
Come ha detto Street, in Italia non trova lavoro neppure chi è laureato in giurisprudenza (mi pare che ci siamo migliaia di avvocati senza lavoro o che devono rincorrere le ambulanze come Lionel Hutz), figuriamoci i laureati in quei corsi.
Str33tballer
00sabato 21 novembre 2009 11:43
se ti piace quel tipo di materie li potresti fare un pensierino a lingue
Str33tballer
00sabato 21 novembre 2009 11:47
Re:


be c'e' da dire pero' che cio che contraddistingue un giornalista sono proprio le sue capacita descrittive e la profonda conoscenza della lingua italiana, capacita che sviluppi maggiormente (nn dico solamente) con un corso di laurea idoneo
e' come quei corsi di soli 6 mesi per diventare geometri mentre io mi so fatto 5 anni (le mortacci sua), penso che ci sia un po di differenza tra me e quelli la

ovviamente nn mi riferisco al cas tuo,dal momento che tu il giornalista lo fai piu per hobby che per altro, giusto?
Str33tballer
00sabato 21 novembre 2009 11:48
poi magari mi sbaglio nn so
_Sir_
00sabato 21 novembre 2009 12:05
Re:
ricicardo, 20/11/2009 20.26:

Che Università fare?
Ci sto pensando da poco, ma non riesco a trovare qualcosa che mi appassioni; ho fatto un rapido giro negli indirizzi che sento nominare dagli amici più grandi: ingenieria biomedica, gestionale, architettura, economia o scienza della comunicazione.
Nulla mi ispira.

Voi come siete arrivati al lavoro o all'Università che vi ha aperto il mondo degli adulti? Magari riuscite ad illuminarmi.

Ah, attualmente ciò che mi intriga di più è Lettere, cercando poi di seguire una branca che mi specializzi da giornalista; ma è un'idea flebile, che risalta semplicemente per la pochezza delle contendenti :)



Innanzitutto, quoto quello che ti ha detto Davide: se vuoi fare il giornalista, l'Università non ti serve granchè e, soprattutto, Lettere non ti serve a niente.
Io faccio Lettere Moderne, quindi ti parlo onestamente: è una facoltà da fare solo se sei veramente ma veramente appassionato alla materia, anche nel suo aspetto scientifico. Non dico questo per via del fatto che ha pochi sbocchi lavorativi (il che non è nemmeno vero, il solito "o fai il professore o niente" è una mezza leggenda), è proprio che rischi di non venirne fuori e perdere tempo utile.
Tanti vengono qui convinti di studiare i romanzi del '900, la critica letteraria, la comunicazione in generale, il giornalismo: poi quando si ritrovano a fare i conti con linguistica, filologia e chili di latino perdono ogni motivazione. E' un modo di affrontare la materia molto diverso da come fai al Liceo.

Stesso discorso vale per Lingue, solo che da ancora meno lavoro di Lettere. Storia e Filosofia, poi, non ne parliamo. [SM=g27827]

Se sei indirizzato a giornalismo e simili, forse il percorso più affine è quello di Scienze della Comunicazione, ma te la sconsiglio perchè è una facoltà pessima.
Potrebbe essere più adatta Scienze Politiche, ti darebbe più o meno la formazione che cerchi, ma ne so troppo poco per dare un parere in merito.

Una facoltà secondo me veramente ottima, qualificata e piena di possibilità di lavoro è la SSLMIT (Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori). Non è direttamente collegata al giornalismo, ma come ti abbiamo già detto io e Dave, a quello ci puoi arrivare in vari modi. Non so quanto ti interessino le lingue, ma con questa scuola te le impari veramente da dio e hai una formazione professionale; considera però che è molto pratica, è finalizzata al saperle parlare ed utilizzare, non a conoscerne la storia e l'origine.

