Pistorius

Iaaf non decide, Pistorius spera

da Tgcom.it
Una questione irrisolta, la Iaaf non ha deciso, i giochi di Pechino incombono e Oscar Pistorius continua a sperare. Quello dell'atleta che ha chiesto di correre con i normodotati nonostante due gambe amputate e delle protesi pronte a consentirgli di inseguire un sogno, è ormai è diventato un caso che ha smosso coscienze e studiosi impegnati nel tentativo di capire se, effettivamente, l'atleta possa essere avvantaggiato dai supporti in carbonio.

Che ne pensate?

Io lo farei correre "fuori gara"

Alle Olimpiadi vedere un portatore di handicap che compete con tutti gli altri sarebbe un bello spot di speranza per tutti quelli che sono sfortunati.

Ne avevamo già discusso. Se le protesi gli danno un vantaggio non può correre. Punto. Il problema grosso è che non sente stanchezza nei polpacci, infatti fa recuperi assurdi nei 100 finali, anche se ha problemi in curva. Però questi ultimi potrebbero essere raffinati dalla teconologia, mentre l'acido lattico no.

Il fatto è che la IAAF non può creare un precedente, altrimenti in futuro le installazioni meccaniche potrebbero essere la nuova frontiera del doping: per gareggiare alle olimpiadi devi essere 100% umano, oppure disporre di attrezzi identici per tutti.

Walker - Lugo, 11/01/2008 11.33:

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Che ne pensate?

Io lo farei correre "fuori gara"

Alle Olimpiadi vedere un portatore di handicap che compete con tutti gli altri sarebbe un bello spot di speranza per tutti quelli che sono sfortunati.

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Questo mi fa incazzare, Walker. Cosa vuol dire fortunato?
Pistorius esce da famiglia benestante, la mamma gli è sempre stata dietro, ha avuto protesi adeguate sin da piccolissimo.

Uno sprinter Giamaicano a cui hanno ucciso il padre quando era piccolo, che si alzava alle 5 per potersi allenare, che non era sicuro di mangiare la sera, è fortunato?

Fossi in lui, mi incazzerei come una biscia a sentire che un persona come Pistorius merita attenzioni particolari e lui no.

hogfan, 11/01/2008 12.04:

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Questo mi fa incazzare, Walker. Cosa vuol dire fortunato?
Pistorius esce da famiglia benestante, la mamma gli è sempre stata dietro, ha avuto protesi adeguate sin da piccolissimo.

Uno sprinter Giamaicano a cui hanno ucciso il padre quando era piccolo, che si alzava alle 5 per potersi allenare, che non era sicuro di mangiare la sera, è fortunato?

Fossi in lui, mi incazzerei come una biscia a sentire che un persona come Pistorius merita attenzioni particolari e lui no.

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Mi pare che il problema non si ponga, sono entrambi sfortunati.

Però se un domani per un qualsiasi motivo perdi le gambe che dici? Che culo, adesso potrò finalmente mettermi le protesi! ?

Per il futuro non si sa (per futuro intendo secoli).

Però bastano piccole sostituzioni meccaniche di fibre muscolari (per un incidente, un difetto etc) per creare un precedente.

hogfan, 11/01/2008 12.02:

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Ne avevamo già discusso. Se le protesi gli danno un vantaggio non può correre. Punto. Il problema grosso è che non sente stanchezza nei polpacci, infatti fa recuperi assurdi nei 100 finali, anche se ha problemi in curva. Però questi ultimi potrebbero essere raffinati dalla teconologia, mentre l'acido lattico no.

Il fatto è che la IAAF non può creare un precedente, altrimenti in futuro le installazioni meccaniche potrebbero essere la nuova frontiera del doping: per gareggiare alle olimpiadi devi essere 100% umano, oppure disporre di attrezzi identici per tutti.

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Quoto..
Magari a livello umano non è un discorso bellissimo, ma è un ragionamento che fila al 100%..

campisco Walker, ma fa incazzare molto anche me. Si è solo adattato alla situazione, non facile, ma mi sembra tutto fuorchè sfortunato nella vita.
Andare ad un Olimpiade è il sogno di miliardi di esseri umani

beh se è per questo allora anche i bambini malati di aids in africa sono più sfortunati di pistorius...almeno lui vive...ma non è che c'è uan classifica di sfortuna o cateogorie di sofrtunati a cui attingere...relativizzare in questi casi è un pò fuorviante...dire che una persona che ha perso gli arti inferiori sia stata sfortunata nella vita mi pare il minimo

SteveH, 11/01/2008 13.14:

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campisco Walker, ma fa incazzare molto anche me. Si è solo adattato alla situazione, non facile, ma mi sembra tutto fuorchè sfortunato nella vita.
Andare ad un Olimpiade è il sogno di miliardi di esseri umani

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Ma state scherzando?Posso anche capire quello che dice Hog riguardo alla sfortuna ecc e sono anche d'accordo...ma non venitemi a dire che le protesi sono la sua fortuna, che è un privilegiato e chi ne ha più ne metta...ragas questo ha una forza...che poi non sia giusto farlo correre con gli altri è un altro conto...cmq solo rispetto per lui...

e così oggi è stato deciso che non parteciperà ai giochi...
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leggendo i vari commenti sulla gazzetta si capisce che c'è il filone dei moralisti amanti delle storie a lieto fine e quello degli spietati e puntigliosi amanti delle dure regole da rispettare... io non so bene la faccenda e non ho mai visto pistorius correre in gare di un certo livello... ma credo di rientrare nella seconda categoria...

