Il derby tra giganti cinesi, un boom in tv

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Walker - Lugo
00domenica 11 novembre 2007 11:25
Il derby tra giganti cinesi, un boom in tv


11/11/2007 09:33
Yao contro Yi, stelle del basket Usa, catturano 220 milioni di telespettatori

- Corriere della Sera -

Il più impressionante evento mediatico nella storia dello sport, esclusa la finale dei Mondiali di calcio, si è consumato l'altra notte in un'arena gremita nel cuore del Texas. «Yao contro Yi» che sembra il titolo di un videogame un po' scemo, è invece lo slogan piuttosto furbo per la partita di basket ideale: quella che raduna davanti ad un televisore almeno 220 milioni di individui.
Houston Rockets, contro Milwaukee Bucks: non esattamente roba per cui saltare la cena. Invece dall'altra parte dell'Oceano, dodici ore di fuso più tardi, hanno saltato con gioia la colazione, perché «Yao contro Yi» è l'orgoglio cinese che va in onda in mondovisione. Alla fine ha vinto Yao, ma Yi è giovane, forte e avrà un'altra chance.
Una volta per mettere in piedi un'impalcatura del genere servivano nomi potenti, Ali contro Foreman, Connors contro McEnroe, eccetera. Adesso è sufficiente un'anonima partita di inizio campionato. David Stern, il designer di questa Nba multirazziale e globale, lo aveva capito con grande anticipo: per riempire la borsa, bisogna chiudere al pregiudizio. Quando arrivarono negli Usa i primi stranieri, una decina di anni fa, si faceva fatica a passargli la palla. Adesso costituiscono la lauta assicurazione sulla lunga vita della lega.
Yao Ming, 27 anni, ha aperto il mercato cinese cinque anni fa. Coi suoi 229 centimetri è considerato il miglior centro della Nba, per Stern è invece la chiave per aprire la cassaforte cinese. Da quando è arrivato a Houston, in Texas sono arrivate cinque multinazionali cinesi a sponsorizzare i Rockets. Altrettante compagnie americane (carte di credito, bibite, auto e abbigliamento e fast food) spediscono in Cina spot in mandarino per farsi conoscere. Una decina di campioni americani, iniziando da Steve Nash, incassano quote da brand cinesi per apparire con immagini gigantesche a due passi da piazza Tienanmen. Queste operazioni comportano il movimento di milioni di dollari, molti dei quali si parcheggiano nelle casse della Nba.
La strategia di mercato ideale nello sport, è però quella che crea una rivalità. E da ieri, appunto, il nuovo piatto forte è servito: «Yao contro Yi».
Il primo è di Shanghai, il secondo, esordiente in questa stagione, ha vent'anni è alto 2.13 e viene dalla regione di Guangdong. I due sono simili almeno quanto un ragazzo di Merano e uno di Pozzuoli, ma in fondo sono cinesi entrambi e tanto basta alla macchina della propaganda.
La Nba è una madre premurosa e protettiva capace di deflettere l'attenzione dei media dallo scandalo delle partite accomodate da un arbitro corrotto (a giorni il processo che potrebbe riservare molte sorprese), e ha risorse insperate quando si tratta di produrre sensazioni.
Il giovane Yi Jianlian non avrebbe potuto diventare professionista fino al 2009, secondo le leggi cinesi (dopo i 22 anni). Ma d'improvviso, e abbastanza misteriosamente, l'estate scorsa Yi si è reso disponibile per il draft con il benestare di Pechino, governo col quale Stern ha rapporti sempre più cordiali. Nessuno scandalo, anche perché forse Yi ha già 24 anni, età tenuta segreta (non esiste un certificato di nascita…) per consentire al ragazzo di giocare con le Tigri di Guangdong i campionati giovanili. E vincerli.
Vincere e guadagnare, sembra il leitmotiv di questa storia. Se qualche regola è stata aggirata ne valeva la pena. La rete cinese Cctv che arriva in 210 milioni di case ha trasmesso la gara in diretta e così gli altri 19 network che coprono il resto dell'Asia. Sono cifre che in America si sognano, visto che il loro fiore all'occhiello, il Superbowl, quando arriva a 130 milioni, stappano lo champagne. Sia chiaro: sono cifre destinate ad essere polverizzate. Fra dieci anni, magari, sarà l'Africa intera a fermarsi davanti ad uno schermo, per una partita di basket. Stern ci starà già pensando.

Riccardo Romani


il numero 10
00domenica 11 novembre 2007 13:14
contando che i cinesi sono piu di 1 miliardo mi aspettavo qualcosa di piu come ascolti... comuqnue è un gran risultato
SteveH
00domenica 11 novembre 2007 14:34

Fra dieci anni, magari, sarà l'Africa intera a fermarsi davanti ad uno schermo, per una partita di basket. Stern ci starà già pensando.



sarebbe un miracolo se fra dieci anni in Africa staranno talmente bene da poter vedere tv commerciale [SM=g27829]
Walker - Lugo
00domenica 11 novembre 2007 14:58
Re:
il numero 10, 11/11/2007 13.14:

contando che i cinesi sono piu di 1 miliardo mi aspettavo qualcosa di piu come ascolti... comuqnue è un gran risultato




quanti hanno la tv?
SteveH
00domenica 11 novembre 2007 15:00
in maniera esponenziale
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