Spero di averti dato qualche idea utile. [SM=g55596]


Davide:

litterae non dant panem



Ma non di solo pane vive l'uomo. [SM=g27832] [SM=g27827]

=Condor11=
00sabato 21 novembre 2009 12:24
Re: Re:
_Sir_, 21/11/2009 12.05:



Innanzitutto, quoto quello che ti ha detto Davide: se vuoi fare il giornalista, l'Università non ti serve granchè e, soprattutto, Lettere non ti serve a niente.
Io faccio Lettere Moderne, quindi ti parlo onestamente: è una facoltà da fare solo se sei veramente ma veramente appassionato alla materia, anche nel suo aspetto scientifico. Non dico questo per via del fatto che ha pochi sbocchi lavorativi (il che non è nemmeno vero, il solito "o fai il professore o niente" è una mezza leggenda), è proprio che rischi di non venirne fuori e perdere tempo utile.
Tanti vengono qui convinti di studiare i romanzi del '900, la critica letteraria, la comunicazione in generale, il giornalismo: poi quando si ritrovano a fare i conti con linguistica, filologia e chili di latino perdono ogni motivazione. E' un modo di affrontare la materia molto diverso da come fai al Liceo.

Stesso discorso vale per Lingue, solo che da ancora meno lavoro di Lettere. Storia e Filosofia, poi, non ne parliamo. [SM=g27827]

Se sei indirizzato a giornalismo e simili, forse il percorso più affine è quello di Scienze della Comunicazione, ma te la sconsiglio perchè è una facoltà pessima.
Potrebbe essere più adatta Scienze Politiche, ti darebbe più o meno la formazione che cerchi, ma ne so troppo poco per dare un parere in merito.

Una facoltà secondo me veramente ottima, qualificata e piena di possibilità di lavoro è la SSLMIT (Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori). Non è direttamente collegata al giornalismo, ma come ti abbiamo già detto io e Dave, a quello ci puoi arrivare in vari modi. Non so quanto ti interessino le lingue, ma con questa scuola te le impari veramente da dio e hai una formazione professionale; considera però che è molto pratica, è finalizzata al saperle parlare ed utilizzare, non a conoscerne la storia e l'origine.

Spero di averti dato qualche idea utile. [SM=g55596]


Davide:

litterae non dant panem



Ma non di solo pane vive l'uomo. [SM=g27832] [SM=g27827]





da "scienziato politologo di sto gran cazzo" ti dico che scienze politiche,se vai di serietà può darti tantissimo a cominciare da un approccio multidisciplinare,che a uno che coltiva l'ambizione di raccontare cose succede nel mondo può servire,a livello proprio di metodo,prima ancora che di merito. Per quanto riguarda la SSLMIT,che conosco indirettamente per motivi affettivi,posso dire che li le lingue(almeno quelle base)le impari davvero,ma davvero bene.
AlcoolDry
00sabato 21 novembre 2009 12:29
Quoto tutto quello che hanno detto Dave e Sir, essendo iscritto a Lettere e Filosofia (anche se il corso di laurea è "Lingue e Culture Comparate", quindi sostanzialmente si fanno 2, volendo 3, lingue, le relative letterature, ma anche filologia, linguistica, storia...) mi sono reso conto che di sbocchi purtroppo ce ne sono pochini, a cominciare dalla nostra specialistica: o fai "Letterature Comparate", o vai altrove, e fare "Letterature Comparate" non mi interessa, anche perchè lì hai veramente solo l'insegnamento come possibile sbocco.
Motivo per cui mi butterò nel mondo del turismo.
ricicardo
00sabato 21 novembre 2009 12:42
per la SSLMIT bisogna avere già una buona preparazione immagino: io "conosco" l'inglese e bom.

Quasi quasi faccio 1 anno il militare e vediamo se mi chiarisco le idee.
the fire bug
00sabato 21 novembre 2009 17:16
Se vuoi una laurea per avere uno sbocco lavorativo non si scappa: Economia/Ingegneria. Per sbocco lavorativo intendo proprio sbocco, nel senso che per i primi anni 800-1000 euro/mese (situazioni particolari a parte: banca o qualche ente pubblico di quelli giusti), inginocchiandosi davanti a chi te li dà. Se invece la scegli per farti una cultura vai con quella che ti piace di più e nel frattempo fai ballare l'occhio e sfrutta ogni occasione per fare esperienze lavorative (concorsi pubblici in primis, tanto per avere il culo al caldo) e linguistiche (in sostanza oggi l'inglese è un prerequisito, non è un qualcosa in più) e poi spera.
Il mondo del giornalismo al momento è un qualcosa che non augurerei neanche al mio peggior nemico.
FussingAndFighting
00sabato 21 novembre 2009 17:35
nessuno ti obbliga a fare l'università. magari potresti fare fare il frsatore, l'idraulico, l'elettricista . c'è più bisogno di fresatori che di laureati al giorno d'oggi!!
hogfan
00sabato 21 novembre 2009 17:46
Tu dovrai impegnarti minimo 5 della tua vita su libri e appunti, facendo spendere ai tuoi vagonate di denaro. Ergo come primissima cosa, avere le idee chiare, magari parlandone pure in famiglia.
La prima scelta, essenziale,è:

