Bargnani nella notte delle stelle

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!LULLABY!
00venerdì 16 febbraio 2007 15:43

E' la notte del Mago

Bargnani all'All Star Game nel Rookie Challenge


- La Tribuna -

Andrea Bargnani ha trascorso l'estate a Las Vegas e non se n'è innamorato: «Trovare ristoranti italiani era un problema. E poi pensavo solo a giocare e ad allenarmi». Erano i tempi in cui ancora l'America del basket si chiedeva, perplessa, cosa ci facesse un italiano al primo posto delle scelte nel Draft Nba. Questa notte Andrea rimette piede in città ed è un po' come se ad agosto avesse depositato una bella somma al tavolo da poker e ora passasse a riscuotere: è il weekend delle stelle, l'All Star Game, e c'è posto anche per questo timido 21enne romano, che farà la sua apparizione nella partite dei migliori rookie, gli esordienti. Storico.
Non esiste un luogo migliore per raccontare di un sogno che all'istante si trasforma in una realtà via satellite: Bargnani lo vedranno oltre un miliardo di persone, 215 i Paesi collegati per oltre 43 lingue diverse. Lui ci arriva un po' stanco ma felice. Ha segnato 15 punti contro New Jersey l'altra notte, i suoi Toronto Raptors sono in testa alla loro Division: e anche l'America perplessa del basket si è accorta che lui esiste. Per il settimanale Sport Illustrated è un Bargnani favoloso quello che «nonostante la statura è agile e tira da 3 con estrema facilità, inoltre sa ricoprire più ruoli».
Il più banale dei paragoni è sempre lo stesso: Dirk Nowitzki, l'asso tedesco di Dallas finalista lo scorso anno. Lo dicono le cifre: rispetto all'anno di esordio di Nowitzki (il 1998), Andrea possiede cifre già migliori. Nel tiro da 3 anche di parecchio: 35% contro il 20% del tedesco. Che solo pochi giorni fa ha detto: «Credo che lui sia molto meglio di me quando avevo 20 anni». L'unico che sembra piuttosto impermeabile a questo festival di lodi è lui, Bargnani, che va in campo ogni sera col distacco e la ferocia agonistica che servono per farsi un nome: «Penso di essere avvantaggiato dall'esperienza in Europa. Quando ti fai le ossa nel campionato italiano o nell'Euroleague è più facile. Molti giovani appena usciti dal college sono un po' spaesati. Con questo non dico che ho capito tutto. Qui ho ancora molto da imparare».
Las Vegas sarà la sua vetrina. Lo sommergeranno di domande, mentre già i giornali specializzati si chiedono se l'Italia non sia finalmente un mercato da sondare. Bargnani: «Se altri italiani verranno nella Nba sarà una bella cosa, ma non per merito mio. Qui se sei bravo ti prendono, non conta la provenienza». A Las Vegas, dice, non avrà un secondo di tempo tra impegni con lo sponsor e doveri Nba: «Questo è un grande business. Come il calcio in Italia, però di più». Dice che non avrà tempo di puntare al tavolo verde. Inutile: la sua scommessa l'ha già vinta alla grande.





Yanagi tfoa
00venerdì 16 febbraio 2007 19:57
vai mago [SM=x49401]

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