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Dedicata a Massimo Angelico e al team societario, che ci ha creduto quando l’unica scelta sensata sembrava abbassare la saracinesca, ringraziare tutti e aspettare di vedere una partita di grande pallacanestro a Torino.
Dedicata a Alberto Savio, che tanto l’ha guardata in tv, patendo come nelle sere in cui ruggiva a bordocampo al PalaScatola.
Dedicata a Marco Atripaldi, che sabato sera, dieci minuti dopo l’intervista a Pozzecco che si lamentava un po’ degli arbitri dopo la semifinale, ha scritto su Facebook: «Biella il doppio di energia di Capo d’Orlando ma soprattutto Biella gioca benissimo a pallacanestro. Gli arbitri che c’entrano?». Oggi c’era un tifoso anche a Caserta.
Dedicata a Gianmarco Pozzecco che ventiquattr’ore dopo l’eliminazione e quelle proteste, ha twittato così: «Straordinaria Biella. Dai tifosi al Pres Angelico da Savio a Corbani dal Doc a Mino da Infante a Laganá. Complimenti a tutti!». Sottoscriviamo. Però il “Mino” sarebbe il Mine, eh?
Dedicata ai tifosi che hanno preso la macchina, il bus o il treno e hanno invaso Rimini. C’è vita in città. E all’entusiasmo basta una scintilla.
Dedicata ai tifosi che hanno sofferto ed esultato da casa (dovunque sia casa: c’è Vittorio che l’ha vista in streaming da Trondheim, Norvegia). Se fra qualche ora, a notte fonda, qualcuno di loro fosse di ronda davanti al Forum per aspettare i ragazzi e la Coppa Italia, non stupitevi…
Dedicata a Bruno Potasso e Paolone Barlera: che vi siete persi, ragazzi. E anche a Walter De Biasio che, nel raccontare una cosa del genere, avrebbe perso il controllo al tecnico fischiato a Voskuil, per non ritrovarlo più.
Dedicata a chi c’era l’anno scorso sopportando i fischi, la disillusione, la crisi, la paura di sparire. A chi si è sorbito accuse e parole forse non meritate. Dedicata, soprattutto, a Tommaso Raspino: stasera 22 punti, 6 rimbalzi, 3 assist. E un’onda anomala di complimenti da coach Dan Peterson.
Dedicata a chi c’era quando si firmava il primo tesseramento di Tommaso Raspino tra gli esordienti, quello di Luca Murta trascinato via dai campi da calcio (ruolo portiere, dicono), a chi ha seguito nel minibasket Eric Lombardi. Stasera votato miglior Under 22 della Final Six. Dedicata, quindi, a chi per vent’anni ha sempre creduto che il lavoro nel settore giovanile fosse un investimento in uomini e giocatori.
Dedicata ai due rossoblù che l’hanno guardata da un letto di convalescenza: Marco Laganà appena operato al ginocchio a Bologna, il Francy che sta completando le sue cure a Firenze. Anche stasera si giocava in dodici.
Dedicata a Simone Berti e Luca Infante, il cui tesseramento fu accompagnato da smorfie di disappunto. Oggi sono idoli, in campo e fuori.
Dedicata a Giacomo Bloise, il canturino Jack, che ha fatto dimenticare i dubbi su di lui (e anche sulle sue origini cestistiche) in ancora meno tempo.
Dedicata a Matteo Chillo, che quest’estate ha scelto Biella sicuro che fosse l’ambiente giusto per crescere. E dedicato a chi, non accettando un rinnovo del contratto proprio nel suo ruolo, gli ha lasciato il posto in squadra. Oggi era in palestra ad allenarsi: a giocare la finale c’erano altri. Dedicata a quelli come lui che in estate non ci hanno creduto: sorry, ma sul libro di storia il vostro nome non ci sarà.
Dedicata a Matteo Soragna: uno dei primi tweet di congratulazioni dopo la finale è il suo. «Complimenti a Biella, la vittoria dell’entusiasmo e dell’energia». Com’è difficile immaginarlo avversario.
Dedicata a chi ha iniziato a giocare a pallacanestro sul serio nel vivaio rossoblù e oggi ha vinto la coppa: Niccolò De Vico con Biella e Lorenzo Uglietti con Latina, campione nella Coppa Italia di Dnb. Dedicata a chi li ha allenati e migliorati: Federico Danna in primis. E Andrea Monciatti che oggi sta sulla panchina di chi vince la coppa da assistant coach.
Dedicata a Francesco Viola: mai sotto i riflettori, sempre al lavoro.
Dedicata a Damian Hollis e Alan Voskuil: hanno sbagliato metà partita. Poi le hanno cambiato il verso quando contava di più. Giocatori, ma anche uomini di cuore. La classe, ovviamente, non si discute.
Dedicata a Gabriele Fioretti e Fabio Corbani che con un budget nemmeno paragonabile a quello dei top team hanno costruito un mosaico che sembra un capolavoro di incastri perfetti. Forse perché hanno guardato i video, ma hanno scelto giocatori non guardando solo alle statistiche di punti e rimbalzi. Contava la dimensione umana. Quella, per intendersi, che porta una squadra ad allenarsi nel giorno di riposo. O un decimo uomo a stordire gli assistant coach con sessioni di tiro, per “prepararmi a sfruttare le occasioni che avrò in partita, sapendo che saranno poche”. E poi quelle stesse, infinite sessioni di tiro le fa anche Voskuil, la stella. Dedicata a loro perché, da luglio a ottobre, si sono anche tappati le orecchie. Allora, in quella stessa città che oggi salta di gioia, non bastavano i tappi ermetici a tenere chiusi i bottiglioni di scetticismo.
Dedicata a Gianni D’Adamo e Niccolò Bosio: il primo è in una delle foto di gruppo, ricordo della Coppa Italia, riconoscimento meritato per chi affronta tutti i giorni conti da far quadrare. Il secondo quella foto l’ha scattata. A guardarla bene però, avrebbe potuto scambiarsi il ruolo con una persona che sta nell’istantanea ma che, a un paio di mesi dalle elezioni amministrative, sembra lì più per altre ragioni.
Dedicata a Nicola Minessi, qui dal primo giorno o quasi, un po’ meno di vent’anni fa. Lo immagino in sede domattina, mentre sistema la vetrina dei trofei per far posto alla coppa di oggi. Lui, proprio lui.
Dedicata al Doc Gianni Masserano e a Poppi Bruzzi. Che al Mine hanno prestato cure e attenzioni quando era un giocatore di vent’anni. All’epoca i trofei li si sognava in silenzio. Come la serie A, i playoff, la semifinale playoff, lo sbarco in Europa…
Dedicata a chi ha pensato anche solo per un secondo che sarebbe stato meglio chiudere il Forum, che tanto era finito tutto. Domenica c’è Biella-Jesi e al Forum ci vogliono 4500 persone. C’è una coppa da guardare da vicino. E una squadra da ringraziare.
Dedicata a Biella. Non è un bel periodo. Anche stasera, a contendersi le home pages dei siti, c’è una vittoria sportiva storica e l’incendio di una grande filatura. Eppure qualcosa di buono può nascere ancora. Basta lavorare con la testa e con il cuore. E, come direbbero Infante e Raspino, con le palle. Mica solo quelle arancioni a spicchi…