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Chicago, 5 dicembre. Lo lanció ieri il "Chicago Daily Southtown": Michael Jordan potrebbe tornare di nuovo a giocare, questa volta con la "sua" maglia, quella dei Chicago Bulls. Se si deciderà ad indossare le scarpette da basket per la terz avolta, lo farà dopo l'All Star Game (che si celebrerá il 14 ed il 15 di febbraio a Los Angeles) sempre che per quel periodo i Bulls siano in corsa per classificarsi per i playoff.
John Paxson, ex compagno di squadra di Jordan nei Bulls ed ora General Manager del club, ha già ottenuto mesi addietro il ritorno a Chicago di un altro illustre ex, Scottie Pippen, sebbene quest'ultimo non si fosse ritirato.
“Abbiamo bisogno di un altro marcatore”, ha commentato ieri Paxson, nascondendosi dietro ad un sorriso ironico. Ma non ha ggiunto altro.
Un altro fattore che farebbe pensare all'ipotetica rentrée di Jordan ai Bulls è che nel managament non c'è più Jerry Krause, l'ex General Manager con cui tutti gli assi dei Bulls non andavano per nulla d'accordo.
Bobcats, Lakers...
Dopo il suo ritiro dello scorso aprile, apparentemente definitivo, Jordan ha continuato a stare sempre in prima linea nel mondo della NBA. Alcune settimane dopo si disse che poteva partecipare nell'azionariato della nuova franchigia, i Charlotte Bobcats, che si aggiungeranno alla NBA nella prossima stagione.
Poco tempo dopo, il suo ex allenatore dei Bulls ed ora con i Lakers, Phil Jackson, dichiarò che se avesse dovuto fare a meno di Kobe Bryant (pea causa del processo a suo carico) avrebbe tenatoto di convincere lo stesso Jordan per la sostituzione. Ma la risposta di 'Air', all'epoca, fu categorica: “No. Ed è un no al cento per cento”.
Tuttavia, trattandosi di Jordan, in considerazione della sua storia personale, non c'è mai niente di definitivo come potrebbe sembrare. Soprattutto le sue parole.