Omicidio Vasto

m.livesicilia.it/2017/02/01/vendica-la-moglie-e-uccide-chi-lha-uccisa...

Vendica la moglie e uccide chi la ha uccisa.

Cosa ne pensate?.

Lo vedete come una cosa sbagliata a prescindere, o vedete altre prospettive?.

Processualmente parlando c'è poco da dire: a meno di sorprese e/o difensori in gamba si tratta del classico omicidio volontario aggravato dalla premeditazione: questo anche con rito abbreviato rischia l'ergastolo (l'assassino si è portato dietro la pistola, covava rancore e addirittura in 1° dicembre aveva donato la casa ai suoi genitori, probabilmente conscio di ciò che avrebbe compiuto).
Io però la prossima settimana vorrei parlarne in questa cartella dove studiamo i casi non tanto dal punto di vista criminogenetico e di procedura penale (per quelli c'è questa), bensì dal lato-web.
La rete è tutto un mondo a parte che andrebbe studiato da un punto di vista psicologico e giuridico, pare infatti che ci sia stata una "campagna d'odio" online e che gran parte della faida sia partita da lì.
Inoltre alcuni stanno incensando l'omicida non essendo a conoscenza dell'art. 414 c.p.... e dove? Ovviamente su Bafometbook.
Don't underestimate the web...

Grazie per il link, molto interessante Dave.

Sai, io ho sempre pensato alla stessa situazione.
Mi sono messo nei panni di quell'uomo e ho guardato in modo oggettivo alla legge italiana.. e personalmente non mi sento tutelato.
Forse sembra semplicistico ma dalla mia visione profana non percepisco l'applicazione di pene realmente commisurate ai gesti commessi.

Non posso difendermi da un ladro che mi entra in casa.
Se stuprano una persona della mia famiglia non sarò mai sicuro che l'aggressore sarà punito a sufficienza.

Gli hanno ammazzato la moglie e questo è già fuori, e voleva pure il motorino per andare a lavorare.
Sui beffeggiamenti non mi esprimo.. però da profano lo capisco.

Questo senza nulla togliere alla gravità del reato che ha commesso ovviamente.

La legge italiana è lenta e farraginosa, ma per spiegare il disagio che si prova a lavorare tutti i giorni in quell'ambito preferisco lasciare la parola a Rici, che ho taggato. Sicuramente nell'ambito di procedura ha più esperienza del sottoscritto visto che sta facendo tirocinio presso un giudice penale.
Io nel mio piccolo vorrei soffermarmi sulla frase "gli hanno ammazzato la moglie", forse è così, ma forse la donna è stata investita per negligenza e imprudenza, e quindi per colpa e non per dolo, dal ragazzo che, sì è passato col rosso, ma a 50 all'ora e ha prestato soccorso, almeno così mi è parso di capire.
Un'altra cosa da sottolineare è che, credo, il tragico fatto sia capitato prima dell'introduzione della nuova normativa sull'omicidio stradale...

unimarconi.freeforumzone.com/d/11038253/In-arrivo-il-reato-di-omicidio-stradale/discussi...

... che peraltro non condivido quasi per nulla.
Correggetemi se sbaglio.

Assassinio che dev'essere punito in maniera esemplare, questa non è una vendetta cinematografica come alcuni media vogliono presentarlo: è un omicidio in piena regola e uno di quelli particolarmente disgustosi.
La difesa cercherà di puntare sull'infermità mentale col precedente del suo psicologo che voleva farlo ricoverare però non credo che possa essere una prova perchè se il ricovero doveva essere fatto col suo consenso voleva dire che era capace di intendere e di volere.
Attendo la pubblicazione del topic sulla faida nata da Facebook e Whatsapp perchè avrei un paio di cosine da dire sull'argomento.

Giuste considerazioni.
Attendo anche io l'apertura del topic

Concordo pienamente con Iuzzo e se Rici deciderà di non rispondere... pazienza.
Riguardo l'apertura del topic sul forum "criminologico", sono un po' combattuto perché il tempo che "sacrifico" per scrivere qui lo tolgo da là e viceversa, non riesco a fare entrambe le cose... eventualmente vi farò sapere in questo topic.

Non ti preoccupare Dave.
Se la cosa arriva alla Marconi bene, se no non muore nessuno :-).

Come vedi saltare alle conclusioni usando le info dai media è davvero un attimo.
Bisogna davvero imparare ad essere oggettivi, sono letteralmente degli automatismi.

Detto questo, concordo, la legge italiana è davvero troppo ferraginosa ed esageratamente burocratica.

Sono curioso, cosa non condividi con l'immissione del reato di omicidio stradale?.
Non concordi con l'idea in sé o solo con alcuni punti della nuova legge?.

Un po' al volo e chiedo scusa per questo: più o meno ho i dubbi di Iuzzo e UniMarconcino che hanno esposto nel topic linkato.
Riguardo l'omicidio di Vasto, credo che non pubblicherò nulla sul forum della Marconi perché è venuta fuori una notizia che stavo aspettando da anni (pronuncia di un Tribunale sulla pubblicazione online di foto di minori) e preferisco dedicarmi a quella.