L'università deve darmi una professione, o deve soddisfare un'esigenza culturale? Fino a quando non ti dai una risposta, allora qualsiasi scelta sarà sostanzialmente sbagliata, perlomeno in partenza.

A questo punto devi riflettere sui tuoi interessi particolari. Il discorso che alcune facoltà garantiscano occupazioni migliori e più redditizie è vero fino a un certo punto. Un economista o un ingegnere senza grandi qualità finscono a guadagnare come un normalissimo impiegato o operaio, con 5 anni in meno di contributi.

Se vuoi fare economia o ingegneria, devi farti il culo, alright?

Economia: leggi TUTTI i fottutissimi giorni il sole 24 ore o il wall strett journal (meglio), partecipa a qualsiasi cazzo di seminario in facoltà, e cerca di fare la specialistica (almeno) in Bocconi/Luiss (se punti in alto). L'inglese non potrà essere un optional, meglio che non lo sia nemmeno il francese.

Ingegneria: devi tenere gli occhi apertissimi per gli sbocchi e in specialistica (polimi/to) scegli esami che ti arrapino e che arrapino le aziende. Vuoi tanto cash? dai un'occhiata nel sud-est asiatico (amici miei hanno ricevuto offertone da Seoul e Shanghai, ma non hanno le pelotas per partire)

Per il resto tutto può dare occupazione, ma devi giocarti le tue carte bene. Conosco matematici e fisici che si prendono 10K al mese, ma si sono aperti il culo e hanno avuto coraggio. Altri si sono aperti il culo ma pigliano 1200 al mese. Lì tu fai la differenza.
Metis.21
00sabato 21 novembre 2009 17:51
Re:
the fire bug, 21/11/2009 17.16:

Se vuoi una laurea per avere uno sbocco lavorativo non si scappa: Economia/Ingegneria. Per sbocco lavorativo intendo proprio sbocco, nel senso che per i primi anni 800-1000 euro/mese (situazioni particolari a parte: banca o qualche ente pubblico di quelli giusti), inginocchiandosi davanti a chi te li dà. Se invece la scegli per farti una cultura vai con quella che ti piace di più e nel frattempo fai ballare l'occhio e sfrutta ogni occasione per fare esperienze lavorative (concorsi pubblici in primis, tanto per avere il culo al caldo) e linguistiche (in sostanza oggi l'inglese è un prerequisito, non è un qualcosa in più) e poi spera.
Il mondo del giornalismo al momento è un qualcosa che non augurerei neanche al mio peggior nemico.




Segna, grande azienda alimentare: stage da 6 mesi + rinnovo di altri 6 a 500 euro al mese.

Gli 800 euro sono un lusso.
Metis.21
00sabato 21 novembre 2009 18:01
Re:
hogfan, 21/11/2009 17.46:



Economia: leggi TUTTI i fottutissimi giorni il sole 24 ore o il wall strett journal (meglio), partecipa a qualsiasi cazzo di seminario in facoltà, e cerca di fare la specialistica (almeno) in Bocconi/Luiss (se punti in alto). L'inglese non potrà essere un optional, meglio che non lo sia nemmeno il francese.






Non sono d'accordo.

La conoscenza della quotidianità è fondamentale, ma non è necessario per TUTTE le funzioni aziendali vivere attaccato al Sole 24 ore.
Ci sarà tempo e modo di conoscere e ricoprire posizioni strategicamente importanti (top management) per i contenuti nei giornali citati, abbi la pazienza di avvicinarti a questi contenuti poco a poco, senza strafare.