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Però questi ultimi potrebbero essere raffinati dalla teconologia, mentre l'acido lattico no.

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...proprio per ragioni come questa, ma in principio proprio per il fatto che non ha gambe "umane"... e che quindi vantaggio o svantaggio che sia, gareggia comunque in una situazione diversa...
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come è stato poi detto è ovvio che dispiaccia il fatto che il sudafricano abbia compiuto degli sforzi che non sono stati premiati, però...
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in ogni caso c'è una cosa che non ho capito... ma lui si era qualificato per le olimpiadi? (non conosco bene come funziona il mondo dell'atletica...)

Ogni disciplina ha un "valore limite" da superare per accedere alla specialità olimpica.

Riassumo il pensiero di hogfan con le parole di Homer quando incita Bart a vincere contro i fantini nani: "Vai figliolo! Fallo per la gente normale!!!".

Pancalli: `Pistorius? C`e` una speranza`

(AGM-DS) - 10/01/2008 12.59.43 - (AGM-DS) - Milano, 10 gennaio - Luca Pancalli non ha perso del tutto le speranza di vedere Pistorius a Pechino: `C`e` ancora una possibilita``. Proprio ieri la Iaaf (la Federazione Internazionale di atletica) ha posticipato di qualche giorno la decisione circa l`eventuale partecipazione di Oscar Pistorius ai prossimi Giochi olimpici di Pechino. La vicenda dell`atleta sudafricano, a cui sono state amputate le gambe quando aveva circa un anno, ha fatto il giro del mondo ed e` diventata il simbolo per milioni di persone che si trovano nella stessa situazione. Datasport ha chiesto un parere a Luca Pancalli, che attualmente e` vicepresidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni), nonche` presidente del Comitato Paralimpico Italiano (Cip).

La Iaaf ha posticipato di qualche giorno la decisione sul caso-Pistorius. Questo ritardo fa coltivare speranze su un eventuale ripensamento da parte dei vertici mondiali dell`atletica?
`Il fatto di aver posticipato la decisione se non altro accende una speranza che possa esserci una sorpresa. Detto cio`, c’e` molta sorpresa da parte mia perche`, capisci l’ironia, ho scoperto dopo molti anni che un ragazzo con le gambe amputate e` avvantaggiato rispetto ad un ragazzo normodotato. Al di la` di questo credo che la valutazione tecnica non abbia tenuto conto anche degli svantaggi,oltre che dei presunti vantaggi del ragazzo, anche se io non sono un tecnico, mentre chi ha fatto le valutazioni e` un luminare del settore. Ritengo che non possa essere stata esaustiva la valutazione di questi tecnici, perche` ci sono anche elementi di svantaggio che non sono stati presi in considerazione, senza tenere presente che nessuno puo` valutare cosa si prova a correre senza la percezione del terreno sotto i piedi. Questo potrebbe accadere solo se nella Commissione ci fosse un bi-amputato come Pistorius. A mio modo di vedere ci sara` sempre questo aspetto che sfuggira` ai tecnici che vogliono impedire a Pistorius di gareggiare.`

Quindi sembra difficile che si possa arrivare ad una conclusione a breve termine.
`C’e` da fare due ulteriori considerazioni. La prima e` che la vicenda risulta, ovviamente per tutto il movimento, paraolimpico sportivo e non, molto triste. Questo perche` non hanno consentito la continuazione di un sogno a Pistorius. Il suo sogno e` quello di un movimento paraolimpico, che e` nato nel 1960, e dei nuovi Pistorius. Secondo me sarebbe stato comunque sbagliato il fatto di consentire al sudafricano di partecipare alle Olimpiadi solo perche` spinti da un’onta emotiva, perche` sarebbe stato offensivo non solo per lui ma anche per tutti i disabili. Quindi la valutazione del suo caso e` giusta, ma va fatta in maniera completa.`
[...]
Datasport



Mi pare giusto, fare i pietismi mi pare offensivo. Non il tg5 ieri nei titoli: DRAMMA PISTORIUS, NON POTRA' PARTECIPARE ALLE OLIMPIADI

dramma??

