TREVISO, 28 maggio 2009 – Il passato non si dimentica. Andrea Bargnani torna alla Ghirada, il centro sportivo della Benetton Treviso, ogni offseason da quando, nel 2006, lasciò il team veneto per sbarcare in Nba. Neanche quest’anno ha fatto eccezione, con il Mago impegnato in una full immersion di allenamenti prima di dedicarsi alle vacanze e alla Nazionale, che lo aspetta a luglio.
Andrea, come stanno andando gli allenamenti a Treviso?
"Sto facendo molto lavoro fisico e poco basket. Vengo da una stagione in cui ho giocato 90 partite, è normale che abbia perso peso e forza fisica, che sto cercando di recuperare. Lavoro due volte al giorno col il mio vecchio preparatore. Ieri sera ho visto la partita della Benetton e sono stato molto contento del risultato. Peccato per Roma, la squadra della mia città e in cui vorrei tornare finita l’avventura in Nba".
Nel suo futuro prossimo c’è la Nazionale.
"Ci ritroveremo a luglio per gli allenamenti. Qualificarsi sarà difficile, perché nel nostro gruppo non c’è solo la Francia, e nel passato abbiamo perso anche contro squadre che sulla carta sembravano inferiori. Il nostro è un team giovane, ma non possiamo pensare che saremo io e Belinelli a fare la differenza: c’eravamo anche l’anno scorso, e sappiamo bene com’è andata".
""Scommetto su Los Angeles. Hanno un roster fortissimo. E giocano un ottimo basket"" Chi vince il titolo Nba?
"Scommetto su Los Angeles. Hanno un roster fortissimo, e giocano davvero un ottimo basket".
Si aspettava Cleveland così in difficoltà contro Orlando?
"Un po’ sì, anche perché i Magic li avevano messi in crisi già in stagione regolare. Credo che ora per Cleveland sia quasi impossibile rimontare, perché dovranno vincere tre partite di fila".
Qual è il bilancio della sua terza stagione in Nba?
"Direi che è stata un’annata positiva, soprattutto dopo dicembre, quando sono tornato stabilmente in quintetto e ho cominciato a giocare bene. Nella mia testa era cambiato qualcosa già in estate, ma non avendo molti minuti a disposizione non sono riuscito a dimostrarlo".
In cosa deve ancora migliorare?
"Sto lavorando un po’ su tutto, dal tiro da tre al post basso, che è il mio punto debole. Sono già migliorato tanto, ma voglio continuare così per diventare il più forte giocatore possibile. Ora voglio perdere un po’ di massa grassa".
Andrea Bargnani contro Kobe Bryant. Reuters Toronto ha scelto di ripartire da Triano.
"È un coach che piace a tutti nello spogliatoio, a differenza di Mitchell, e che si è guadagnato dal primo giorno il rispetto di noi giocatori. Per questo abbiamo chiesto a Bryan (Colangelo, presidente dei Raptors, ndr) di confermarlo. E lui ci ha accontentato, perché è l’uomo giusto da cui ricominciare.
Cosa devono fare i Raptors per tornare una squadra da playoff?
A fine anno avevamo trovato l’equilibrio giusto, e lo abbiamo dimostrato riuscendo anche a vincere sei partite di fila: credo si debba ricominciare da lì, anche se non so che gruppo troverò l’anno prossimo".
Il 2009/2010 sarà il suo ultimo anno di contratto.
"Spero di restare a Toronto, anche perché mi trovo molto bene in Canada. A livello di squadra non so, ma non ci sono molte città Nba che mi piacciono, se escludiamo Miami e Los Angeles.
In Nba l’anno prossimo potrebbe esserci Daniel Hackett, che si è dichiarato per il draft.
"Gli faccio un grosso in bocca al lupo. È un buon giocatore, ma per un playmaker quest’anno sarà difficilissimo essere scelto al primo giro. Lo vedo bene in Europa e benissimo in Italia, perché ha un potenziale atletico enorme".
E per Toronto cosa uscirà dalla lotteria?
Abbiamo la nona scelta, e in passato tanti buoni giocatori sono stati scelti in questa posizione. Ma credo che la società stia cercando di fare degli scambi per ottenere una scelta più alta".
Dei Raptors potrebbe presto non fare più parte Maurizio Gherardini, con cui ha condiviso prima l’avventura alla Benetton e poi quella ai Raptors.
"Mi dispiacerebbe davvero se se ne andasse, perché abbiamo passato insieme sette anni. Spero che non lo faccia, anche se non so cosa deciderà. Da spettatore, cosa pensa del livello attuale del campionato italiano? Credo sia sempre alto, anche se è vero che ci sono pochi giocatori italiani in campo. Però eliminare del tutto gli stranieri non è una soluzione. E mi piace l’idea di una finale lunga sette gare: credo che accontenti tutti, dalle società che hanno un incasso in più, ai giocatori, che vedono più basket".
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