Bargnani, buona la prima
Bargnani Weekly: L'impatto con la preseason
Le partite vere inizieranno solo il 1° novembre quando i Raptors faranno visita ai Nets di Jason Kidd e Vince Carter. Allora prenderà ufficialmente il via l'avventura nella NBA di Andrea Bargnani e anche il basket ''made in Italy'' potrà dire con orgoglio di far parte della lega più prestigiosa. Da quel giorno inizierà anche un'avventura particolare per tutti noi perché avremo un valido motivo per rimanere svegli fino a tarda notte, per cercare continuamente informazioni e notizie aggiornate, per sentirci insomma ancora più dentro il campionato più affascinante del mondo. Ovviamente su queste pagine seguiremo con particolare attenzione le vicende di Bargnani, con l'augurio che ci possa regalare grandi soddisfazioni e la speranza che tutta l'Italia cestistica si unisca in un unico ideale ''Mago Fans Club''.
Aspettando le gare ufficiali, in questi giorni viene servito agli appassionati l'antipasto della preseason. I risultati contano relativamente perché queste partite vengono utilizzate soprattutto per mettere alla prova i giocatori più giovani o quelli alla caccia di un contratto garantito e per sperimentare i nuovi schemi, ma comunque non perdono l'occasione per fornire alcune indicazioni interessanti. A Toronto il progetto portato da Bryan Colangelo e ovviamente accolto da coach Sam Mitchell (in scadenza di contratto, è a rischio) consiste nell'inserirsi sulla strada tracciata dai Phoenix Suns, ovvero quella del gioco veloce - dove si possono esaltare le caratteristiche del nuovo play TJ Ford - e delle conclusioni rapide. Ma senza trascurare la difesa che, anzi, è stata il vero punto debole dell'ultima versione dei Raptors: con 104 punti subiti a serata (seconda peggior difesa), sono stati vanificati gli oltre 101 messi a referto (quarto miglior attacco). Per questo, dopo ogni impegno, i giocatori saranno valutati sulla base di rimbalzi e recuperi, ma anche di deviazioni, aiuti e rotazioni e, per stimolare il loro orgoglio, la valutazione sarà resa pubblica.
In questo sistema al momento il ruolo di Bargnani è quello di centro tattico (Mitchell vuole agevolarne l'ingresso nella lega schierandolo almeno inizialmente in un'unica posizione), impiegato in genere al fianco di un altro lungo con caratteristiche più interne, in modo da poter esaltare il già consolidato gioco fronte a canestro nell'attesa che crescano in termini di numero e affidabilità le soluzioni dal post basso. Se in attacco le cose sembrano aver già preso una direzione precisa, grazie alla personalità - che gli ha permesso di trasformare il primo pallone toccato in una tripla nell'esordio con Washington e di firmare con 6 punti e un assist la rimonta nel 2° quarto con i Nets - e alla qualità della mano (44.4% da tre, seppur accompagnato da un non esaltante 40% da due, per 10.7 punti di media), in difesa, anche se ha avuto sprazzi positivi, Bargnani (comunque efficace a rimbalzo: i suoi 4.3 parametrati sui 48 minuti sarebbero circa 12) si deve invece ancora abituare a battagliare con giocatori fisicamente più prestanti di lui. Ci vorrà un periodo di adattamento per eliminare i problemi di falli che lo avevano già tormentato durante la summer league e non lo hanno abbandonato neanche in preseason (4.3 per partita), costringendolo a giocare poco meno di 17 minuti di media.
Queste sono le indicazioni principali emerse dopo le prime tre gare di avvicinamento al campionato - contro Washington (93-88), Boston (118-112 dopo un supplementare) e New Jersey (119-110) - da cui i Raptors sono usciti imbattuti. Anche se le rotazioni sono ancora molto allargate e gli schemi da perfezionare, dunque è presto per avere idee precise, la sensazione è che Bargnani possa già puntare al quintetto base al fianco di Bosh ma forse - almeno all'inizio - potrebbe avere maggiore impatto nella seconda unità, ovvero la versione più europea di Toronto, al fianco di un Garbajosa fin qui molto positivo, che non ha perso occasione per esaltare le qualità del giovane compagno: ''Mi prenderò cura di lui perché è un amico, ma non avrà bisogno di grande aiuto perché ha talento e intelligenza e diventerà un giocatore importante in questa lega''. Senza correre troppo, adesso la cosa più importante per l'azzurro è continuare ad allenarsi per migliorare, perché i margini di miglioramento ci sono e l'occasione è di quelle da non sprecare. Ma il Mago lo sa bene: ''Sto imparando molto e credo che stia nascendo una bella squadra, perché si sta sviluppando la chimica giusta tra i giocatori europei e quelli americani''. Ed è pronto a raccogliere la sfida: ''Devo lavorare sui miei difetti come avrei fatto in Italia, non è un mondo diverso, è sempre basket. Se non difendo bene, non gioco''.
L'ho presa da
www.basketnet.it/news/?id=70400
[Modificato da CHRIS WEBBER 18/10/2006 16.53]