Ha annunciato il ricorso...
Ma mi pare che hogfan abbia praticamente detto tutto quello che c'era da dire.
Niente Olimpiadi, ma rimane comunque un esempio per tante persone.
E sono tutti felici e contenti.

Pistorius ha fatto sapere che ci riproverà per il 2012, quindi qualcosa mi dice che il comitato olimpico non se lo leverà dalle palle tanto facilmente.

Pistorius ai Mondiali, si avvera il sogno del corridore bionico

A Lignano fa il tempo sui 400 metri: 45”07. Ad agosto in Corea sfiderà i normodotati

PAOLO BRUSORIO - lastampa.it

Non ci sono più confini, cadute le distinzioni. E con loro anche le barriere. Oscar Pistorius ce l'ha fatta, ha coronato il suo sogno e quello di un mondo che ci piacerebbe vedere uguale anche quando il destino o la natura non ci sta: il quattrocentista sudafricano si è qualificato per i mondiali di atletica (in programmna a Daegu dal 27 di agosto). Correrà con i normodotati, primo nella storia a farlo, lui che al posto delle gambe ha altrettante protesi. Ha divorato i 400 metri in 45”07, la sua miglior prestazione di sempre, al di sotto di quel 45”25, il tempo necessario per essere come tutti gli altri. La chiave per il suo paradiso. Ventiquattro anni, nato con una malformazione (senza i peroni e con i piedi straziati da un atroce scherzo della natura) ha perso le gambe a undici anni, ma non ha mai smesso di fare sport e di pensare a una vita come quella degli altri.
La sua salvezza si chiama fibra di carbonio, il materiale che ha forgiato le protesi utilizzate per correre. Si chiamano cheetah: sono le sue inseparabili amiche. Compatito nelle prime corse, ascoltato perché diversamente non si poteva fare, quel ragazzone sudafricano conteneva nel suo fisico così tanta esplosività da non poter essere ignorata né cancellata. Sboccia alle Paralimpiadi di Atene nel 2004, vince un paio di medaglie, ma lo notano in pochi. Lui ha già deciso la sua missione: correre con quelli più fortunati di lui. Anzi, correre con quelli come lui. Raggiungerli: Oscar si sente normale, alla sfortuna non ha mai creduto, la tragedia è il passato remoto. La sua è una vita coniugata al futuro. Nel 2005, il primo assalto alla Iaaf, la federazione mondiale dell'atletica: «Voglio correre le Olimpiadi di Pechino con i normodotati».
Impreparati, i padroni dell'atletica si guardano in faccia, un punto di domanda che non può avere una risposta se non negativa: «Un atleta che utilizzi queste protesi ha un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30 per cento) se confrontato con quelli che non le usano». Burocrazia. Materiale buono per prendere tempo e per mettere spalle al muro il sudafricano. Che, allenato sui 400, comincia la sua maratona. Carte, studi di dinamica applicata all'atletica, forze uguali e contrarie. Non tutti sono d'accordo, quelle leve sembrano molle, assomiglia a uno dei Fantastici 4, ma non insegue i cattivi. Lui insegue un sogno. Nel luglio 2007 corre a Roma, Stadio Olimpico, e lo fa con i normodotati, arriva secondo in una gara minore. Il rischio è che diventi fenomeno da baraccone, lui lo corre fino in fondo. Altra sfida. Il 16 maggio 2008 la sentenza che gli cambia la vita: il Tas, il tribunale arbitrale dello sport, gli dà ragione.
Le perizie dei suoi legali mettono ko i pregiudizi della Iaaf: premio Oscar. Il tempo però non arriva, a Pechino ci va ma tra i paralimpici. «Non sono bionico, ma solo un uomo». La lunga rincorsa è cominciata quell'anno, Londra è ancora da conquistare, ma in mezzo ci sono i Mondiali di Daegu. Nessuno sconto, un minimo vero da raggiungere e zero concessioni all'emozione. Nemmeno dal Sudafrica che non regala visti speciali a Oscar, il muro è quel 45”25: correre i 400 metri in un tempo inferiore è il solo modo per Pistorius di vedersela con i grandi. In fondo, una cosa normale. Come per tutti gli atleti: questo lui voleva, questo lui ha ottenuto. Non a caso ha scelto l'Italia per abbattere quella barriera. Roma l'aveva adottato in quel 2007, Milano gli ha sempre voluto bene. Un tentativo, fallito domenica a Padova: non gli restava che un ultimo colpo da sparare. L'ha fatto ieri sera a Lignano Sabbiadoro. 45”07: gli occhi fissi sul crono che ha cambiato la sua vita. E forse non solo la sua. «Piacere sono Oscar Pistorius. Da ieri sera uguale agli altri».

molto contento per lui!

Il crono non gli vale l'accesso solo ai Mondiali, ma anche alle Olimpiadi..

azz veramente ottima cosa!!!