Su Economia molto dipenderà dalla funzione aziendale di tuo interesse (e qui le specialistiche e i diversi percorsi triennali ti aiuteranno).
Nello specifico, controllo di gestione ti apre le porte. E' un nuovo modo di concepire la suddivisione dei costi aziendali e il controllo dei flussi informativi.
Settore finanziario: interessante nelle grandi aziende, ottimo per le società di consulenza e il settore bancario (per evitare la trafila da front-office e via dicendo).

Settore legale: ottimo percorso, il diritto commerciale, privato e industriale (soprattutto quest'ultimo nel filone della brand protection) è un evergreen non di poco conto.

Organizzazione aziendale/Human Resources: specialistica ai miei occhi molto interessante, un pò sottovalutata in Italia.

Marketing: ci lavoro da quasi un anno, ci sono interessanti spazi, ma la vera via dell'oro è fuori dall'Italia. Qui puoi trovare gruppi che hanno risorse modeste e fanno quel che possono, ma non è per forza negativo. Troppo spesso confuso con l'idea di "organizzazione eventi" e/o mera comunicazione, il marketing è molto, moltissimo analisi di mercato. Se non conosci i tuoi polli, è inutile che provi a creare valore per il tuo consumatore. Ah e attenzione: il marketing vende valore, il commerciale vende prodotti.

Commerciale: dinamicità, capacità negoziali e economia aziendale. Non ti serve altro (e non è poco).

Acquisti/Manufacturing: funzioni che scopri solo se ci arrivi per caso. Possono piacere come no, non c'è modo migliore che provarli per capire di cosa si tratta. Io non li amo.

Come specialistiche/triennali di economia io conoscevo queste strade, non saprei se ne son nate delle altre nel frattempo.

Ultima nota su Bocconi/Luiss e quant'altro: balle chi ti dice che certe posizioni li ricopri "solo se ..". Balle anche quelle di chi dice che questi istituti ti insegnano di più.
La verità è che ti seguono, studi le stesse identiche cose, ma hai un servizio infinitamente migliore che ti forma anche caratterialmente alla competizione e alla flessibilità assoluta. Lì son scelte, son percorsi validi, ma non gli unici.
Chiaro, con un certo curriculum universitario parti già per affiancare il Direttore XXXX della tua funzione, ma partendo dal basso ci puoi arrivare comunque, ci vuole solo più pazienza.
Ergo, non farli mai se non sei consapevole di ciò a cui vai incontro (coinvolgimento totale - un simil lavoro - più ambiente complicato).
ricicardo
00sabato 21 novembre 2009 18:09
Re:
hogfan, 21/11/2009 17.46:

Tu dovrai impegnarti minimo 5 della tua vita su libri e appunti, facendo spendere ai tuoi vagonate di denaro. Ergo come primissima cosa, avere le idee chiare, magari parlandone pure in famiglia.
La prima scelta, essenziale,è:

L'università deve darmi una professione, o deve soddisfare un'esigenza culturale? Fino a quando non ti dai una risposta, allora qualsiasi scelta sarà sostanzialmente sbagliata, perlomeno in partenza.

A questo punto devi riflettere sui tuoi interessi particolari. Il discorso che alcune facoltà garantiscano occupazioni migliori e più redditizie è vero fino a un certo punto. Un economista o un ingegnere senza grandi qualità finscono a guadagnare come un normalissimo impiegato o operaio, con 5 anni in meno di contributi.

Se vuoi fare economia o ingegneria, devi farti il culo, alright?

Economia: leggi TUTTI i fottutissimi giorni il sole 24 ore o il wall strett journal (meglio), partecipa a qualsiasi cazzo di seminario in facoltà, e cerca di fare la specialistica (almeno) in Bocconi/Luiss (se punti in alto). L'inglese non potrà essere un optional, meglio che non lo sia nemmeno il francese.

