Mike Mitchell

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!LULLABY!
00martedì 25 gennaio 2011 11:26
Peggiorano le condizioni di salute del fuoriclasse Mike Mitchell Indimenticabile per i tifosi reggiani, è stato un talento cristallino a livello mondiale

di Nicola Bonafini

REGGIO EMILIA (11 gennaio 2011) - Federico Buffa, le parole le soppesa bene. Soprattutto le tira fuori con una pesantezza nel cuore palpabile. Mike Mitchell è davvero alla fine del suo viaggio. Il Professore, il più grande americano che sia mai sbarcato a Reggio Emilia, è alla fine del suo viaggio, e di questo percorso la voce tecnica di Sky Sport per le partite Nba è stato più di un semplice “rappresentante legale”. E’ stato un amico ed un confidente. "Quello che è stato scritto in questi giorni su Mike? - attacca Buffa -. Confermo tutto ciò che è uscito sui mezzi di informazione di Reggio. Purtroppo". E qui la voce si fa più bassa e le pause più lunghe: "Cosa provo? In questi casi è sempre molto triste. Ci si domanda sempre che cosa uno può pensare in un momento di tale portata - riflette “The Voice” -. Si sa che quando arrivano queste notizie. Quando il tumore viene constato, così tardi, sai che le chance sono poche. E che anche se la battaglia la combatti sino in fondo, l’avanzata della malattia è tale che ti lascia poche speranze".
"Mike è sereno, come lo è sempre stato. Ha questo modo meraviglioso di affrontare la vita che è veramente unico, ma contro la natura si può fare poco".

DETTAGLI - Il fiume dei ricordi inizia a scorrere dalla memoria di Buffa: "Ho tantissimi ricordi, i migliori ed i più disparati, che non riguardano la semplice professione. Mi capita spesso di pensare a Mike durante i miei commenti di partite di Nba. Le storie che mi raccontava lui di vita Nba, certi dettagli del gioco, che magari da fuori non si vedono, ma che solo chi ha giocato a quel livello può comprendere". "Ma ancora più importanti sono i ricordi di vita vissuta. Storie che non lo riguardavano, ed altre che invece lo riguardavano direttamente. I dettagli. I trucchi che ha “utilizzato” per poter avere ragione delle sfide, anche le più impervie, che gli si sono parate davanti. Amava raccontarmi della sua vita all’università di Auburn, piuttosto del momento preciso in cui ha deciso di uscire dalla forte dipendenza dalla cocaina dei suoi primi anni dell’Nba; come è arrivato al punto più basso della sua vita e come ne sia uscito così alla grande. E le tante, tantissime vicende che riguardano uno spogliatoio Nba, così diverso da quello di una squadra europea, per cultura e concezione. Tutte cose cui continuo ad attingere nel momento in cui sono in telecronaca".

LA SUA CITTA' - Reggio Emilia e Mitchell, un legame diventato indissolubile negli anni: "Reggio Emilia è esattamente il posto dove voleva vivere e come voleva giocare - asserisce Buffa -. Ad alcuni tuoi colleghi ho raccontato una vicenda riguardante i soldi, pagati in contanti ed in minima parte, in busta chiusa, che il presidente della squadra di Brescia - la prima in cui giocò Mike in Italia - gli pagò. Uno come Mike poteva tranquillamente rifiutare e tornare a casa. Lui li prese ed andò ad allenarsi. Per Mitchell, il problema non erano mai i soldi. Tra quelli e il gioco, sceglieva il gioco. Anche quando gli feci il contratto col Maccabi Tel Aviv. Non era mai una questione di soldi. Mai". "Ma Reggio rimane la sua città. Voleva una realtà che gli desse calore e che si stringesse attorno a lui. Reggio è stato tutto questo per lui. Ricordo che la trattativa con Mario Ghiacci durò non più di un quarto d’ora. Gli dissi: “Prendetelo, vi darà grandi soddisfazioni”. Mi rispose con quel suo accento bolognese, ed era fatta. Eravamo già d’accordo su tutto. Lo conoscevo bene, sapevo come si amministrava. E poi con quelle mani lì, poteva continuare a fare canestro anche a 50 anni".

SAN ANTONIO - Mitchell sta vivendo i suoi ultimi mesi di vita a San Antonio. La città del Texas dove ha giocato e che ha eletto a sua dimora una volta appese le scarpe al chiodo: "Gli Spurs gli hanno chiesto più volte di rappresentare il club nelle sue relazioni con la comunità. In pratica un ruolo da Community Relationship. Nelle varie finali per il titolo che gli Spurs hanno disputato era sempre in tribuna a vederle. L’ultima, nel 2007, ho notato che non c’era. E lì ho capito che qualcosa non andava...". Il Professore se ne sta andando... in silenzio: "Com’è suo costume", chiosa Buffa.

4minuti.it


maistros
00martedì 25 gennaio 2011 18:53
be penso che sia stato detto più o meno tutto da buffa, mike arrivo a reggio emilia ovviamente nella fase calante della sua carriera dove andava molto più lento degli anni migliori, ma la sua immensa tecnica con fondamentali che oggi la maggior parte dei giocatori si sogna , riusciva a fare lo stesso la differenza, poi le mani erano soprattutto quando giocava in seria A2( la odierna legadue)di un 'altro livello.
!LULLABY!
00giovedì 9 giugno 2011 16:41
E' scomparso il "professore" Mike Mitchell
L'asso americano di Cleveland e San Antonio Spurs, distintosi in Italia con le maglie di Brescia Napoli e sopratutto quella di Reggio Emilia si è arreso ad una lunga e dolorosa malattia.

Il basket perde un altro campione ed un altro grande uomo. Mike Mitchell, classe 1956 che ha militato in Italia a Brescia, Napoli e Reggio Emilia dove ha giocato per 7 stagioni fino all’età di 43 anni, si è spento all’età di 55 anni afflitto da un male incurabile che lo tormentava da due anni. Con Reggio Emilia ‘il professore’ (cosi veniva chiamato dai suoi tifosi) ha giocato 201 gare tra A1 e A2 raggiungendo anche la semifinale scudetto nella stagione 1997/1998 nella quale è stato il miglior marcatore assoluto.

Matteo Marrello - pianetabasket.com


RIP
Davide
00giovedì 9 giugno 2011 16:54
Per me è sempre stato un grandissimo, onore a Reggio Emilia che è riuscita a portarlo nel campionato italiano.
Mi mancherà.
AlcoolDry
00giovedì 9 giugno 2011 17:01
RIP, ovviamente so poco o nulla riguardo la sua esperienza a Napoli, peccato...
TheCrazyKiller
00domenica 12 giugno 2011 23:49
SteveH
00lunedì 13 giugno 2011 00:01
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