Chissà quante prove troveranno sul PC e i cellulari del tizio.
Gli avvocati ovviamente puntano sulla perizia psichiatrica.

Eh già, ma non facciamo lo stesso errore firesco e condoresco: aiutatemi in quel forum se vi interessano certi argomenti e non commentate solo qui, grazie!

Il fondatore di Grom: "Io come Italo, ma sono vivo grazie al perdono"

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Guido Martinetti ha 42 anni ed è un manager di successo, avendo fondato la catena di gelaterie Grom. Quasi cinque anni fa, però, ha vissuto l'evento più tragico della sua vita: un colpo di sonno, in seguito a qualche bicchiere di troppo, lo fece schiantare contro l'auto su cui viaggiavano un 65enne e sua moglie. L'anziano morì nell'incidente, la moglie ebbe 40 giorni di prognosi e Guido riportò traumi toracici, addominali e altre lesioni. La vicenda ricorda tragicamente quella di Vasto, ma Guido oggi può raccontarla, a differenza di Italo D'Elisa, perché sta facendo i conti con il senso di colpa ma è stato subito perdonato da M., la figlia dell'uomo.

La storia è raccontata da Selvaggia Lucarelli, autrice di un'intervista a Guido e alla donna che ha saputo perdonarlo, riportata anche da Dagospia. «Avevo sentito i miei quella sera, stavano partendo per tornare a casa da una vacanza. Alle 3 mio padre era già morto, mi chiamano dall'ospedale dicendomi che mamma e un ragazzo erano in prognosi riservata» - spiega M. - «All'inizio pensavo fosse stato mio padre a provocare l'incidente, mi sono sentita dalla parte della famiglia di chi ha fatto morire qualcuno e questo mi ha subito aiutata a capire che non esiste un solo tipo di dolore in queste vicende». Dopo l'operazione, a Guido era stato detto di aver provocato la morte dell'uomo. Per questo chiese subito di poter parlare con i familiari dell'anziano: «Era un periodo difficile, lavoravo molto ed ero sotto stress. Mi dicevano di fermarmi, ma non potevo. Così arrivai a bere e provocare quell'incidente, possedendo l'arroganza più grande: quella di disporre della vita di una persona».

Dopo che una parente dell'uomo aveva cercato di aggredire Guido, M. lo raggiunse subito in sala operatoria per incontrarlo: «Tra noi si è creato un rapporto speciale, non appena ci siamo visti negli occhi. Mio padre in qualche modo mi ha rassicurato che Guido mi avrebbe fatto del bene. Lui ha ammesso tutte le sue colpe ed è stato di una sincerità disarmante».

Guido spiega: «Sapevo solo che avrei fatto di tutto per rimediare al disastro che avevo provocato. Contattai quattro avvocati: tre di loro suggerivano escamotage come addossare parte della colpa alla vittima o puntare alla prescrizione, un altro mi consigliò il patteggiamento. Era la decisione più giusta e onesta, dissi anche all'assicurazione di non trattare e pagare la cifra richiesta dalla famiglia. Per il patteggiamento è stata decisiva una lettera scritta direttamente da M. che spiegava che i nostri rapporti erano ottimi».

La drammatica vicenda di Vasto ha fatto subito tornare in mente l'episodio che ha coinvolto Guido nell'agosto del 2012: «L'ho saputo proprio da M., io ho avuto la fortuna di essere perdonato e questo mi spinge a vivere, perché sono in debito con la vita. Devo restituire e trasformare in qualcosa di buono questa opportunità che ho avuto». La donna, invece, spiega come per ognuno la reazione sia diversa: «Io ho perdonato Guido, mia madre e mia zia no. Loro vivranno sempre nel rancore per un dolore così forte, io invece non me la sentivo di convivere con un sentimento così negativo». Ad ogni modo, Guido sa di essere stato fortunato: «Tra me e M. si è creato un legame atavico, quasi di sangue. I veri legami si creano in trincea, e nel dolore e nelle difficoltà io e M. siamo stati in trincea. Quello che manca forse è la cultura del perdono, nel senso che deve saper carpire la fragilità umana. M. per me è stata un esempio: non parlavo da tre anni con mio padre e grazie a lei ho saputo perdonarlo».

www.leggo.it

Condannato a 30 anni...

www.repubblica.it/cronaca/2017/03/24/news/omicidio_vasto_condannato_fabio_di_lello-1...

... e gli è andata fin troppo bene...

Scusa Dave ma qualcuno ha detto che è stato processato per direttissima, altri dicono per abbreviato, me la spieghi? Grazie!

In realtà la spiegazione è molto semplice.
In pratica quando si processa per direttissima l'imputato può chiedere la trasformazione del rito in abbreviato e così prima che inizi il dibattimento il giudice lo dispone con un'ordinanza (art. 452, co. 2 c.p.p.).
Inutile dire che l'abbreviato era l'unica opzione sensata per la difesa perché il delitto era chiaramente premeditato, tuttavia ricordo che non salva dall'ergastolo (vedi Parolisi).