Ingegneria: devi tenere gli occhi apertissimi per gli sbocchi e in specialistica (polimi/to) scegli esami che ti arrapino e che arrapino le aziende. Vuoi tanto cash? dai un'occhiata nel sud-est asiatico (amici miei hanno ricevuto offertone da Seoul e Shanghai, ma non hanno le pelotas per partire)

Per il resto tutto può dare occupazione, ma devi giocarti le tue carte bene. Conosco matematici e fisici che si prendono 10K al mese, ma si sono aperti il culo e hanno avuto coraggio. Altri si sono aperti il culo ma pigliano 1200 al mese. Lì tu fai la differenza.




ok, partiamo dal fatto che l'università la farei per lavorare, solo in un secondo momento mi piacerebbe(ovviamente bisogna vedere la disponibilità economica, che vita mi sono fatto etc) seguire un corso che mi possa dare un qualcosa in più a livello culturale.
Poi, non sapendo appunto che indirizzo scegliere, e non essendo figlio del Signor Burns, non ho soldi da buttare via, per questo non ho scartato l'ipotesi di fare un anno di riflessione, in cui magari trovare qualche lavoretto sperando mi si accenda la lampadina.
Prendo l'esempio di un mio parente: fino a 20 fancazzista totale, spedito a Londra con un biglietto di solo andata, ha iniziato a costruirsi una vita dal basso, scoprendo la sua passione per le lingue e arrivando a più lauree: ora insegna inglese/italiano in Giappone, ed è laureato anche in spagnolo e francese.

Tra l'altro, lo dico senza vergogna, ma a me piacerebbe anche analizzare la mente umana, cosa spinge certe persone a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro; prendo spunto da ciò che ha detto streetballer, mi piacerebbe essere uno alla criminal minds [SM=g27828]
RV12
00domenica 22 novembre 2009 13:15
Ma giurisprudenza non la nomina nessuno?
Avete elencato e descritto (molto) bene tutti i corsi di laurea tranne quello.
ricicardo
00domenica 22 novembre 2009 13:19

in Italia non trova lavoro neppure chi è laureato in giurisprudenza (mi pare che ci siamo migliaia di avvocati senza lavoro o che devono rincorrere le ambulanze come Lionel Hutz), figuriamoci i laureati in quei corsi.



by Davide
Davide
00domenica 22 novembre 2009 13:59
Ho parlato più volte di giurisprudenza perché faccio parte della categoria.
Dà sbocchi nell'avvocatura, magistratura, notariato, pubblica amministrazione e forze dell'ordine.
Il guaio è che per diventare avvocati bisogna essere davvero molto bravi (checché si dica in giro), figuriamoci per diventare magistrati o notai.
Per entrare nelle forze dell'ordine bisogna essere alti almeno 1.70 e non avere problemi fisici (c'è perfino il controllo sulla vista).
C'è anche chi punta all'insegnamento.
Se avessi potuto tornare indietro probabilmente avrei scelto ancora giurisprudenza, perché per medicina bisogna essere bravi anche coi numeri e io arrivo fino alla tabellina del 6.
Sono prarticamente un dizionario di tutte le malattie esistenti al mondo ma onestamente non credo che sarei andato avanti.
Davide
00domenica 22 novembre 2009 14:00
Prarticamente... ma possibile che non riesca a scrivere un post decente che è uno?
Iceman10
00lunedì 23 novembre 2009 09:06
Re:
AlcoolDry, 21/11/2009 12.29:


Motivo per cui mi butterò nel mondo del turismo.




Brave new world....
ricicardo
00giovedì 14 gennaio 2010 14:49
scienze politiche?
Davide
00giovedì 14 gennaio 2010 15:29
Le lauree standard sono economia e giurisprudenza.
Tutte quelle laureette in mezzo (scienze politiche, scienze della pubblica amministrazione, scienze dei servizi giuridici e altre decine) non permettono grandi sbocchi.
Sono perlopiù utilizzate da 35-40enni per fare salti in ambito lavorativo (ma in un lavoro che fanno già da anni).
Metto da parte scienze giuridiche e scienze economiche perché fanno parte della vecchia 3+2 che aprono le porte rispettivamente a giurisprudenza e a economia (teoricamente anche molte altre ma con integrazioni).
Un'ultima cosa: chiunque decida di fare l'università sappia che in ambito economico e giuridico bisogna sempre farsi il mazzo.
Sto parlando di studiare anche 9 ore ore al giorno per un mese filato.
Quindi se bisogna farsi il culo tanto vale puntare in alto.
_Sir_
00giovedì 14 gennaio 2010 20:55
Re:
Davide, 14/01/2010 15.29:


Un'ultima cosa: chiunque decida di fare l'università sappia che in ambito economico e giuridico bisogna sempre farsi il mazzo.
Sto parlando di studiare anche 9 ore ore al giorno per un mese filato.
Quindi se bisogna farsi il culo tanto vale puntare in alto.



Questo però è un luogo comune che onestamente inizia a stancare.
Se non disponi di agganci e intrallazzi vari e vuoi provare a trovare il lavoro che ti piace e con una discreta paga, devi farti il culo a strisce, losanghe e quadrettoni in qualsiasi facoltà.
Sta poi all'intelligenza di ognuno sceglierla cercando di unire i propri interessi alle esigenze economiche, nonchè poi ottimizzare lo sforzo nello studio.
L'unica differenza è che in alcune facoltà se non studi ti mandano a casa, mentre in altre se non studi ti regalano comunque dei voti che gravitano intorno al 20 e ti laurei felice e contento. Ma sono lauree che ovviamente poi contano meno di carta igienica, quindi la differenza è solo illusoria.

Riguardo a Scienze Politiche, sicuramente dipende anche da dove la fai, ovviamente non è una di quelle che ti danno uno sbocco direttissimo e immediato, ma tutto sommato me ne hanno parlato sempre abbastanza bene e la metterei leggermente sopra al gruppone di "laureette in mezzo" che diceva Dave.


ricicardo
00giovedì 14 gennaio 2010 21:11
bene grazie. Attualmente giurisprudenza e scienze politiche sono le facoltà che più mi attirano. Al terzo posto psicologia.
TheCrazyKiller
00giovedì 14 gennaio 2010 21:49
Re:
hogfan, 21/11/2009 17.46:



L'università deve darmi una professione, o deve soddisfare un'esigenza culturale? Fino a quando non ti dai una risposta, allora qualsiasi scelta sarà sostanzialmente sbagliata, perlomeno in partenza.





Non sono propriamente daccordo su tutto il resto, però rispondere a questa domanda (che io avrei posto in altra maniera) è una cosa, seppur in apparenza scontata, fondamentale.
Davide
00giovedì 14 gennaio 2010 22:08
Sono iscritto all'università da un bel po' ma solo da poco ho iniziato a viverla, quindi penso di avere abbastanza esperienza per dire che una laurea in scienze dei servizi giuridici poi può servire a una laurea magistrale biennale in giurisprudenza (22/S) con integrazioni, mentre una laurea in scienze politiche è una laurea in scienze politiche: puoi continuare con corsi come politiche pubbliche o relazioni internazionali ma a quel punto ti devi chiedere se vale veramente la pena.
Sia chiaro che io ho usato il termine "laureetta" non a scopo denigratorio, era per dire triennale, infatti poi ho specificato che bisogna sempre farsi il mazzo.
Vorrei concludere dicendo due cose: la realtà universitaria italiana non è una sola.
Ci sono decine e decine di università: dalle pubbliche alle private, da quelle "nascoste" per figli di papà alle "telematiche" e ognuna ha i suoi regolamenti, le sue scappatoie e le sue assurdità.
Ognuna ha le sue facoltà impossibili che in altre università sono quelle più facili e così via.
Per uscire con le ossa non rotte dall'università italiana bisogna:

- Avere un gran culo.

- Lavorare molto di intelligence.

- Studiare e quando dico "studiare" intendo farlo... e tanto.

Quindi, e qui concludo, quando ci sono dei dubbi che vanno addirittura da giurisprudenza a psicologia (due corsi di laurea completamente diversi), bisogna cominciare ad andare agli "open day", parlare coi professori, "tastare con mano".
Non ti deve piacere solo la materia ma anche l'università intera e ricorda che nel momento in cui decidi di diventare universitario tu diventi padrone della tua vita: non ci sono orari da liceali, puoi gestirti la giornata come vuoi ma gli esami fanno presto ad arrivare e bisogna essere diligenti e farsi il mazzo.
Questo lo dico perché io ho perso tanto tempo ma ho avuto la fortuna di essere circondato da familiari che hanno creduto in me, ma tanti alla prima segata o alla prima materia impossibile mollano.
Bisogna stringere i denti perchè l'università è tutta così.
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